Intervista al direttore generale Consorzio Nazionale Imballaggi, Walter Facciotto: “Nel 2009 il sistema ha avviato a riciclo o recupero il 73,9% dei rifiuti di imballaggi di acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro immessi al consumo: stiamo parlando di 8.024.000 tonnellate recuperate su 10.863.000 tonnellate immesse"
Qual’è in termini economici oggi il vantaggio per l’Italia di una corretta gestione della problematica?
“Parlando di raccolta e riciclo degli imballaggi le ricadute positive per l’Italia sono stimabili, secondo uno studio realizzato da Althesys sui benefici delle politiche ambientali dal 1999 al 2008, in 6,7 miliardi di euro. – spiega il direttore generale del Conai – In particolare sono stati evitati: costi di smaltimento per oltre 3,2 miliardi di euro, più di 1 miliardo di euro è stato “risparmiato” in termini di emissioni evitate dal riciclo, 1,2 miliardi di euro si riferiscono al valore della materia prima-seconda generata, 3,2 miliardi di euro rappresentano l’indotto generato dall’intero sistema Conai e ancora 500 milioni sono i costi evitati grazie alla prevenzione. Nel solo 2009, tali ricadute si sono ulteriormente incrementate, raggiungendo 7,8 miliardi di euro”.
E, anche se gli obiettivi normativi sono stati raggiunti e superati, in base a questi dati non pensa sia opportuno continuare ad investire nella ricerca in questo settore, al fine di realizzare un imballaggio sempre più ecocompatibile e continuare ad educare in tal senso le imprese produttrici di packaging?
“La prevenzione dei rifiuti da imballaggio rappresenta, nel panorama più ampio della gestione dei rifiuti, una leva insostituibile sia da un punto di vista economico che ambientale, che culturale: grandi vantaggi possono, infatti, essere ottenuti non solo riducendo il volume dei rifiuti, ma anche attraverso cambiamenti negli schemi di produzione, di distribuzione e di consumo delle merci. Negli ultimi 10 anni, per esempio, grazie alla ricerca e anche alle politiche di prevenzione promosse da Conai, la diminuzione del peso degli imballaggi in plastica e acciaio per alimenti è stata rispettivamente del 28% e del 30%; circa il 50% in meno, invece, il peso dei sistemi di chiusura in alluminio e 1.800.000 le tonnellate di CO2 risparmiate nel 2009 per l’utilizzo di vetro riciclato; il 90% degli imballaggi in cartone è prodotto oggi con materiali riciclati”.
“Sempre più numerose sono le imprese che attuano politiche di prevenzione – prosegue Facciotto – nel nostro Dossier Prevenzione che abbiamo appena pubblicato sono stati illustrati 72 casi di eccellenza presentati da 42 aziende che hanno messo in campo oltre 130 azioni di prevenzione. Nel complesso gli interventi presentati in questo Dossier equivalgono a una riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera pari a oltre il 30%”.
Anche alla luce di quanto detto, è importante formare delle professionalità in questo settore a livello di prevenzione e di riciclaggio dei rifiuti?
“Il cuore della Direttiva Europea sui rifiuti è proprio la prevenzione e riciclaggio dei rifiuti che, quindi, sempre più sarà al centro delle politiche di sostenibilità ambientale che i Governi, e quindi le imprese, dovranno implementare”. Pertanto, secondo il direttore generale del Conai, “è giusto formare e anzi investire su nuovi esperti in materia di prevenzione, riduzione degli sprechi, migliore gestione dei rifiuti”.