Cronaca

Caso Ruby, la storia del bracciodestro di Mora che viveva in un campo nomadi

“Ussignur!” è una delle espressioni più frequenti tra la gente di Canale, non appena si pronuncia il nome di Daniele Salemi. Canale, cinquemila abitanti in provincia di Cuneo tra Langhe e Roero, è terra di eccellenti vini e gente intraprendente. E non c’è dubbio che Daniele appartenga da questa categoria. Che altro si può dire, infatti, di un ragazzo di soli 28 anni che si attovaglia con una certa frequenza al desco di Arcore? Il suo nome ricorre spesso nelle 389 pagine inviate al Parlamento dalla Procura di Milano sul caso Ruby; Daniele è più volte intercettato al telefono con Lele Mora, di cui egli stesso si definisce il “factotum” torinese. Grazie alla sua mediazione, sono state introdotte a villa San Martino tre ragazze della sua “scuderia”, una delle quali, la ventisettenne Roberta Bonasia, già miss Nichelino, è stata addirittura nominata tra le probabili “fidanzate” del premier.

Daniele ha abbandonato Canale da tempo, ora vive a Torino e si dichiara promotore finanziario di professione (“con tanto di partita iva”, tiene a precisare) e non disdegna la politica: “Ho fatto campagna elettorale per i Verdi-Verdi”. Una lista ambientalista di centrodestra tutta piemontese, in perenne odore di lista civetta. È infatti una delle quattro formazioni ritenute irregolari su cui, nei mesi scorsi, Mercedes Bresso ha fondato i ricorsi per chiedere l’annullamento delle elezioni regionali del 2010.

In paese, tuttavia, Salemi lo ricordano molto bene: “Ogni tanto torna a Canale – raccontano da “Bacco” in piazza Trento e Trieste – per far visita alla famiglia”. E di Arcore parlava? “Ussignur sì, ma nessuno gli credeva!”. Ma perché tanto stupore? “Perché di lui mi ricordo solo grane”, risponde bonariamente un ex sindaco. “Sì, siamo esterefatti – ribadisce un concittadino – i più forti di spirito si fanno una sana risata, ma a me non viene da ridere”. Perché? “Perché il ragazzo – interviene un ex carabiniere nel più rigoroso anonimato – ha un passato… diciamo burrascoso”. Vecchie storie di paese, che ora inevitabilmente riemergono, dal momento che Daniele, parola di ex sindaco, “è diventato un personaggio di primo piano della politica nazionale”.

Poco più che adolescente, Salemi frequenta assiduamente il vicino campo sinti alle porte di Canale. Ha la stoffa del capo, o del “capobanda”, per usare la definizione di qualche smaliziato compaesano: anni di piccoli furti, danneggiamenti, tentativi di estorsione, procedimenti del Tribunale dei Minori con annessi, tesi, rapporti con gli assistenti sociali. Dalla Procura della Repubblica di Alba confermano: “Salemi lo conosciamo. Il suo nome ricorre in diversi procedimenti, sia come minore che come adulto. L’ultima volta, qualche anno fa, è stato condannato per estorsione”.

Daniele, raggiunto al telefono, rivendica il diritto alla sua nuova vita: “Capita a tutti di fare degli sbagli – racconta – ho avuto un’infanzia difficile. Nel 2000, poi, sono stato coinvolto in un gravissimo incidente per cui sono stato in coma”. A partire da quel dramma, che a Canale tutti ricordano, inizia una nuova strada. Daniele insegue i suoi sogni di jetset e si fa imprenditore, iniziando dall’affitto di auto di lusso (c’è anche chi racconta l’impagabile scena di una limousine che lo accompagna all’accampamento sinti), quindi lascia il Roero destinazione Milano. Di lui si perdono le tracce fino al 2003, quando racconta di aver conosciuto Lele Mora a Campione d’Italia: “Accompagnavo il gruppo di Little Tony – racconta Salemi – ho conosciuto Lele e da allora è nato un sodalizio. Amo il mondo dello spettacolo, e visto che Torino in questo senso è una città periferica, quando vedo una ragazza promettente, la segnalo a Mora”. Con buon successo, a quanto pare.