L'ambasciatore italiano in Libia, Francesco Trupiano, riferisce ai diplomatici americani ed europei sulla visita del Colonello a Roma 2009: "Pur di riceverlo, il presidente del Consiglio si fece fare due iniezioni di cortisone per il mal di schiena"
Pur di incontrare Muammar Gheddafi, che minacciava di annullare il suo primo viaggio ufficiale in Italia se a riceverlo a Ciampino non fossero venuti Silvio Berlusconi o Giorgio Napolitano, il presidente del Consiglio italiano si fece fare due iniezioni di cortisone per lenire il mal di schiena e quasi svenne in aeroporto. Wikileaks pubblica i file dell’ambasciata americana a Tripoli e, tra essi, non potevano mancare i rapporti della rappresentanza diplomatica americana sulla relazione tra il presidente del Consiglio italiano e il leader libico.
A riferire ai diplomatici americani e a quelli europei sulla visita che Gheddafi fece a Roma dal 10 al 13 giugno del 2009 fu, quattro giorni dopo la partenza del Colonnello, l’ambasciatore italiano in Libia, Francesco Trupiano. “Sono stati rilasciati 446 visti – si legge nel rapporto inoltrato al Dipartimento di Stato -, ma, cosa interessante, data la stretta relazione tra il premier Berlusconi e Gheddafi, le questioni logistiche per il viaggio sono state definite direttamente dai due uffici (di Berlusconi e Gheddafi, ndr.)”.
Quando si trattò di andare a Ciampino a ricevere “l’uomo della storia”, come l’ambasciata americana definisce ironicamente il Colonnello, il premier italiano fu colpito da un “forte dolore alla schiena”. Per lenirlo, il premier “chiese un’iniezione di cortisone, che non ebbe grande effetto. A quel punto gli italiani fecero sapere a Gheddafi, il cui aereo sorvolava in circolo lo scalo romano, che Berlusconi non sarebbe stato presente all’arrivo” del leader libico. “I libici”, si legge ancora nel rapporto americano frutto delle confidenze del diplomatico italiano, “minacciarono di annullare la visita. A quel punto, Berlusconi chiese e ottenne una seconda iniezione di cortisone che gli permise di recarsi in aeroporto, annotò Trupiano, “sebbene abbia poi rischiato di svenire diverse volte mentre aspettava”.
“L’ambasciatore italiano – si legge nel cable siglato dall’ambasciatore americano a Tripoli Gene A. Cretz – ha descritto la miriade di incidenti e imbarazzi” nella prima storica visita di Gheddafi in Italia, riferendo del soggiorno romano del leader libico al diplomatico Usa e quelli europei. Dopo il lungo elenco di “episodi estremamente imbarazzanti secondo gli italiani”, tra i quali gli americani notano la decisione di Gheddafi di “essere il solo uomo in una sala con 700 ragazze”, Cretz scrive che “gli italiani sono ovviamente sollevati dal fatto che la visita di Gheddafi, che ha fatto arrabbiare tanti romani per i disagi creati nella capitale, si sia conclusa”.
(ER)