Tribunali chiusi, udienze sospese, giudici in piazza. Da Marsiglia a Caen, da Bordeaux a Lione, esplode la protesta dei giudici francesi contro il presidente Sarkozy. Dopo il blocco delle udienze non urgenti e la sospensione delle attività, votate negli ultimi giorni dalle assemblee di 170 tribunali su 195, oggi è stato il giorno della piazza per la magistratura francese. Decine le iniziative di protesta organizzate davanti ai palazzi di giustizia di tutto il Paese a cui, già in mattinata, avevano partecipato centinaia di funzionari, mentre migliaia di persone fra giudici, avvocati, operatori dei servizi sociali, guardie carcerari e agenti di polizia si sono radunate a Parigi e a Nantes, la città bretone epicentro della protesta che nel pomeriggio ha ospitato una grande manifestazione.
Ad accendere la miccia di quella che è sempre di più una mobilitazione senza precedenti, le accuse lanciate venerdì scorso dal presidente Sarkozy contro i giudici di Nantes, colpevoli, secondo il presidente, di aver rimesso in libertà senza adottare opportune misure preventive il pregiudicato Tony Meilhon, accusato dell’assassinio di Laetitia Perrais, giovane cameriera di Pornic vittima di un delitto che ha sconvolto la Francia. “Quando si lascia uscire di prigione un individuo come questo presunto colpevole senza assicurarsi che sarà seguito dai servizi di reinserimento sociale, è un errore. Coloro che hanno coperto questa decisione o chiuso gli occhi davanti a questo fatto saranno sanzionati”, aveva dichiarato Sarkozy commentando la vicenda.
Un’accusa che è bastata a scatenare la protesta contro le ingerenze del potere esecutivo nel lavoro della magistratura a cui tutta la categoria ha replicato compatta attraverso il sindacato USM (Union Syndicale des Magistrats), esprimendo solidarietà ai giudici di Nantes e lamentando una cronica mancanza di risorse e di personale. “Accusiamo le autorità pubbliche di tentare di attribuire la responsabilità di questo dramma a dei professionisti che denunciano da diversi mesi la mancanza di mezzi adeguati per il reinserimento dei condannati” si legge nell’appello del sindacato che ha organizzato la mobilitazione delle toghe sotto lo slogan “venite a denunciare l’ingiustizia di cui è vittima la giustizia”.
Un malessere condiviso anche dall’opinione pubblica secondo i risultati di un sondaggio realizzato per il quotidiano “20 Minutes” che rivela come il 65% dei francesi sostenga la protesta dei magistrati contro Sarkozy. “Se agli occhi dell’opinione pubblica, il presidente sperava di vincere la battaglia contro i giudici, questo non è avvenuto” commentano dall’istituto BVA che ha condotto il sondaggio, lasciando intendere che l’immagine di Sarkozy rischia di uscire ancora una volta indebolita dal confronto con l’attualità nazionale, già segnata in questa settimane dagli scandali sulle vacanze dei ministri Fillon e Alliot-Marie a spese dei governi egiziano e tunisino. Una credibilità che il presidente, la cui quota di popolarità è al minimo storico nei sondaggi (24%), cercherà di difendere questa sera in diretta televisiva su TF1 nel corso di un confronto con nove cittadini francesi invitati in studio per chiedere risposte concrete al capo dell’Eliseo sulle problematiche più sentite dalla cittadinanza. “Dalle parole di questa sera del presidente, dipenderà anche il futuro della nostra mobilitazione” commenta l’USM.