Il Rubygate scuote le coscienze degli italiani. Come all'epoca di Tangentopoli i cittadini tornano a indignarsi davanti ai comportamenti del potere. Prima erano le mazzette, ora sono i festini di Arcore e relativi bunga bunga. E così si moltiplicano i le manifestazioni della società civile. Prossimo appuntamento il 13 febbraio
E in effetti dal 23 gennaio a oggi qualcosa è successo.“Dimettiti per un’Italia libera e giusta”, questo il messaggio rivolto al premier da 10.000 cittadini. Il 5 febbraio sono arrivati al PalaSharp di Milano da tante città italiane. Una risposta all’ appello lanciato da Libertà e Giustizia cui hanno risposto intellettuali (Gustavo Zagrebelsky, Umberto Eco, Roberto Saviano), esponenti del sindacato (Susanna Camusso), giornalisti (Gad Lerner).
Non si tratta di un momento isolato. Ieri è toccato al Popolo viola portare il dissenso fino alla residenza di Arcore. Una sfilata colorata e con tanti manifesti goliardici, ma con una richiesta precisa rivolta al premier: “Dimettiti”. Dai palchi alle strade fino ai balconi, le manifestazioni anti-premier cambiano pelle ma non si arrestano.“Esponiamo un lenzuolo sul balcone di casa con su scritto “dimettiti”, l’incitamento di un cittadino è comparso sul sito on line di MicroMega. Un gesto civile e democratico per esprimere lo sdegno. L’idea circolava sul web da giorni e adesso è diventa una campagna con un nome (“Contagio democratico!”), e un punto di aggregazione. Il lettore si augura “che il contagio del lenzuolo bianco cominci al più presto e accompagni da qui al 13 febbraio la preparazione della manifestazione delle donne”. E ancora: giovedì scorso l’attrice Lucrezia Lante della Rovere, una delle testimonial del movimento delle donne, lancia un’iniziativa simile nel corso della puntata di Annozero. Propone “di mettere delle bandiere con scritto basta alla pornocrazia”. Parole diverse con un comune denominatore, l’ imbarazzo per il comportamento del Cavaliere.
L’appuntamento del 13 febbraio coinvolgerà tutte le città del Paese. “In Italia la maggioranza delle donne lavora fuori o dentro casa, crea ricchezza, cerca un lavoro (e una su due non ci riesce), studia, si sacrifica per affermarsi nella professione che si è scelta, si prende cura delle relazioni affettive e familiari, occupandosi di figli, mariti, genitori anziani”. Così si legge nel sito “Se non ora quando”. Un messaggio contro la vulgata berlusconiana che impone l’immagine della donna come oggetto da utilizzare per il proprio piacere. Se qualcosa ancora non s’è mosso, forse si muoverà.