Centomila a Roma. E centomila anche a Milano e a Napoli. Ventimila a Palermo e migliaia a Trieste, Bari, Pesaro, Bergamo, Genova. Oltre 100 piazze, in Italia ma non solo (Bruxelles, Parigi, Barcellona, New York…) hanno lanciato un messaggio chiaro a Silvio Berlusconi: “L’Italia non è quella che si legge nelle intercettazioni di Arcore”. Così la manifestazione “Se non ora quando”, indetta sull’onda dell’indignazione femminile, si è trasformata in un evento che entrerà nella storia di questo Paese. Almeno un milione di donne e uomini hanno sfilato senza bandiere e senza simboli politici. Manifestazioni ordinate ma senza sconti. Con slogan chiari, provocatori, in qualche caso particolarmente coloriti. Sempre all’insegna di una rivendicazione semplice: “Dignità”.
“Il colpo mortale al berlusconismo”. Questa è la sintesi della giornata del governatore pugliese Nichi Vendola che ha partecipato a Milano alla manifestazione dell’orgoglio femminile. Per fare dei bilanci è ancora presto, ma i cortei hanno colpito nel segno. “C’è un’Italia migliore di quella di Lele Mora, Emilio Fede, Fabrizio Corona e Silvio Berlusconi”, dice Vendola. Parole che suonano a mo’ di risposta a quanto detto dal ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini: “Le donne che scendono oggi in piazza sono solo poche radical chic che manifestano per fini politici e per strumentalizzare le donne”. Saranno state pure delle radical chic, ma al contrario di quanto sostiene il ministro, erano tantissime. Una forza spontanea e auto-organizzata con cui Silvio Berlusconi dovrà necessariamente fare i conti. Lo ha detto dal palco di Piazza del Popolo a Roma la presidente della commissione Giustizia della Camera, la finiana Giulia Bongiorno: “Se questa cosa dovesse proseguire, si creerebbe qualcosa di grande, genuino e travolgente”.
Ma ecco come sono andate le cose nelle principali piazze italiane.
MILANO – Nonostante la pioggia, il centro della città è stato letteralmente invaso. “Da piazza del Duomo a piazza Castello i milanesi stanno facendo sentire la loro voce”, ha detto dal palco Teresa Mannino. Molte donne hanno raccolto l’appello di scendere in piazza con una sciarpa bianca, “segno di lutto per i tempi che corrono”. Fra la folla molte personalità della politica, della cultura e dello spettacolo: dal numero uno di Sinistra e libertà Nichi Vendola al presidente dell’Idv Antonio Di Pietro fino al premio Nobel Dario Fo. Centinaia i cartelli sventolati contro il premier. In prima fila oltre a un pupazzo che raffigura Berlusconi chiuso in gabbia anche uno striscione sull’ex moglie Veronica Lario: “Veronica è libera… ora tocca a noi”.
ROMA – Una folla oceanica ha invaso anche Piazza del Popolo. Tanti i cartelli sotto il palco: su uno si legge “Ex-cavaliere, qui!”. Su un altro “Ci ruba soldi cultura e dignità”. La piazza è dominata da un grande striscione firmato dalle Donne del Sud con scritto: “Non chiamatemi escort, sono una puttana. Non chiamatemi puttana, sono una schiava”.
NAPOLI – Nessun simbolo di partito, una sola bandiera, il tricolore italiano e tantissima gente. Secondo gli organizzatori, al corteo del capoluogo campano hanno partecipato 100mila persone. Ad aprire il lungo serpentone che ha attraversato la città da piazza Matteotti a piazza Dante, lo striscione con il claim dell’iniziativa: “Se non ora quando?”. Molte donne indossavano una maglietta bianca con scritto “Mi riprendo il mio futuro”.
“Siamo 100mila, tutte non a disposizione di Berlusconi”, ha sottolineato dal palco Elena Coccia, una delle organizzatrici. Teresa Potenza, della Camera del lavoro di Napoli, ha osservato come l’iniziativa sia stata organizzata “dal niente, senza strumenti e senza nulla. Questo significa che c’e’ una forte voglia di dissenso”. Un’opinione condivisa anche da Rosa Russo Jervolino, sindaco della città: “Napoli rispetta la sua medaglia d’oro della Resistenza e si schiera in favore della difesa della dignità del Parlamento, della magistratura e della dignità della donna”.
