“Ormai mi considerano una zoccola”, dice Ruby usando una parola che si sente buttata addosso. “Tanto vale che ne approfitti, che metto via qualcosa. Lui mi darà una casa. L’avrò a Catania, è un regalo da 400 mila euro”. Così dice a un amico nell’autunno 2010, quando Karima El Mahroug è già diventata la protagonista dello scandalo Ruby. Vanterie, fantasie, o promesse fatte davvero? Difficile distinguere il vero dal falso, nel mondo di Ruby. Certo che, fosse anche solo un progetto, una speranza, Karima la colloca a Catania, in Sicilia.
Quando Ruby Rubacuori era ancora soltanto Karima, il suo orizzonte era l’isola. Anzi: Letojanni, quattro case in provincia di Messina. Da Letojanni e dalla casa del padre M’Hamed, venditore ambulante, Karima ha cominciato presto a scappare. Quattordicenne, ha conosciuto gli assistenti sociali, i carabinieri della stazione locale, le comunità protette. Vita randagia. Poi ha fatto il grande salto: Milano, il Caffè Armani, la discoteca Hollywood, villa San Martino. Eppure la nostalgia della Sicilia le resta. Tanto che al culmine del suo “successo”, quando ha molti soldi a disposizione e va a comprare l’acqua minerale con banconote da 500 euro, pensa a un ritorno in Sicilia. A una casa a Catania. Con i soldi di Silvio.
È stregata dalla dorata vita notturna di Milano, ma resta una bambina fragile che ha nostalgia della Sicilia. Parla spesso delle promesse che ha ricevuto. Nell’estate 2010 racconta il suo rapporto con il presidente del Consiglio alle educatrici e alle compagne della comunità minorile di Genova dov’è ospite: “Sono una protetta di Mora. E sono anche amica di Silvio… Sì, di Silvio Berlusconi. Non ci credete? Mi ha detto che per i miei diciotto anni mi regalerà un’Audi A8. Un giorno me l’ha anche fatta vedere nel suo giardino”.
L’atteso compleanno è previsto per pochi mesi dopo, il 1 novembre 2010. E un’Audi A8, un modello da oltre centomila euro, l’ha vista davvero: è la vettura blindata normalmente utilizzata dal presidente del Consiglio. Racconta Ruby: “È bellissima, dentro è tutto pelle e legno. Berlusconi mi ha detto che me ne regalerà una uguale”. Alle amiche, poi, Ruby esibisce vestiti firmati, collane, ma soprattutto mazzette di banconote da 500 euro: “Io lavoro per Lele Mora”, spiega.
Ruby scalpita, non vuole stare in comunità. Il suo mondo è Milano di notte. “Ma non dovete farvi ingannare dall’apparenza. Ruby è una ragazza che va aiutata”, dice chi l’ha incontrata senza una telecamera o un segugio che la controlla. Agli assistenti sociali racconta di frequentare Silvio Berlusconi. “Per un solo incontro con lui mi ha dato 30 mila euro in una busta”. E dice, prima che l’inchiesta inizi, di essere andata ad Arcore anche con Emilio Fede, sulla sua auto blu, seguita da quella della scorta di carabinieri. Lo confermano i pm: era il 14 febbraio 2010, giorno di San Valentino.
Ora Ruby è maggiorenne e dice di volersi sposare. Il prescelto è Luca Risso, il genovese che gestisce locali notturni come l’Albikokka e il Fellini. Un matrimonio immediato che rischia di avere effetti su un giudizio immediato. Le pubblicazioni sono attese per la settimana prossima. La data delle nozze? “Entro il 6 aprile”, fanno sapere fonti vicine alla coppia. Proprio la data d’inizio del processo a Berlusconi per concussione e prostituzione minorile. Le nozze potrebbero avere un effetto processuale a favore del premier: Luca Risso, una volta diventato il marito di Karima, potrebbe non essere più chiamato a testimoniare davanti al Tribunale di Milano.
In realtà Karima in questo processo non è imputata, ma parte lesa. E sono i congiunti degli imputati che possono schivare il banco dei testimoni. Ma forse i legali provano a giocare anche questa carta, in un processo in cui la parte lesa appare curiosamente non contrapposta all’imputato.
Risso, secondo quanto emerge dalle intercettazioni, non è figura secondaria in questa vicenda: perché è lui a raccontare in diretta, via sms e via cellulare, la strana notte del 6 ottobre 2010. “Sono nel mezzo di un interrogatorio allucinante… Ti racconterò, ma è pazzesco! (…) C’è Lele, l’avvocato, Ruby, un emissario di Lui, una che verbalizza…”. E poi: “Sono ancora qua. Ora sono sceso un attimino sotto, sono venuto a far due passi… lei è su, che si son fermati un attimino perché siamo alle scene hard con il Pr… con una con… la persona”. Chi è l’avvocato, chi è l’emissario e soprattutto chi è “Lui”? Domande a cui Luca Risso spera di non dover dare risposta.
di Gianni Barbacetto, Antonella Mascali e Ferruccio Sansa
da Il Fatto Quotidiano del 19 febbraio 2011