Un bambino con difficoltà deve essere stimolato. Sarà questo il motivo buono per cui si decide che le nozioni profuse agli alunni disabili debbano essere immediatamente comprese al fine di consentire quell’ora rapida e veloce a più alunni con disabilità?

Ma che tristezza… a volte leggo e rileggo queste notizie certa di scoprire di aver letto male. Non voglio credere a ciò che leggo e invece scopro che il Resto del Carlino appoggia una denuncia a mio parere insopportabile.

Famiglie che diventano mediatori sociali, tappabuco dell’ultima ora, imprescindibili supplenti di servizi mancanti.

Denuncia choc: «Pochi soldi, tenete a casa gli alunni disabili»
Il Resto del Carlino, 2 febbraio 2011

Reggio Emilia. «La scuola senza fondi tiene a casa i ragazzi diversamente abili». Lo denuncia l’ex consigliere comunale Innocenza Grillone, la quale spera che la futura Consulta delle famiglie possa essere uno strumento per far fronte a questo problema. «So che in questi giorni – spiega la Grillone – in alcune scuole elementari di Reggio a diversi genitori di bambini certificati come diversamente abili, sia stato proposto di tenere i ragazzi a casa ‘per il loro bene’, mandandoli a scuola solo nelle ore e nei giorni in cui si poteva garantire loro un insegnante di sostegno. Gli istituti hanno, per via dei tagli, un budget limitato e viene quindi consigliato di ‘tenere il ragazzo a casa, perché non ce la facciamo con i soldi che abbiamo, in questo modo risparmiamo e soprattutto non abbiamo responsabilità’. Queste testimonianze mi sono state portate da amici, dalle scuole della zona Papagnocca e Buco del Signore; non possono essere le stesse famiglie con componenti diversamente abili, a fungere da ammortizzatore sociale». Questa pratica, non legale, sembra essere una normale prassi per far fronte alle difficoltà che il mondo della scuola sta affrontando. «Ci sono casi allucinanti denuncia Roberto Vassallo, presidente dell’associazione famiglie con portatori di autismo, AutAut situazioni che le famiglie hanno paura di denunciare. Il panorama cambia da distretto scolastico a distretto, dipende molto dalla sensibilità che il dirigente manifesta verso i problemi della disabilità. È vero, le scuole lavorano con le armi in loro possesso, sono in piena difficoltà e le capiamo, ma certi atteggiamenti non sono legittimi. In alcuni istituti ho notato che si stanno formando classi “H”, con soli bambini problematici. Questo è un modo per fare economia sul personale di sostegno, due insegnanti possono gestire 6 o 7 alunni. Insomma la richiesta di tenere i bambini a casa perché manca il personale è una scelta che danneggia sempre le famiglie». Dello stesso parere anche l’Associazione Abare, bambini autistici. «Recentemente abbiamo fatto un incontro su questo argomento ricorda la presidente Barbara Moncigoli è un tema serio e molto problematico. L’insegnante di sostegno, se va in malattia, viene sostituito non prima di tre giorni, in questo periodo, si consiglia alla famiglia di tenere a casa il bambino. Le scuole sanno che non è un procedimento legale, e l’accordo viene stipulato sottobanco».

di Cosimo Pederzoli

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