TORINO – Piazza San Carlo, punto di partenza dei cortei, affollata come nelle manifestazioni storiche del primo maggio. I portici di via Roma impercorribili come non mai. La città è rimasta paralizzata per ore ore. Una fiumana di gente ha attraversato tutte le arterie principali del centro storico.”Siamo partiti in 50 mila – hanno gridato le donne torinesi – ora siamo diventati 100 mila“. Chi sfilava in corteo portava ombrelli colorati con su scritto lo slogan: “Per ripararci dal fango che viene gettato su noi donne”. “Una manifestazione gentile” urlavano dal palco di piazza Vittorio. Tanti gli striscioni con scritte come: “Donna è cultura”, “no alla pornocrazia” e “io non mi arrendo”. In via Verdi, dove c’è la sede della Rai, alcuni dei manifestanti hanno voluto fare un appello “contro chi propone alle nuove generazioni guadagni facili attraverso l’offerta della bellezza al potente di turno”.
VENEZIA – ”Berlusconi, tu ci Ruby la libertà”: è uno dei cento cartelli della manifestazioni per la dignità delle donne svoltasi oggi a Venezia. Campo Santa Margherita, uno dei più grandi della città lagunare, completamente pieno, autobus incolonnati sulla terraferma che hanno lasciato gente a terra. Novemila donne hanno partecipato al raduno antiberlusconiano secondo le organizzatrici (una quindicina di attiviste che hanno creato l’evento in modo trasversale), oltre quattromila invece le manifestanti per le forze dell’ordine. Dal palco, una studente ha letto una toccante e agguerrita ‘Lettera a Ruby’ che comincia con: “Preferiamo chiamarti Karima”, e l’appello contro “il modello di relazione tra donne e uomini ostentato da una delle massime cariche dello Stato”. Solidarietà inoltre è stata espressa per Nicoletta Zago, operaia che da tre giorni, su una torre di Marghera a 150 metri d’altezza, è in sciopero della fame per il posto di lavoro. Per circa tre ore sul palco si sono alternate attrici con scene teatrali esilaranti, grintosi cori vocali, poetesse e gruppi di donne che hanno letto i propri documenti sulla dignità femminile.
BARI – Il corteo del capoluogo pugliese si è concluso con l’annunciato flash mob: alcune delle manifestanti hanno stracciato simbolicamente alcuni cartellini dei prezzi con il codice a barre al momento del loro arrivo nella gremita piazza del Ferrarese. La manifestazione, che ha visto la partecipazione di circa 10mila persone, è partita dalla centralissima piazza della Prefettura e ha sfilato pacificamente per le vie della città con striscioni e cartelli. “Chi governa deve dare il buon esempio e non chiedere il legittimo impedimento”, e ancora: “Indisponibile”.
PALERMO – Sono circa diecimila le persone giunte in piazza Verdi a Palermo dietro lo striscione “Se non ora quando?”. Cori e slogan hanno accompagnato un corteo variopinto che è partito da piazza Croci e a cui hanno partecipato anche molti uomini e famiglie con bambini. Su un palco si stanno esibendo artisti locali e lo spettacolo durerà fino al primo pomeriggio. “Senza rendercene conto – hanno detto alcune delle partecipanti – abbiamo superato la soglia della decenza. Il modello di relazione tra donne e uomini, ostentato da una delle massime cariche dello Stato, incide profondamente negli stili di vita e nella cultura nazionale, legittimando comportamenti lesivi della dignità delle donne e delle istituzioni”.
TRIESTE – Donne di tutte le età, ma anche molti uomini con tamburi, cartelli, fischietti e coperchi di pentole. Da piazza dell’Unità d’Italia, sotto la Prefettura, punto d’incontro della manifestazione, è partito un corteo spontaneo di circa tremila persone che si è diretto verso la vicina piazza della Borsa. Ad aprire il corteo uno striscione a fondo rosso e scritta bianca del ‘Coordinamento donne Trieste’. Molti i cartelli con scritte spiritose: “Donne sull’orlo di una crisi di disgusto”. Un manifestante ha invece issato un tricolore molto particolare: fatto con tre mutande, una bianca, una rossa e una verde “per un’Italia unita e per bene”. Ha preso parte all’evento anche la presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat.
PESARO – Quasi un migliaio di persone hanno partecipato dalle 11 di questa mattina alla mobilitazione organizzata dal comitato ‘Se non ora quando?’, nella centralissima piazza del Popolo. Più che una giornata di polemiche, è stata una grande festa e non solo al femminile: molte donne non impegnate politicamente e una larga rappresentanza maschile hanno partecipato in un clima tranquillo. Tanti i palloncini rosa. Diversi i cartelli, a significare la posizione delle donne pesaresi: “Siamo stufe di mantenere una classe dirigente venduta e comprata”, “Vogliamo dignità”, “Non sono una sua dipendente”. Preso d’assalto anche il gazebo all’interno del quale si raccoglievano le firme di protesta.
