E in un sondaggio sul sito Internet del settimanale cattolico più della metà dei lettori chiede al premier di dimettersi
A giudicare Berlusconi saranno tre giudici donne. Una “nemesi” secondo il settimanale cattolico Famiglia Cristiana. Che sul suo sito lancia un sondaggio, in cui più della metà dei lettori chiede le dimissioni del premier. Mentre il presidente della Cei Angelo Bagnasco parla “necessità di trasparenza a tutti i livelli”.
“Allora, la sentenza in mano a tre signore. Viene subito in mente la nemesi. Tu, Berlusconi, delle donne ti sei servito, e in malo modo; le stesse donne faranno giustizia”. E’ questo il commento alla notizia del rito immediato per Berlusconi, che Famiglia Cristiana affida a un editoriale on line. “Con l’aria che tira – si legge nel testo – la notizia non è il rinvio a giudizio immediato. E’ la composizione del collegio giudicante: tre donne. Che Berlusconi dovesse andare a processo era sontato”.
“Che poi – continua l’articolo firmato da Giorgio Vecchiato – la composizione del collegio giudicante sia un caso, o risponda a una intenzione punitiva, i Tg di oggi e la stampa di domani daranno fiato alle trombe della polemica. Se però dobbiamo esprimere un parere, ha torto chi pensa a un esito già scritto. Per questo, basta vedere come si sono espresse le stesse donne, illustri o ignote, competenti o solo volonterose, in articoli e interviste su tutti i giornali italiani”.
E sulle ultime vicende che coinvolgono il premier è intervenuto anche il presidente della Cei Bagnasco. Che, senza fare esplicito riferimento al rinvio a giudizio deciso dal gip di milano, ha detto: “La trasparenza è un bene da perseguire sempre a tutti i livelli per il bene del Paese. La trasparenza è un valore che tutti desiderano e che fa parte di una cultura dignitosa”.
Sulla homepage del sito Internet del settimanale cattolico è stato poi lanciato un sondaggio: “Berlusconi a processo: dovrebbe dimettersi?”. La risposta, per la maggioranza è sì. Quando hanno votato 4.160 lettori il 97,8% si è espresso perché il presidente del Consiglio lasci l’incarico. Poi la percentuale scende al 56,5% quando a votare sono stati in 14.974.