Ci si cerca, ci si incontra, si scrive un appello, una lettera aperta al sindaco (vedi sotto). Arrivano le adesioni, oltre a quella di Emma Dante, anche Roberta Torre, Marco Baliani, Marco Betta, Giorgio Vasta, fra gli altri. E così si apre un blog. Dove si ricostruisce una memoria, quella di Harold Pinter, Ascanio Celestini, Peter Sellars… e di tanti artisti che i Cantieri li hanno vissuti, respirati, amati.
Tutto insomma, nasce da una incazzatura. Una di quelle sane, che quando il sangue ti arriva al cervello si accende una domanda, luminosa, lampeggiante: che sta succedendo? Che fine hanno fatto i Cantieri culturali di Palermo? Ce lo siamo chiesti, nello stesso momento e senza saperlo, prima in due, poi tre, poi trenta. Ci siamo cercati e abbiamo deciso di fare quella domanda ad alta voce: al Sindaco di Palermo ma anche a tutti quelli che, quando pensano ai Cantieri Culturali della Zisa, a quello che erano e a quello che non sono più, s’incazzano. Siamo partiti da una domanda semplice: volete che i Cantieri della Zisa tornino a essere Culturali? Ditelo, e se volete ditelo al sito www.cantierizisa.it: dite di sì, di no, del come e del perché. Ditelo come volete, ma rompete il silenzio, perchè di silenzio si muore.
Aderite se volete anche attraverso la pagina Facebook “I cantieri che vogliamo”.
Lettera aperta al sindaco di Palermo
Nelle ultime settimane si sono succeduti, sulla stampa locale, gli interventi di diversi esponenti della cultura, che hanno denunciato lo stato di abbandono in cui versano i Cantieri Culturali della Zisa: uno spazio pubblico di grande pregio che ha rappresentato, nel tempo, uno dei luoghi strategici del disegno culturale della città, ammirato in Italia e nel resto d’Europa. Disegno che l’Amministrazione Comunale, che Lei guida da otto anni, sembrava voler proseguire, almeno a giudicare dagli intenti enunciati dopo la Sua elezione nel 2002 e dal poderoso progetto di restauro per cui sono state impegnate ingenti risorse economiche.
Oggi però, tanti progetti, annunci, idee, sembrano rimasti solo sulla carta e – malgrado i soldi spesi – quello che doveva diventare il cuore pulsante delle attività artistiche e culturali, in realtà fa i conti con degrado e incuria: entrando ai Cantieri Culturali, e vedendo la loro attuale condizione, è un senso di morte e di abbandono quello che assale. Senza nulla togliere a quelle istituzioni che – nei pochissimi spazi concessi in uso – svolgono una meritoria e importante attività didattica.
Insieme all’abbandono e al degrado che abbiamo visto, ci ha allarmati sentire che, dopo tutto questo tempo in cui i Cantieri sono stati negati alla fruizione dei cittadini, ad oggi soltanto 6 padiglioni su 19 sono utilizzabili e, tra questi 6, quelli concessi all’Accademia di Belle Arti non lo sono ancora a causa della mancata messa in sicurezza delle strutture. Per non parlare degli spazi altrimenti utilizzabili e inspiegabilmente chiusi (ci dicono per problemi burocratici), come la sala cinema da 500 posti, idealmente annessa alla Filmoteca regionale ma ad essa mai consegnata.
Se veramente le cose stanno così, ci chiediamo e Le chiediamo come è stato speso il tempo e il denaro in questi otto anni.
Ma oltre al motivo di questi impedimenti strutturali e burocratici, ci chiediamo – e proprio non capiamo – perché la città non possa riappropriarsi interamente di uno spazio che rappresenta tantissime potenzialità per la vita culturale di questa città; di più, perché non possa nemmeno discuterne con Lei e con l’Amministrazione Comunale, a cui è delegata dalla nostra comunità di cittadini la gestione di questo patrimonio. Ciò che ci colpisce è la separatezza assoluta di questo spazio (che era stato recuperato con grandi sacrifici) dalla città e dai suoi operatori culturali. L’abbandono peggiore è proprio questo, a cui corrisponde lo stato di incuria in cui versa la maggior parte dei capannoni. Come cittadini innanzitutto, e come operatori culturali, associazioni, artisti, di questa come di altre città, vogliamo conoscere le ragioni di questo abbandono.
Vogliamo sapere perché in tutti questi anni non si è aperto un confronto pubblico con la città e i suoi operatori, al fine di restituire i Cantieri Culturali alla fruizione, attraverso un progetto condiviso. Vogliamo sapere se e quali progetti questa Amministrazione intenda produrre, e con quali criteri di gestione per i Cantieri della Zisa.
Del resto, senza questo confronto tra cittadini e amministratori, sulla base di quale processo, di quale progetto, di quale ragionamento sugli spazi e sulle infrastrutture, si può realmente avanzare l’idea di candidare Palermo a città europea della cultura, come qualcuno dentro l’Amministrazione aveva ipotizzato solo qualche mese fa?
Le chiediamo risposta, perché speriamo concordi con noi che il silenzio e l’abbandono non possono continuare, in una città in cui silenzio e abbandono, da sempre, soffocano il bene comune.
Emma Dante – Titti De Simone – Sandro Tranchina – Francesco Giambrone – Valeria Ferrante – Roberto Alajmo – Roberto Andò – Arrigo Benedetti Ciampi – Marco Baliani – Marco Betta – Mario Bellone – Salvo Cuccia – Giuseppe Cutino – Sabrina Petyx – Daniela Cernigliaro – I Draghi Locopei – Alessandro Rais – Beatrice Agnello – Marcello Benfante – Roberta Torre – Filippo Luna – Giorgio Vasta – Claudio Collovà – Giuseppe Schillaci – Matteo Di Gesù – Giuseppe Marsala – Simona Marchini – Franco Lannino – Ruggero Cappuccio – Davide Enia – Associazione Culturale ‘Nzocchè
Foto tratta da: www.cantierizisa.it