Ignazio Marino, senatore del Pd e medico chirurgo

Non è potuta morire in pace, né adesso la lasciano riposare in pace. Oggi, secondo anniversario della scomparsa di Eluana Englaro, ricorre la giornata nazionale degli stati vegetativi, celebrazione indetta dal Consiglio dei ministri, su proposta del sottosegretario Eugenia Roccella. Non bastavano, per Beppe Englaro, le urla in Senato il giorno della morte, o le leggi dell’ultimo minuto che hanno cercato in tutti i modi di bloccarlo. Ancora una volta la politica è entrata nella vita della famiglia di Lecco, che ha definito questo ennesimo gesto di sfida “indelicato e inopportuno”.

Senatore Ignazio Marino, tutti possono capire perché questo gesto è indelicato. Lei, da medico e da politico, ci può dare gli strumenti per capire quanto è anche inopportuno?
Questo atto va al di là dell’arroganza. Fa parte di quella destra violenta che non è riuscita a fare in modo che Englaro, tramite la legge, non potesse far rispettare le decisioni della figlia e ora lo vuole colpire con uno schiaffo in pieno volto. Quindi trasforma la giornata della morte di Eluana in una giornata di conflitto per il paese.

Che lo spacca a metà.
Sono sempre più preoccupato dal fatto che nel nostro paese le questioni che interessano la vita delle persone diventano secondarie al conflitto politico. Le lotte di potere su temi sensibili come questo distaccano la politica dai cittadini.

Dopo la morte di Eluana sembrava che una legge sul testamento biologico fosse urgentissima.
È stata invece chiusa in un cassetto e ora la riportano in parlamento senza discutere sulla vita, ma solo sperando nella divisione delle opposizioni per la sopravvivenza del governo Berlusconi.

Lei ha presentato 1500 emendamenti al ddl Calabrò.
Nessuno può essere curato contro la sua volontà. Nessuno può avere la possibilità di fare violenza sulle persone e decidere quali trattamenti può ricevere e quali no.

Il nodo è quello dell’obbligo di idratazione e alimentazione.
L’articolo 3 prevede che anche chi ha lasciato scritto il suo no all’idratazione e all’alimentazione venga comunque trattato, perché lo vogliono la Roccella e altri politici. Né io, né lei né chi legge potrà più scegliere.

Quindi le indicazioni lasciate dal cittadino (come quelle che ieri ha annunciato di aver scritto Beppe Englaro) non saranno più vincolanti.
Dopo questo percorso di legge no. A scegliere saranno le convinzioni e la cultura del medico e non quelle del paziente. Perciò se perdi coscienza perdi anche ogni diritto. È una proposta così inaudita che io faccio fatica a spiegarla ai miei colleghi all’estero.

Questo vale anche per i casi come quello di Welby, in cui paziente è cosciente?
All’inizio la proposta riguardava anche quei casi, per fortuna siamo riusciti, dopo un grande lavoro, a scongiurarlo. La legge resta comunque anticostituzionale.

Si riferisce all’articolo 32?
Certo, e fu una persona religiosa come Aldo Moro a far introdurre la parte che prevede che “la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. Non capisco perché continuare a scrivere e votare leggi che poi devono essere smontate dalla magistratura perché anticostituzionali come la fecondazione assistita.

Lei ha fatto una sua proposta.
Sì, che per quanto mi riguarda è già un bel passo indietro. É un solo articolo e prevede che le terapie siano garantite a tutti tranne a chi l’ha esplicitamente dichiarato. Mi spiego meglio: se io perdessi coscienza vorrei che i miei familiari scegliessero per me. Nella mia proposta non è possibile, può averlo scritto solo il paziente. Capisce che per me è un bel passo indietro ma sono disposto a farlo nell’interesse delle persone.

Perché il Partito democratico fa così fatica a trovare una sintesi sui temi etici?
Perché all’interno ci sono persone che potrebbero votare con la destra sul biotestamento e non si fanno una ragione del fatto che i temi eticamente sensibili sono semplicemente diritti civili. Ma troveremo una convergenza.

Tutti dovrebbero garantire i diritti civili.
Questa è una fase politica in cui qualunque argomento viene utilizzato per scegliere una posizione e non discusso nel merito.

All’assemblea del Pd D’Alema ha chiesto un maggiore impegno della società civile in politica. Può essere un modo per discutere questioni più vicine ai cittadini?
Io sono convinto che la politica debba essere a servizio del paese e non fatta solo da professionisti. Uno ha un impegno temporaneo e poi torna al suo lavoro.

Saviano potrebbe essere un esempio?
Chiunque si senta di dare un contributo – senza fare propaganda sui nomi – con un vero impegno personale.

Da Il Fatto Quotidiano del 9 febbraio 2010

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