"Come cittadini Viola ci dissociamo dall'iniziativa di una decina di facinorosi che oggi hanno tentato di formare un corteo non autorizzato", si legge in una nota dell'associazione. "La nostra solidarietà va alle forze dell'ordine con le quali manteniamo un rapporto di stretta collaborazione"
Tensione e qualche ferito a pochi metri dall’abitazione di Silvio Berlusconi ad Arcore. La manifestazione del Popolo Viola, in un primo momento pacifica, colorata e goliardica, si è trasformata in un’occasione (solo per una minoranza), per scatenare rabbia e violenza. A trasformare il clima alcuni esponenti dei centri sociali (secondo la polizia si tratta di anarchici) che hanno tentato di raggiungere villa San Martino. Ad attenderli alla linea di confine ci sono polizia e carabinieri. In via Casati, la strada che porta all’abitazione del premier, è iniziato il parapiglia. Da una parte i manifestanti che spingono per arrivare ai cancelli d’ingresso, dall’altra il cordone della polizia. Urla e qualche parola offensiva, poi il lancio di oggetti e bottiglie di vetro. Le forze dell’ordine hanno risposto con cariche e manganellate. Alla fine della giornata si conteranno numerosi feriti lievi e due manifestanti arrestati con le accuse di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni aggravate.
La protesta pacifica. La giornata anti-premier era iniziata con una colorata sfilata per le strade di Arcore. Tanti gli slogan goliardici: “Se ti facessero una statua ad Arcore, noi saremmo i tuoi piccioni” diceva un cartello all’ingresso della villa municipale di Arcore, residenza di Silvio Berlusconi. Oltre alle bandiere del Popolo Viola, si è visto qualche tricolore, qualche vessillo di Pd e IdV e una anche bandiera Udc. Tra gli striscioni diversi gli inviti affinché il premier lasci Palazzo Chigi: “L’Italia compie 150 anni, Silvio falle un regalo: dimettiti e fatti processare” o “Per Berlusconi rito immediato, sei licenziato”. Diversi anche i riferimenti allo scandalo Ruby: “Bunga vita al Re” o “Silvio hai le orge contate, dimettiti”. Alcuni manifestanti ostentano parrucche colorate, minigonne, calze a rete e seni finti in evidenza, con cartelli “non voglio più lavorare per pagarmi l’affitto, mi inviti alle tue feste?”, o “Silvio portaci in Consiglio regionale”. Il clima s’è fatto teso quando gli organizzatori della manifestazione hanno chiesto al gruppetto che voleva raggiungere villa San Martino di retrocedere spiegando loro che l’autorizzazione per la manifestazione è riservata al solo largo Vela. Il gruppetto ha risposto in coro lanciando l’idea di un corteo, non previsto.
La sortita delle frange estreme. Nel tentativo di raggiungere la villa del premier, un centinaio di manifestanti decide di percorrere via Casati, la strada che conduce all’abitazione del premier. Le Forze dell’Ordine rispondono con una carica. I tafferugli più intesi si verificano al centro dell’incrocio con via Roma, in mezzo al traffico cittadino. Alcuni giovani lanciano pietre, sassi e vetri. Gli scontri durano pochi minuti: un uomo colpito in testa con un manganello viene portato via in ambulanza, contusi alcuni poliziotti.
Il Popolo viola si dissocia. “Come cittadini Viola ci dissociamo dall’iniziativa di una decina di facinorosi che oggi ad Arcore hanno tentato di formare un corteo non autorizzato. Durante tutta la manifestazione la Rete viola e il Popolo viola di Milano hanno chiesto di mantenere la mobilitazione allegra, pacifica e colorata, seguendo lo spirito nonviolento dei Viola”. Così si legge in una nota di Gianfranco Mascia, uno degli animatori del No B Day. “La nostra solidarietà – continua – va alle forze dell’ordine con le quali manteniamo un rapporto di stretta collaborazione, come dimostrano le decine di mobilitazioni grandi e piccole organizzate da noi Viola in questi mesi, senza nessun episodio di violenza. Siamo vicini al carabiniere ferito e gli esprimiamo tutta la nostra solidarietà”.
Fabrizio Cicchitto. “È chiarissimo che c’è un tentativo di creare un’atmosfera generale, anche con manifestazioni di piazza, per radicalizzare ulteriormente lo scontro politico. Questo messaggio – aggiunge infatti il capogruppo Pdl alla Camera – è contenuto chiaramente negli attacchi fuori misura lanciati fra ieri e oggi dai leader del Pd e dell’Italia dei Valori, dai discorsi fatti alla manifestazione di Libertà e Giustizia e adesso dagli incidenti provocati ad Arcore dal Popolo Viola”.
La condanna del Pd. “Le manifestazioni violente ad Arcore non fanno altro, purtroppo, che dare voce agli esponenti del Pdl. Chi usa la violenza non capisce che fa il gioco di Berlusconi, facendolo passare per una vittima”. Lo afferma il deputato lombardo del Pd Enrico Farinone, vicepresidente della Commissione Affari Europei. Alle parole di Farinone fa eco Emanuele Fiano, presidente forum Sicurezza del Partito Democratico: “Noi siamo da sempre e fermamente contrari a qualsiasi tipo di violenza collegata alla protesta politica. Per questo censuriamo i comportamenti di chi oggi davanti alla villa di Arcore ha lanciato bottiglie o altri oggetti contro le forze dell’ordine”.