IMPERIA – “Belen e Canalis, dal palcoscenico dell’Ariston lanciate un messaggio anche voi per sostenere diritti e dignità della donna”. Con queste parole Alixi Patri, portavoce del coordinamento donne della Cgil, si è rivolta alle due showgirl che partaciperanno al Festival di Sanremo che si aprirà martedì prossimo. All’iniziativa della città ligure hanno preso parte oltre 700 donne, ma anche uomini appartenenti alle più svariate associazioni, partiti e sindacati – tra cui Cgil, Arci Guernica, Pd, Sel e Rifondazione. “Il nostro obiettivo – ha commentato Patri – è difendere la dignità e i diritti delle donne che non sono solo quelle rappresentate sui giornali e i mass media. In un momento di crisi economica, inoltre, la donna si conferma soggetto più debole”.
CAGLIARI – In piazza Amendola, di fronte al porto turistico della città, si sono alternate donne comuni che hanno rivendicato il rispetto per il mondo femminile. Ad ascoltare gli interventi circa 4.000 persone. Tantissimi anche gli uomini e i ragazzi. In un lato della piazza è stata legata una fune cui sono stati appesi messaggi, poesie, frasi di donne famose (Virginia Woolf, Simone de Beauvoir, Hannah Arendt, Marguerite Yourcenar) ma anche delle partecipanti. Al posto delle bandiere di partito, le donne cagliaritane hanno portato in piazza un mazzetto di mimose o degli adesivi con scritto ‘Io per la dignità delle donne’.
BRUXELLES – Anche la capitale d’Europa è scesa in piazza per riaffermare i diritti delle donne e per dimostrare l’indignazione verso il premier italiano travolto dal caso Ruby. Nella centralissima Place de la Bourse mille persone hanno manifestato al grido di “Se non ora quando?”. Tanti i cartelli: “Noi non siamo in vendita”, “Bandire Berlusconi dal Consiglio europeo”. Ma anche “Silvio enjoy bunga bunga in jail”. E ancora tanti slogan scanditi in coro, da “Basta plastica” a “Basta mafia e prostituzione, più rispetto per la Costituzione”. Un’iniziativa riuscita ben oltre le più rosee previsioni, hanno affermato soddisfatti gli organizzatori. In effetti davanti al palazzo della Borsa una folla di italiani così non si vedeva dalla vittoria ai mondiali di calcio del luglio 2006.
Cronaca
Il riscatto delle donne, ma non solo
Oltre un milione di persone in 100 piazze
"Se non ora quando" fa il pienone. Non solo in Italia, ma anche all'estero. Il ministro Gelmini, però, nega l'evidenza e dice: "Sono solo poche radical chic"
“Il colpo mortale al berlusconismo”. Questa è la sintesi della giornata del governatore pugliese Nichi Vendola che ha partecipato a Milano alla manifestazione dell’orgoglio femminile. Per fare dei bilanci è ancora presto, ma i cortei hanno colpito nel segno. “C’è un’Italia migliore di quella di Lele Mora, Emilio Fede, Fabrizio Corona e Silvio Berlusconi”, dice Vendola. Parole che suonano a mo’ di risposta a quanto detto dal ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini: “Le donne che scendono oggi in piazza sono solo poche radical chic che manifestano per fini politici e per strumentalizzare le donne”. Saranno state pure delle radical chic, ma al contrario di quanto sostiene il ministro, erano tantissime. Una forza spontanea e auto-organizzata con cui Silvio Berlusconi dovrà necessariamente fare i conti. Lo ha detto dal palco di Piazza del Popolo a Roma la presidente della commissione Giustizia della Camera, la finiana Giulia Bongiorno: “Se questa cosa dovesse proseguire, si creerebbe qualcosa di grande, genuino e travolgente”.
Ma ecco come sono andate le cose nelle principali piazze italiane.
MILANO – Nonostante la pioggia, il centro della città è stato letteralmente invaso. “Da piazza del Duomo a piazza Castello i milanesi stanno facendo sentire la loro voce”, ha detto dal palco Teresa Mannino. Molte donne hanno raccolto l’appello di scendere in piazza con una sciarpa bianca, “segno di lutto per i tempi che corrono”. Fra la folla molte personalità della politica, della cultura e dello spettacolo: dal numero uno di Sinistra e libertà Nichi Vendola al presidente dell’Idv Antonio Di Pietro fino al premio Nobel Dario Fo. Centinaia i cartelli sventolati contro il premier. In prima fila oltre a un pupazzo che raffigura Berlusconi chiuso in gabbia anche uno striscione sull’ex moglie Veronica Lario: “Veronica è libera… ora tocca a noi”.
