Essendomi formato come magistrato ed essendo abituato a sentire parlare di massoneria solo in occasione di indagini più o meno gravi sono sempre stato fortemente diffidente e scettico nei confronti delle varie fratellanze. Non avendo una cultura specifica – ed essendo stato costretto a confrontarmi direttamente con la massoneria a causa di alcune iniziative minacciate o poste in essere contro di me da parte di colleghi massoni – ho iniziato quindi un’attività di studio e di ricerca su libri e siti web.
Inaspettatamente mi sono imbattuto nel sito del Grande Oriente Democratico, in cui i massoni ringraziavano la magistratura per l’attività d’indagine sulle loro stesse deviazioni e rivendicavano con orgoglio la loro natura di “scuola di virtù civiche e spirituali, scudo per i più deboli e disagiati, riscatto delle ingiustizie, difesa dello Stato di diritto e dell’ethos delle Istituzioni” etc., arrivando ad affermare che “la massoneria non può e non deve essere una rete ‘mafiosa’ a protezione di interessi inconfessabili e/o di propri affiliati che si macchino di fatti criminosi o comunque illeciti”.
Quasi incredulo in ragione dei miei pregiudizi, tramite l’indirizzo e-mail riportato nel sito contattai il maestro responsabile, Gioele Magaldi, con il quale ho poi avuto il piacere di intrattenermi per qualche incontro in un noto bar capitolino e, forte della sua disponibilità, ne ho approfittato per togliermi molti dubbi e comprendere aspetti storici che mi erano ignoti. Devo dire che mi ha fatto molto piacere conoscere questo aspetto della massoneria, molto lontano dai comitati di affari e dalle varie cricche che, con i meriti della massoneria nel Risorgimento italiano e nel processo di unificazione dell’Italia, davvero non hanno nulla a che fare.
Per convinzione personale credo infatti che i mali di un sistema è bene che siano affrontati e risolti (anche) all’interno del sistema stesso.
Mi sembra quindi davvero un buon segno, questo del Grande Oriente Democratico, e mi auguro che possa essere l’inizio di una collaborazione sincera e duratura tra massoneria e magistratura volta, da un lato, a recuperare la reale dimensione etica interna alla massoneria, dall’altro, come conseguenza, a superare i pregiudizi che in Italia (più che altrove) accompagnano l’attività delle logge (favorendo, di fatto, il “rifugio” dei fratelli in logge coperte e, quindi, molto meno trasparenti), facendo al contempo pulizia di quella massoneria deviata e dedita ad affari e crimini vari che è anche per i massoni (quelli veri) un peso insostenibile e fonte di vergogna.
Il fenomeno non è isolato: in Francia si sta assistendo ad un grande conflitto interno alla Gran Loggia Nazionale Francese – che viene contestata anche da altre logge per la propensione a dedicarsi a temi non strettamente massonici, ma di matrice politico affaristica – al punto che di recente è stata commissariata dalla magistratura a seguito di insanabili conflitti interni. Speriamo che la massoneria vera abbia dunque la forza di rivendicare con forza i propri ideali anche in Italia, avendo essa stessa il coraggio di rivolgersi alla magistratura e di uscire così dall’ombra e dal pregiudizio che è conseguito a tutte queste gravissime deviazioni interne dagli ideali che in passato hanno caratterizzato il lavoro delle “officine”.
Sarebbe un bel modo per ricordare i meriti garibaldini nel 150° anno dall’unità d’Italia.