Questa fotografia non esiste. Perché se esistesse, forse, sarebbe conservata in una soffitta, come il ritratto di Dorian Gray, il celebre quadro che patisce le miserie della sorte al posto del vizioso Dorian, e che invecchia sempre più, giorno per giorno. Ma il personaggio nato dalla fantasia di Oscar Wilde restava eternamente giovane perché aveva fatto un patto col diavolo. Mentre Berlusconi, al massimo, il patto lo ha stipulato con gli italiani, siglandolo a Porta a Porta nel 2001 (chi se lo ricorda?) dinanzi al notaio Bruno Vespa.
Questo per dire che non sono affatto sicuro che la guerra la si possa vincere con il ventilato scoop delle foto di un Berlusconi sorpreso nudo durante le notti di Arcore. Anzi, sono convinto che queste cose appartengano a una neo-cultura dell’informazione ereditata dal più becero giornalismo scandalistico. Se quelle foto esistono davvero, e se rappresentano prove di reato, che servano semmai all’autorità giudiziaria per istruire i processi. Il re va messo a nudo mostrando all’Italia e al mondo non tanto le sue terga, ma la senescenza (quella sì vergognosa) del suo progetto politico, il disfacimento della sua proposta di governo, il logoramento del pensiero e della dottrina che hanno fondato in questo paese un quasi ventennio di berlusconismo. E per fare questo c’è bisogno di contrapporre una giovinezza che sia in primo luogo di idee, ancor più che anagrafica.
Il compito principale delle opposizioni oggi, dunque, è scattare questa fotografia, come hanno fatto domenica quel milione di donne che si sono riversate nelle piazze d’Italia, come fanno le masse ad ogni latitudine del globo quando, attraverso la propria giovinezza, rivendicano il diritto al futuro. Perché di una cosa si può essere certi: mentre gli uomini e le idee invecchiano, il popolo (quello sì) rimane sempre giovane.
Nella foto, una ricostruzione amatoriale di come sarebbe Silvio Berlusconi senza trucco e interventi di chirurgia estetica (clicca qui per ingrandire)