ROMA – Una folla oceanica ha invaso anche Piazza del Popolo. Tanti i cartelli sotto il palco: su uno si legge “Ex-cavaliere, qui!”. Su un altro “Ci ruba soldi cultura e dignità”. La piazza è dominata da un grande striscione firmato dalle Donne del Sud con scritto: “Non chiamatemi escort, sono una puttana. Non chiamatemi puttana, sono una schiava”.
NAPOLI – Nessun simbolo di partito, una sola bandiera, il tricolore italiano e tantissima gente. Secondo gli organizzatori, al corteo del capoluogo campano hanno partecipato 100mila persone. Ad aprire il lungo serpentone che ha attraversato la città da piazza Matteotti a piazza Dante, lo striscione con il claim dell’iniziativa: “Se non ora quando?”. Molte donne indossavano una maglietta bianca con scritto “Mi riprendo il mio futuro”.
“Siamo 100mila, tutte non a disposizione di Berlusconi”, ha sottolineato dal palco Elena Coccia, una delle organizzatrici. Teresa Potenza, della Camera del lavoro di Napoli, ha osservato come l’iniziativa sia stata organizzata “dal niente, senza strumenti e senza nulla. Questo significa che c’e’ una forte voglia di dissenso”. Un’opinione condivisa anche da Rosa Russo Jervolino, sindaco della città: “Napoli rispetta la sua medaglia d’oro della Resistenza e si schiera in favore della difesa della dignità del Parlamento, della magistratura e della dignità della donna”.
TORINO – Piazza San Carlo, punto di partenza dei cortei, affollata come nelle manifestazioni storiche del primo maggio. I portici di via Roma impercorribili come non mai. La città è rimasta paralizzata per ore ore. Una fiumana di gente ha attraversato tutte le arterie principali del centro storico.”Siamo partiti in 50 mila – hanno gridato le donne torinesi – ora siamo diventati 100 mila“. Chi sfilava in corteo portava ombrelli colorati con su scritto lo slogan: “Per ripararci dal fango che viene gettato su noi donne”. “Una manifestazione gentile” urlavano dal palco di piazza Vittorio. Tanti gli striscioni con scritte come: “Donna è cultura”, “no alla pornocrazia” e “io non mi arrendo”. In via Verdi, dove c’è la sede della Rai, alcuni dei manifestanti hanno voluto fare un appello “contro chi propone alle nuove generazioni guadagni facili attraverso l’offerta della bellezza al potente di turno”.
VENEZIA – ”Berlusconi, tu ci Ruby la libertà”: è uno dei cento cartelli della manifestazioni per la dignità delle donne svoltasi oggi a Venezia. Campo Santa Margherita, uno dei più grandi della città lagunare, completamente pieno, autobus incolonnati sulla terraferma che hanno lasciato gente a terra. Novemila donne hanno partecipato al raduno antiberlusconiano secondo le organizzatrici (una quindicina di attiviste che hanno creato l’evento in modo trasversale), oltre quattromila invece le manifestanti per le forze dell’ordine. Dal palco, una studente ha letto una toccante e agguerrita ‘Lettera a Ruby’ che comincia con: “Preferiamo chiamarti Karima”, e l’appello contro “il modello di relazione tra donne e uomini ostentato da una delle massime cariche dello Stato”. Solidarietà inoltre è stata espressa per Nicoletta Zago, operaia che da tre giorni, su una torre di Marghera a 150 metri d’altezza, è in sciopero della fame per il posto di lavoro. Per circa tre ore sul palco si sono alternate attrici con scene teatrali esilaranti, grintosi cori vocali, poetesse e gruppi di donne che hanno letto i propri documenti sulla dignità femminile.
BARI – Il corteo del capoluogo pugliese si è concluso con l’annunciato flash mob: alcune delle manifestanti hanno stracciato simbolicamente alcuni cartellini dei prezzi con il codice a barre al momento del loro arrivo nella gremita piazza del Ferrarese. La manifestazione, che ha visto la partecipazione di circa 10mila persone, è partita dalla centralissima piazza della Prefettura e ha sfilato pacificamente per le vie della città con striscioni e cartelli. “Chi governa deve dare il buon esempio e non chiedere il legittimo impedimento”, e ancora: “Indisponibile”.
