Il Cavaliere è in gravi difficoltà. I processi incombono. La Lega, in nome del falso federalismo, dirige le danze, fino a invitarlo a un meritato riposo. Vive nei bunker di Arcore e Villa Grazioli, aperti soltanto a lacché, lenoni e fanciulle compiacenti, riducendo al minimo la uscite nazionali e internazionali. La Chiesa comincia a dare segni di insofferenza, pur fra mille ipocrisie. Napolitano moltiplica i suoi messaggi, che da sommessi e criptati diventano espliciti con la bocciatura del decreto sul federalismo comunale.
Studiando il suo caso si cominciano a capire le ragioni della battaglia per mantenere in vita, anche con l’alimentazione forzata, i malati terminali fuori conoscenza…
Apocalypse Now
Di questi tempi il povero premier
comincia a fare pena quasi a tutti…
Circondato da ignobili lacchè,
da battone e da fior di farabutti,
sembra giunto alla fase terminale.
Lo aspettano processi in quantità.
La Boccassini e il codice penale
fan le mosse per dargli l’altolà.
In politica è il servitor di Umberto
che col federalismo lo soggioga
fino a invitarlo, con dileggio aperto,
a riposarsi come capovoga.
Di far bagni di folla non si sente
poiché ormai molta gente vede rosso
e c’è il rischio che qualche deficiente
gli tiri un mini monumento addosso.
All’estero nessuno lo vuol più
poiché col bunga bunga è sputtanato,
sono finiti i tempi dei cucù
e delle corna ai grandi dello Stato.
Comincia a vacillare Benedetto
pur combattuto fra dargli l’addio
o salvare il cospicuo gruzzoletto
che alla Chiesa regala l’uomo pio.
Napolitano ne ha le palle piene
tanto da dirgli dopo il sonnellino:
“Così il federalismo non va bene,
meglio votar che tutto ‘sto casino”.
E’ l’encefalogramma quasi piatto,
il suo trapasso ormai sembra vicino,
a men di un bunga bunga assai benfatto
o di Nicole Minetti col sondino.