“Erano meglio le videocassette…”, questo l’unico commento possibile dopo aver visto l’intervista, e vi chiediamo scusa per la involontaria ironia, del Tg1 al presidente editore Berlusconi.
In realtà abbiamo assistito ad un’autointervista nella quale le domande sembrava quasi fossero state inserite dopo; una sorta di spot messo in mezzo per giustificare la presenza di un redattore, per non umiliarlo troppo, per non ridurlo ad una sorta di protesi del microfono. Non ci piace dare la pagella ai cronisti, ma non possiamo credere che un qualsiasi giornalista, di qualsiasi colore, possa dimenticarsi di chiedere al presidente qualcosa sull’attualità, e per di più alla vigilia delle votazioni sul federalismo e sul rinvio delle carte processuali ai giudici di Milano, nel tentativo di oscurare le vergogne etiche di chi ha disonorato l’Italia.
Sarà una casualità ma l’autointervista è arrivata nello stesso giorno nel quale Masi ha condonato i benefici di Minzolini. Qualche ora dopo l’Augusto direttore ha beneficiato l’amico presidente nel Tg delle 20. Benefici per loro e malefici per gli altri, ai quali sono riservate le censure e le randellate mediatiche, ma questa volta Masi non ha telefonato in diretta, non ha minacciato tuoni e fulmini, non si è fatto sentire, non ha chiesto il contraddittorio, non si è appellato alle carte deontologiche, né alle autorità di garanzia.
Basterebbero questi silenzi a far comprendere perchè con questi signori non si può scendere a patti, perchè hanno liberamente scelto di esercitare il ruolo di funzionari di corte che hanno nel cuore non la Costituzione, ma gli interessi di un sovrano. Tra la pseudoinervista del Tg1 e una videocassetta registrata è meglio molto meglio la videocassetta, perchè almeno in quella finzione il sovrano appare per quello che é: un anziano signore che ha perso il controllo di sè e che il contraddittorio se lo fa da solo perchè ormai può dialogare solo con uno specchio, naturalmente di sua proprietà.