PALERMO – Sono circa diecimila le persone giunte in piazza Verdi a Palermo dietro lo striscione “Se non ora quando?”. Cori e slogan hanno accompagnato un corteo variopinto che è partito da piazza Croci e a cui hanno partecipato anche molti uomini e famiglie con bambini. Su un palco si stanno esibendo artisti locali e lo spettacolo durerà fino al primo pomeriggio. “Senza rendercene conto – hanno detto alcune delle partecipanti – abbiamo superato la soglia della decenza. Il modello di relazione tra donne e uomini, ostentato da una delle massime cariche dello Stato, incide profondamente negli stili di vita e nella cultura nazionale, legittimando comportamenti lesivi della dignità delle donne e delle istituzioni”.
TRIESTE – Donne di tutte le età, ma anche molti uomini con tamburi, cartelli, fischietti e coperchi di pentole. Da piazza dell’Unità d’Italia, sotto la Prefettura, punto d’incontro della manifestazione, è partito un corteo spontaneo di circa tremila persone che si è diretto verso la vicina piazza della Borsa. Ad aprire il corteo uno striscione a fondo rosso e scritta bianca del ‘Coordinamento donne Trieste’. Molti i cartelli con scritte spiritose: “Donne sull’orlo di una crisi di disgusto”. Un manifestante ha invece issato un tricolore molto particolare: fatto con tre mutande, una bianca, una rossa e una verde “per un’Italia unita e per bene”. Ha preso parte all’evento anche la presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat.
PESARO – Quasi un migliaio di persone hanno partecipato dalle 11 di questa mattina alla mobilitazione organizzata dal comitato ‘Se non ora quando?’, nella centralissima piazza del Popolo. Più che una giornata di polemiche, è stata una grande festa e non solo al femminile: molte donne non impegnate politicamente e una larga rappresentanza maschile hanno partecipato in un clima tranquillo. Tanti i palloncini rosa. Diversi i cartelli, a significare la posizione delle donne pesaresi: “Siamo stufe di mantenere una classe dirigente venduta e comprata”, “Vogliamo dignità”, “Non sono una sua dipendente”. Preso d’assalto anche il gazebo all’interno del quale si raccoglievano le firme di protesta.
IMPERIA – “Belen e Canalis, dal palcoscenico dell’Ariston lanciate un messaggio anche voi per sostenere diritti e dignità della donna”. Con queste parole Alixi Patri, portavoce del coordinamento donne della Cgil, si è rivolta alle due showgirl che partaciperanno al Festival di Sanremo che si aprirà martedì prossimo. All’iniziativa della città ligure hanno preso parte oltre 700 donne, ma anche uomini appartenenti alle più svariate associazioni, partiti e sindacati – tra cui Cgil, Arci Guernica, Pd, Sel e Rifondazione. “Il nostro obiettivo – ha commentato Patri – è difendere la dignità e i diritti delle donne che non sono solo quelle rappresentate sui giornali e i mass media. In un momento di crisi economica, inoltre, la donna si conferma soggetto più debole”.
CAGLIARI – In piazza Amendola, di fronte al porto turistico della città, si sono alternate donne comuni che hanno rivendicato il rispetto per il mondo femminile. Ad ascoltare gli interventi circa 4.000 persone. Tantissimi anche gli uomini e i ragazzi. In un lato della piazza è stata legata una fune cui sono stati appesi messaggi, poesie, frasi di donne famose (Virginia Woolf, Simone de Beauvoir, Hannah Arendt, Marguerite Yourcenar) ma anche delle partecipanti. Al posto delle bandiere di partito, le donne cagliaritane hanno portato in piazza un mazzetto di mimose o degli adesivi con scritto ‘Io per la dignità delle donne’.
BRUXELLES – Anche la capitale d’Europa è scesa in piazza per riaffermare i diritti delle donne e per dimostrare l’indignazione verso il premier italiano travolto dal caso Ruby. Nella centralissima Place de la Bourse mille persone hanno manifestato al grido di “Se non ora quando?”. Tanti i cartelli: “Noi non siamo in vendita”, “Bandire Berlusconi dal Consiglio europeo”. Ma anche “Silvio enjoy bunga bunga in jail”. E ancora tanti slogan scanditi in coro, da “Basta plastica” a “Basta mafia e prostituzione, più rispetto per la Costituzione”. Un’iniziativa riuscita ben oltre le più rosee previsioni, hanno affermato soddisfatti gli organizzatori. In effetti davanti al palazzo della Borsa una folla di italiani così non si vedeva dalla vittoria ai mondiali di calcio del luglio 2006.
