Gentilissimo presidente dell’Inps dott. Antonio Mastrapasqua,

Sono il dott. Luca Faccio da Bassano del Grappa (Vicenza). Dal 2005 attraverso il mio blog personale, e dal 2 luglio 2010 anche attraverso il blog su Ilfattoquotidiano.it, cerco di sensibilizzare le istituzioni affinché prestino maggior attenzione alle tematiche socio-politiche che coinvolgono le persone disabili. Dal 2008 sto seguendo con molta attenzione la problematica relativa alle pensioni d’invalidità civile: avendo io stesso un’invalidità del 100%, percepisco sia la pensione che l’indennità di accompagnamento.

Ho scritto al Ministero dell’Economia cercando di far capire all’on. Giulio Tremonti che le persone disabili non riescono a vivere con una pensione che nel 2011 non raggiunge neanche i 300 € mensili e i 500 € di accompagnatoria. Il ministero mi ha risposto sinteticamente che “visto il difficile momento del nostro paese non è possibile apportare nessun aumento alle pensioni e comunque l’ attuale Governo ha varato delle misure a sostegno dei cittadini meno abbienti come: la Carta Acquisti, il Bonus Gas ed il Bonus energia”.

Da vero invalido, credo che la lotta ai falsi invalidi debba essere portata avanti, ma non debba diventare un modo per calpestare la dignità e i diritti delle persone, non crede?

Di seguito le riporto la lettera che ho ricevuto da Simona Coppola, invalida al 100%, che da un anno non percepisce più la pensione anche se ha rispettato tutte le procedure richieste. Le chiedo: in che modo si deve comportare Simona affinché le venga nuovamente erogata la pensione d’invalidità?

Gentile dott. Luca Faccio,
chi le scrive è una giovane disabile napoletana che ormai da un anno a questa parte ha perso ogni diritto, tutela e garanzia sociale grazie all’Inps, che di punto in bianco mi ha tolto pensione di invalidità nonostante mi fossi recata alla visita di revisione rispettando i tempi e le modalità da loro decise.

La mia storia è lunga e complicata da riassumere in poche righe, ma ci provo lo stesso. E’ a marzo 2010, mese in cui sono stata convocata a visita per la rivedibilità dell’invalidità civile presso il distretto sanitario di
riferimento, che ha inizio la mia odissea. Secondo il nuovo sistema telematico dell’Inps, la procedura per ottenere il decreto con relativo emolumento economico sarebbe stata velocizzata, riducendo enormemente i tempi di attesa. E invece la procedura ha subito un grave intoppo – intoppo a quanto pare dovuto al malfunzionamento del suddetto sistema telematico Inps – e il risultato qual è stato? La mia pratica di invalidità è in giacenza da mesi, la pensione d’invalidità – unica mia fonte di reddito!- sospesa di punto in bianco, ancora oggi non percepisco nulla.

Vani e inutili gli infiniti tentativi presso gli sportelli delle sedi competenti (Asl, Inps, distretto sanitario) per riuscire a individuare il bandolo di questa intricata matassa: un rimpallo di competenze, uno scaricabarile continuo tra Asl e Inps, senza che nessuno tra gli addetti ai lavori e gli impiegati dell’ente previdenziale o dell’azienda sanitaria locale dimostrasse un briciolo di creanza e mi aiutasse a risolvere il problema. A sorpresa, poi, nel mese di settembre 2010 mi è stata spedita una raccomandata con la quale venivo di nuovo convocata a visita di revisione, ma si trattava di una visita fittizia, perché la raccomandata l’ho ricevuta esattamente il giorno successivo a quello della convocazione! Precipitatami al distretto sanitario per un chiarimento con i dirigenti dell’ufficio H, gli impiegati mi rassicurarono dicendo che in effetti si trattava sì di una visita fittizia, e che la mia pratica d’invalidità era rimasta in giacenza a causa di un cambiamento di poltrone dirigenziali, ma che il problema era stato risolto e dovevo soltanto attendere l’arrivo del decreto per posta.

Ma così purtroppo non è stato. Sono rimasta sola con il mio handicap, senza diritti, tutele né garanzie, diritti e tutele sanciti dalla nostra carta costituzionale, ma che purtroppo fin troppe volte sono calpestati senza ritegno proprio da quelle persone che dovrebbero contribuire a salvaguardarli. A me non sembra un giusto trattamento quello che da mesi – ripeto, da mesi – sto subendo da parte dell’Inps! Mi è stato sospeso il decreto d’invalidità, e con esso la pensione, perché il decreto stesso è rimasto in attesa di verifica a Roma, presso la Commissione medica superiore, così come ho recentemente scoperto durante una battagliera mattinata trascorsa al telefono, rintracciando i vari dirigenti Asl e impiegati Inps, fino a risalire al nocciolo della questione. Il risultato? Mi tocca attendere, e non si sa ancora per quanto tempo.

Mi sento presa in giro tre volte. Un’offesa alla mia  dignità di persona, alla mia salute, alla mia intelligenza. Ci definiscono spesso “categorie protette”, ma è la solita etichetta carica di ghettizzazione, un vuoto a perdere fatto di parole, una sterile definizione buona solamente per riempire la bocca dei politici di turno. Non so e non voglio conoscere i reconditi motivi per cui l’Inps ritardi a tal punto l’invio del decreto, e di conseguenza il riconoscimento della mia pensione di invalidità, che al momento costituisce la mia unica fonte di reddito, essendo purtroppo disoccupata; non mi servono le loro scuse o le loro spiegazioni perché io con le loro scuse non mangio né a pranzo, né a cena e non posso di certo pagarmi le medicine di cui ho bisogno.

Sono arrivata veramente al limite, a una situazione alla quale non riesco a trovare una via d’uscita, quantomeno sensata.
Cordiali Saluti,

Simona Coppola

15/02/2011

La risposta, che sicuramente non tarderà ad arrivare, sarà pubblicata sul mio blog de Ilfattoquotidiano.it.

Per contattarmi scrivere a info@lucafaccio.it o raccontalatuastoria@lucafaccio.it

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