A Catania accade che un giornalista per bene come Antonio Condorelli venga prima cacciato dal suo posto di lavoro, poi fatto a pezzi, massacrato con ingiurie, maldicenze, insinuazioni vergognose e episodi inventati di sana pianta. Accade che a far questo siano gli stesi editori che lo hanno chiamato a fondare e a dirigere “Sud” un periodico di giornalismo investigativo. Su quel giornale Condorelli ha scritto cose che non si dovevano scrivere, ha fatto nomi di potenti, non attribuendo loro una generica (e per tanto innocua) accusa, ma pubblicando le carte. Insomma ha fatto il giornalista in una città nella quale quasi nessuno lo fa più da anni. A Catania l’informazione è blindata, controllata in maniera ferrea da un regime monopolista nelle mani di Mario Ciancio Sanfilippo, editore di lungo corso, con vastissimi interessi nei più svariati campi economici e recentemente – come rivelato proprio da Condorelli e da chi scrive, sulle pagine de Il Fatto Quotidiano – indagato dalla Procura della Repubblica di Catania per concorso esterno in associazione mafiosa. La stessa imputazione per la quale sempre a Catania è indagato il Presidente della Regione, Raffaele Lombardo. Condorelli ha scritto queste ed altre storie, tutte scomode, tutte rigidamente documentate. Lo ha fatto in splendida solitudine, lo ha fatto su Report, ma soprattutto lo ha fatto a Catania, su un foglio catanese. Questo è stato il suo peccato capitale. A Catania infatti, dopo la pulizia etnica che Ciancio ha operato nel 2006 nei confronti della redazione di Telecolor, nessuno ha più osato parlare, scrive e pensare fuori dal coro.
Prima di Sud, per avere notizie sui grandi fatti, sui grandi affari, sull’intreccio tragico tra interessi mafiosi, interessi economici e politica servile, bisognava andare a leggere quello che scrivevano, con i tempi e gli spazi dei giornali nazionali, testate come l’Unità, Il Corriere della Sera o Il Fatto Quotidiano. La stampa catanese come sempre taceva, guardava dall’altra parte oppure mistificava la realtà.
Oggi dopo la cacciata di Condorelli molti in Italia gli hanno espresso solidarietà, ma la città tace. Tace la politica, con qualche rarissima eccezione (la Sel e Rifondazione), tace la società civile, anche quella che nei convegni si straccia le vesti in difesa della legalità, tacciono i cosiddetti antimafiosi duri e puri. Tacciono i sindacati. L’Assostampa ieri ha però fatto sentire la sua autorevole voce. Ha diffuso alle agenzie un comunicato a firma del segretario provinciale, Maria Ausilia Boemi. Ve lo sottopongo senza alcun commento: “Cari colleghi, è con piacere che vi annunciamo una nuova convenzione stipulata dall’Assostampa provinciale di Catania. Negozio (Omississ) Categoria merceologica: tende da sole, arredo bagno. Sconto: 30% su tende da sole; 20% su zanzariere e avvolgibili; 40% su arredo bagno (non si applica su box doccia in cristallo). Forme di pagamento: cash e assegni bancari. Ovviamente, per usufruire di questi sconti e di tutte le altre convenzioni stipulate dall’Assostampa provinciale e regionale e dalla Fnsi, occorre essere iscritti al sindacato dei giornalisti, in regola con i pagamenti annuali ed esibire la relativa tessera (che non è il tesserino dell’Ordine). Potete controllare tutte le convenzioni vigenti sul sito www.assostampasicilia.it cliccando sul relativo link ‘Convenzioni’. Grazie a tutti“.