B.COME BASTA!
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“Se non ora, quando?” Donne in piazza,
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“All’estero la vergogna di subire tutti i giorni battute per colpa di Berlusconi”
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Top 5 della 2ª di Sanremo: Giorgia, Cristicchi, Fedez, Lauro e Corsi – Michielin piange, Show Frassica, Balti splende| Pagelle di C.Rossi
Milano, 12 feb. (Adnkronos) - Il conto in Olanda dove sono stati sequestrati i soldi versati da Massimo Moratti, nell'ambito di una truffa in cui è stato usato il nome del ministro della Difesa Massimo Crosetto, risulta intestato a più persone straniere su cui ora sono in corso gli accertamenti per verificarne l'esistenza e anche per capire eventuali collegamenti con altri soggetti. E' quanto si apprende da fonti investigative.
In particolare, da quanto emerge, sul conto olandese risultano versati i 980mila euro della truffa al presidente di Saras, soldi che il gruppo avrebbe tentato di spostare altrove, ma la tempistica non ha giocato a loro favore e il 'congelamento' del denaro è arrivato prima.
In attesa degli esiti delle rogatorie, si attendono già domani, in procura a Milano si continua a lavorare anche sui numeri telefonici usati per mettere a segno i plurimi tentativi di truffa - ora usando il nome del ministro o del suo staff - nei confronti del gotha dell'imprenditoria e della finanza.
Roma, 12 feb. (Adnkronos) - Sicurezza negli stadi, contrasto alla criminalità e prevenzione dei comportamenti illeciti. Sono le tematiche al centro del tavolo presieduto dai ministri dell’Interno e per lo Sport e i giovani, Matteo Piantedosi e Andrea Abodi che hanno incontrato i presidenti di Figc Gabriele Gravina, Lega serie A, Ezio Simonelli, Lega nazionale professionisti serie B, Paolo Bedin, Lega italiana calcio professionistico, Matteo Marani, Lega nazionale dilettanti, Giancarlo Abete. Presenti anche il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni, il capo della Polizia, Vittorio Pisani e il presidente dell’Osservatorio sulle manifestazioni sportive, Mario Improta.
La riunione è stata l’occasione per proseguire il confronto già avviato su proposte e iniziative da mettere in campo congiuntamente. L’obiettivo rimane quello di tutelare le tifoserie sane e di individuare in maniera chirurgica coloro che vanno allo stadio per attuare comportamenti criminali e violenti, assicurando un ambiente più sicuro e vivibile per tutti gli appassionati. Il tavolo ha anche discusso di azioni concrete per contrastare le scommesse illegali e per arginare il fenomeno della pirateria audiovisiva, sanzionando i fruitori dei contenuti illegali. Prossimo incontro tra un mese. Così una nota congiunta dei ministri dell'Interno e per lo Sport e i giovani.
Londra, 12 feb. (Adnkronos) - Non sarà consentito l'alcol ai Mondiali del 2034 in Arabia Saudita. Lo ha dichiarato l'ambasciatore saudita nel Regno Unito, il principe Khalid bin Bandar Al Saud. I tifosi che assisteranno al torneo non potranno trovare bevande alcoliche negli hotel, nei ristoranti o negli stadi. L'Arabia Saudita è un paese differente dal Qatar, dove l'alcol era disponibile in alcuni posti durante i Mondiali del 2022, e non ci saranno eccezioni per questo torneo. "Al momento, non consentiamo l'alcol", ha detto Al Saud a LBC.
"Ci si può divertire molto senza alcol, non è necessario al 100% e se vuoi bere dopo essere andato via, sei il benvenuto, ma al momento non abbiamo alcol. Un po' come il nostro clima, è un paese secco". L'Arabia Saudita è stata confermata come paese ospitante della Coppa del Mondo a dicembre, nonostante le preoccupazioni sui diritti umani. Alla domanda se i tifosi gay di calcio sarebbero stati al sicuro nel paese, Al Saud ha aggiunto: "Daremo il benvenuto a tutti in Arabia Saudita. Non è un evento saudita, è un evento mondiale. E in larga misura, daremo il benvenuto a chiunque voglia venire".
Roma, 12 feb. (Adnkronos) - Le attiviste del Referendum Cittadinanza hanno lanciato un appello via social alle artiste e agli artisti che in questi giorni si esibiranno sul palco del Festival di Sanremo: dire Sì all’Italia che riconosce tutte le sue figlie e tutti i suoi figli direttamente dall’Ariston. La cantante Giorgia e Brunori Sas sono stati i primi a rispondere all'appello e, insieme alle attiviste di ActionAid Utibe Joseph e Kejsi Hodo, hanno cantato il celebre brano di Toto Cutugno L'Italiano.
