Il senatore del Pd si dimette. Dal partito. E dalla politica. Con una lettera semplice; senza comunicati stampa. Un gesto insolito, unico. Cosa c’è sotto?

Nicola Rossi non ha fatto carriera nei partiti. Ha sempre avuto un carattere indipendente. Non ha mai fatto il portaborse. Ha studiato, tanto: ben oltre la laurea. Non la finanza per fare soldi: politiche economiche, per prepararsi, da grande, a un servizio. Rossi dimostra con il suo esempio che non basta una laurea in economia e commercio per spacciarsi per ‘economista.

Nicola Rossi è uno dei tanti ‘cervelli’ rientrati dall’estero. Fa poca demagogia. Concepisce la politica come (1) elaborazione, (2) discussione democratica, aperta, trasparente, interattiva, (3) approvazione, e (4) monitoraggio, di provvedimenti volti a favorire il bene comune: crescita, giustizia sociale, regole. Non fa politica per distribuire le risorse pubbliche alle cordate vincenti.

Nicola Rossi ha un alto senso dello stato e delle istituzioni. Nel 1997-2000, in qualità di consigliere economico dei presidenti del Consiglio Prodi e D’Alema, promosse la rifondazione dei nuclei tecnici e la riqualificazione della pubblica amministrazione. Ma sì sa, la verità è rivoluzionaria (e non “politicizzabile”). Per questo i governi successivi (compreso il Prodi II nel 2006, quello del cd. “spacchettamento” dei Ministeri al fine di moltiplicare i posti disponibili) si sono fatti un piacere di smantellare i nuclei tecnici.

Nicola Rossi apprezza la democrazia non per motivi ideologici, ma perché ha verificato che senza il controllo degli “utenti finali” il sistema politico si dedica soprattutto a depredare il paese a beneficio di pochi. Non potendo cambiare le cose, non vuole più stare in Parlamento da ‘nominato’.

Nicola Rossi è un politico eccezionale; ma perché ‘unico’? Molti chiedono spazio per sè: quando sono cooptati diventano parte integrante del sistema. Rossi non chiede tanto di avere lui un ruolo più importante: chiede che ai tanti Sig. Rossi del nostro paese venga dato spazio, ciascuno secondo le sue capacità di contribuire al bene comune. Questa, da noi, è una posizione unica e rivoluzionaria.

Per esempio: tutta l’Italia aspetta una proposta per uscire dalla crisi, e dal berlusconismo. Bersani annuncia da settimane un “progetto del Pd per il paese”: perché il paese non trattiene il fiato? Non si crede che il Pd (come altri partiti) possa produrre politiche più che mediocri? Perché? La progettazione delle linee di governo (poche priorità chiare) è ferramente controllata dalla classe politica per evitare che si smantelli la cappa di privilegi e di abusi che soffoca il paese! Ma prima ancora di leggere i contenuti, alla gente basta farsi poche domande per capire come sarà il prodotto. Chi stende la ‘proposta al paese’ del Pd? Sono stati coinvolti i migliori giuristi, economisti, ed esperti vari (di area centro-sinistra) del paese? Si segue una modalità ‘aperta’? Perché non sono stati man mano messi online i background papers e i position papers, insomma le analisi su cui la proposta del Pd si fonda? Perché non è stato organizzato un grande dibattito democratico sugli stessi? Chi andrà al governo per realizzare le idee del Pd: persone esperte e competenti? O i politici di carriera: parlamentari che si auto-selezionano e si auto attribuiscono la fiducia?

Rossi è la contestazione vivente dell’attuale metodo di selezione della politica: la carriera nel partito; dal circolo di quartiere, attraverso tante amicizie e riunioni, si passa al Municipio, Comune, Provincia, Regione, poi il grande salto nazionale, un posto di Sottosegretario, e infine: Ministro! Sempre senza creare problemi al sistema. Nicola Rossi ci sta dicendo: ‘Attenzione a giustificare questa logica: è uno dei modi con cui i politici vi fanno, oltre che cornuti, anche mazziati’.

Nicola Rossi sarebbe un ottimo Presidente del Consiglio. Per questo noi non abbiamo nessuna possibilità che lo diventi. Ma per uscire dal declino noi elettori non dovremmo tanto cercare di impedire ai … (mafiosi inquisiti pedofili puttanieri concessori concussi …) di andare al potere: l’assenza di caratteristiche negative (evidenti) non è prova di capacità di governo. Dovremmo invece appoggiare in positivo persone che le capacità ‘giuste’ dimostrano di averle. Anche se poi, ‘quello lì, chi lo conosce?’. Appunto!

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Cari Bersani e Di Pietro: dimettetevi

next
Articolo Successivo

Federalismo, Bossi: “Decreto dei comuni approvato definitivamente”

next