Anche negli altri Paesi migliaia di donne sono scese in piazza per "riprendersi la loro dignità". A Bruxelles centinaia di persone davanti alla Bourse: "Noi italiane ci meritiamo ben altro"
BRUXELLES – Anche all’estero migliaia di donne italiane scendono in piazza per dire “Basta”. D’altronde, “se non ora quando”. A Bruxelles, davanti alla Bourse, nel centro storico della città, centinaia di donne, ma anche di uomini, hanno manifestato la loro esasperazione, la vergogna e la rabbia di vedere la società italiana scivolare sempre più in basso e l’immagine della donna ridotta a mero oggetto.
Tanti i motivi per scendere in piazza. “La vergogna di subire tutti i giorni le battute di una cassiera al supermercato sulla condizione delle donne in Italia”, dice Elisa insegnante di 50 anni. “L’umiliazione di vedere i comici belgi fare la parodia di attrici e donne dello spettacolo italiane come fossero tutte delle oche giulive”, aggiunge Tiziana, 56 anni, impiegata. Nelle loro parole la vergogna lascia spazio all’indignazione. “La rabbia di vedere che quando tutte le televisioni d’Europa parlano di sesso spunta fuori sempre il nome di Berlusconi e delle veline italiane – attacca Caterina, impiegata 60enne – Non sono arrabbiata, sono proprio incazzata. Berlusconi non mi rappresenta, così come le donnine che mette lui in Parlamento. Le donne italiane meritano ben altro”. Attorno centinaia di italiane, giovani e meno giovani, ognuna con la voglia di dire: “La soglia di decenza è stata superata”.
Dai gradoni della Bourse viene data lettura di alcuni estratti presi dai giornali degli ultimi giorni, da editoriali rosa che hanno chiamato alla piazza e ai quali centinaia di donne hanno risposto. “Donne che non vogliono essere più vittime ma raccontare una storia migliore”, “La responsabilità di dire basta”, “La scelta di essere delle cittadine dalla vita normale”, “Le donne italiane come la piazza egiziana”. E poi interventi a braccio di giovani, meno giovani e nonne, che hanno parlato in più lingue per soddisfare la curiosità dei tanti passanti.
Silvia, 30 anni, una delle organizzatrici, parla di “bisogno di cambiare lo status in cui vivono le donne in Italia. E’ una questione di ambizioni, di progettualità di vita, di scelte. Insomma di libertà”. E se Alessio Postiglione, giornalista del gruppo Espresso intervenuto alla manifestazione, parla di “riprovevole mercificazione del corpo femminile”, Monica Frassoni, presidente del partito europeo dei Verdi, accenna al bisogno di “riscoprire la storia del femminismo e dell’importanza della politica delle quote in politica”.
Tutt’attorno striscioni e cartelli con scritto “Non sono in vendita”, “Italia non è un Paese per donne”, “Adesso basta”. E poi altri che chiedevano a gran voce le dimissioni di Berlusconi: “Un vero uomo si dimette”, “100% italiana, 0% berlusconiana”, “Basta Berlusconi, libertà per l’Italia”. Una manifestazione alla quale hanno aderito alcuni pariti politici (Sel, IdV) ma organizzata da un comitato di cittadini indipendente, tanto che la politica è rimasta sostanzialmente fuori e nessuna bandiera di partito sventolava in piazza. In piazza anche molti uomini, che hanno applaudito, sostenuto le proprie compagne per dire “basta”.