Gli artisti, poi, hanno ricevuto in dono un ciuccio con un nastrino tricolore da portare con sé sul palco, come simbolo di tutti quei figli e figlie d'Italia che non hanno ancora il riconoscimento della cittadinanza. Il referendum cittadinanza ha ricevuto l'ok dalla Corte Costituzionale lo scorso 20 gennaio insieme agli altri 4 quesiti sul lavoro promossi dalla Cgil. Andrà al voto in primavera.
Dopo la bocciatura del quesito sull'Autonomia la sfida del quorum si fa più ardua, ed è per questo che i promotori partono proprio dal più popolare spettacolo televisivo italiano per richiamare l'attenzione del Paese sull'appuntamento referendario. Il referendum cittadinanza è stato promosso da +Europa, Possibile, Dalla Parte Giusta della Storia, ActionAid, Libera, Arci, Italiani senza Cittadinanza, Conngi, insieme a una grande rete di oltre 70 organizzazioni.
Milano, 12 feb. (Adnkronos) - La competenza territoriale si radica a Milano, da qualunque lato si inquadri la questione. Lo sostiene la Cassazione nelle motivazioni sul caso Visibilia che vede indagata, tra gli altri, la ministra del Turismo Daniela Santanchè con l'ipotesi di truffa aggravata all'Inps in relazione alla cassa integrazione nel periodo Covid. Nel provvedimento, che segue la decisione dello scorso 29 gennaio, si rigetta la richiesta della difesa di considerare singole ipotesi di truffa (e non una truffa continuata) e di radicare la competenza a Roma.
Per il collegio della seconda sezione penale presieduta da Anna Petruzzellis - chiamato a rispondere alla questione sollevata dalla giudice delle indagini preliminari di Milano Tiziana Gueli - dato che la procura meneghina ha rilevato che l'ultima erogazione dei contributi è stata pagata a un dipendente in una banca nel Milanese, "deve essere affermata la competenza territoriale del Tribunale di Milano". Nell'indagine, coordinata dai pubblici ministeri Maria Giuseppina Gravina e Luigi Luzi, risultano coinvolti 13 dipendenti delle due società indagate, Visibilia Concessionaria srl e Visibilia Editore spa, che sarebbero stati messi in cassa integrazione a zero ore senza saperlo (e quindi continuando a lavorare) causando un 'danno' di oltre 126 mila euro versati dall'Inps.
"La soluzione - si legge nella decisione della Cassazione - non cambia nel caso in cui si voglia ancorare la competenza territoriale al momento della richiesta della cassa integrazione, posto che dalla documentazione prodotta in atti risulta che la richiesta è stata inviata alla sede Inps di Milano e che sempre la sede Inps di Milano ha autorizzato la cassa integrazione". Infine, a rafforzare la competenza territoriale il fatto che "avendo le società sede a Milano, il delitto di truffa si è comunque consumato a Milano, al momento della acquisizione dell’ingiusto profitto da parte delle società, che si realizza in concomitanza con la percezione dei contributo da parte dei lavoratori". L'udienza preliminare sul caso Visibilia riprenderà come da calendario il 26 marzo prossimo.
Roma, 12 feb. (Adnkronos) - L'aula della Camera ha approvato la proposta di legge recante 'modifiche alla disciplina della Fondazione Ordine costantiniano di San Giorgio di Parma'. I voti favorevoli sono stati 140, 84 quelli contrari e 3 gli astenuti.
Roma, 12 feb. (Adnkronos) - "Ho visto Sanremo ieri sera, erano anni che non lo vedevo, ma sono rimasto sveglio fino alle 2 per vedermelo tutto. Mi è piaciuto per la qualità espressa, è una vetrina italiana vera. Come ha detto Jovanotti è un po’ come Natale, capodanno, carnevale". Filippo Ricci, direttore creativo della Stefano Ricci Spa, ha commentato così con l'Adnkronos la prima serata del 75esimo Festival di Sanremo e gli outfit del conduttore Carlo Conti creati dalla maison.
Che emozione è stata vedere Carlo Conti con i vostri abiti in apertura del 75esimo Festival della Canzone italiana?
