Non si ferma la nuova massiccia ondata di sbarchi sull'isola siciliana. Tra ieri e oggi sono oltre 2mila i profughi giunti a Lampedusa dalle coste del Maghreb
“C’è il rischio di una vera e propria emergenza umanitaria”. Ne è convinto il ministro dell’Interno Roberto Maroni che commenta la nuova ondata di sbarchi di immigrati sull’isola di Lampedusa. “La crisi dei paesi del Maghreb – prosegue Maroni – sta provocando una fuga di massa da quei paesi. In particolare dalla Tunisia”. Il ministro lancia poi l’allarme per il rischio di possibili infiltrazioni terroristiche: “Si sta determinando una fuga di massa: ci sono cittadini in cerca di protezione internazionale, ma ci sono purtroppo anche criminali fuggiti dalle carceri tunisine e ci sono anche personaggi infiltrati da organizzazioni terroristiche, in particolare Al Qaeda. L’attenzione è massima e l’abbiamo alzata”.
Il titolare del Viminale ha convocato il Comitato nazionale per l’Ordine e la Sicurezza per giovedì prossimo per decidere le misure da adottare per fare fronte alla situazione. Maroni ha anche chiesto il coinvolgimento della Commissione Europea “perché gli strumenti necessari per porre rimedio a questa situazione non possono essere messi in campo solo dall’Italia”.
Nel frattempo non si ferma la nuova massiccia ondata di sbarchi sull’isola siciliana. Mentre le motovedette della Guardia Costiera hanno scortato in porto tre barconi soccorsi nel pomeriggio, con 287 immigrati, altre due “carrette”, ciascuna con un centinaio di persone a bordo, sono state intercettate da una nave della Marina Militare. Tra ieri e oggi sono oltre 2 mila i profughi tunisini giunti a Lampedusa, un numero destinato a crescere con il passare delle ore visto che gli aerei in servizio di pattugliamento nel Canale di Sicilia hanno segnalato altri barconi in navigazione che si trovano ancora nelle acque territoriali tunisine. Solo tra la scorsa notte e le prime ore della mattinata sono arrivate via mare 852. Gli immigrati giunti a Lampedusa vengono trasferiti immediatamente verso la terra ferma con un ponte aereo e con il traghetto di linea per Porto Empedocle, anche se i nuovi arrivi sono numericamente di gran lunga superiori alle partenze.
La situazione dell’accoglienza è molto difficile. Il centro di permanenza temporanea dell’Isola è chiuso e il governo non ha ordinato la sua riapertura. Una decisione incomprensibile, come ha sottolineato la vicepresidente dei deputati Pd Rosa Calipari che chiede: “Perché si preferisce utilizzare le strutture alberghiere e tenere chiuso il Cie perfettamente funzionante?”
Sulla nuova emergenza che sta vivendo l’isola è intervenuto anche il ministro degli Esteri Franco Frattini che ha detto che l’allarme era previsto e ha annunciato che settimana prossima incontrerà a Roma il suo collega tunisino. “C’è una vera e propria emergenza migratoria – ha detto il titolare della Farnesina – e noi non possiamo immaginare che l’Italia sia come sempre il luogo dove tutti arrivano e tutti restano. Con la Tunisia avevamo una eccellente collaborazione, la dobbiamo confermare. La confermeremo con il ministro che verrà da me nei primi giorni della settimana”.