"Siamo abituati a palcoscenici internazionali, ma è la prima volta che saliamo con rispetto sul palco dell'Ariston, tra l'altro con il conduttore e direttore, e quindi è stata una bella emozione. Ero un po' in apprensione che questo outfit gli tornasse bene addosso in una serata movimentata. E' fatto tutto al 100% in Italia, su misura per Carlo, e c'è stato dietro un lavoro di ricerca, insieme a lui, dei tessuti e della costruzione dei modelli in questi mesi, quindi è stato parte proattiva della ricerca e dello sviluppo degli outfit per queste cinque serate", ha spiegato Filippo Ricci.
Che idea avete avuto nello sviluppo degli outfit? Ne utilizzerà uno a serata?
"L'idea che abbiamo avuto, sin dall'inizio, è stata quella di fare un percorso di sartorialità. Noterete che sono tutti outfit abbastanza rigorosi, anche se la qualità dei tessuti conferisce un senso di morbidezza. L'idea era di dare un concetto di eleganza senza tempo perché Sanremo appartiene alla cultura del Paese. Poi ieri sera abbiamo giocato con il colore, il midnight blu, questo blu notte che è ben diverso dal classico nero, anche se ci saranno degli outfit scuri in seguito. Non conosco la sequenza, visto che la deciderà lui con il proprio staff ogni sera. Sono tutti pronti e a disposizione, con un nostro sarto dedicato dietro le quinte. Carlo ha più scelte, ma credo userà un outfit a serata perché da quello che ho visto ieri, nel movimento veloce tra uno spazio e l'altro credo che voglia mantenere un ritmo serrato per le tempistiche sceniche sue".
Quali emozioni ci sono state durante la prima serata del Festival?
"E' stato bello vedere Papa Francesco e ascoltare il suo messaggio, credo che sia la prima volta nella storia del Festival, quindi anche solo quella è stata un'immagine potente. Poi Jovanotti ha provocato una scarica d’energia positiva, da re dell'entertainment", ha spiegato il direttore creativo della Stefano Ricci Spa.
Carlo Conti era preoccupato di non riuscire a valorizzare la classe e la modernità degli smoking, ci è riuscito?
"Ci è riuscito assolutamente, ha un bel portamento, e gli ho detto 'sei proprio un bel modello'. E' un uomo che sa stare sul palcoscenico e vestire dei capi sartoriali. Quello di ieri non era un capo semplicissimo, è una giacca smoking in velluto blu, tra l'altro quello è un jersey di velluto, quindi più morbido, ma lo vestiva molto bene, con i tre pezzi, e sotto aveva un gilet in lana coordinato con il pantalone mohair. Abbiamo voluto fare proprio il tocco estremo di sartorialità con tutto il bordino in raso che è stato fatto su tutto il revere. L'idea era quella di rispettare un percorso abbastanza classico della sartorialità italiana e fiorentina, perché se si va a vedere la spalla, è una vecchia scuola fiorentina il modo di realizzarla in maniera morbida, quindi la giacca è molto leggera".
Queste sera la seconda serata con nuove sorprese?
"Gli abiti sono smoking oppure giacche da cocktail, quindi ci sarà un'alternanza dove Carlo ha possibilità di scelta anche tra cravatta o papillon. Ci hanno scritto in molti sui social, anche dall’estero a conferma di una vetrina internazionale come Sanremo, proprio per avere questa informazione, ed è molto divertente. La cosa interessante è che ci arrivano messaggi da tutto il mondo, perché è il Festival della canzone italiana, è italianissimo, ma lo guardano in America, lo guardano gli italo-americani, lo guardano in Sud America, lo guardano a Est, e comunque la visibilità internazionale è importante. Questo è un palcoscenico di italianità che richiama la musica italiana in generale ma non solo", ha spiegato Filippo Ricci la cui maison vende in tutto il mondo.
I nostri mercati principali?
"Noi produciamo tutto in Italia, ma in Italia vendiamo poco. Noi vendiamo a clienti in tutto il mondo, con le nostre 82 boutique e in Italia ne abbiamo due a Firenze dove è anche la sede dell'azienda, due a Milano, uno a Porto Cervo. Tra i mercati più importanti gli Stati Uniti, le capitali del continente europeo come Londra e Parigi, al Middle East, Dubai, fino alla Cina. A Carlo Conti abbiamo fornito tutto l'outfit, dalle scarpe, alle camicie, e abbiamo anche fatto diversi capi sportivi per le conferenze stampa e gli altri impegni del Festival. Dalle giacche in maglia sportive con le sneaker più casual e abbiamo lavorato insieme per fargli provare un po' di tessuti anche particolari"ha concluso Filippo Ricci. (di Emanuele Rizzi)