Cinque serate sono molte. Diciamo pure troppe. Venerdì all’Ariston ci sono i duetti. Le interviste che dovrebbero servire alla Canalis per esprimere il suo talento, sono un frullato di sbadigli, ovvietà e inciampi. Urge logopedista. Bob De Niro arriva all’Ariston come si va a bere un caffè alla bocciofila sotto casa: stesso pathos. Monica Bellucci finge di resistere a pseudo avances di Morandi. I Take That sono bolsi e un po’ invecchiati. Aiuto.

Luca e Paolo almeno fanno ridere. Con un omaggio agli artisti del circo, specificamente quello del Pd. Una canzonetta che dice: “Se si va al voto chi ci punirà? Non ce l’abbiamo adesso ma chissà. Uno tra mille ci sarà”. Sfilano i nomi dei protagonisti.  Con Bersani non puoi andare alle elezioni, ma ti scassano i maroni. Veltroni lo ha pugnalato già D’Alema e Prodi lo sa. Franceschini? Ha più mordente un comodino di legno d’acero. Vendola non saprei, c’è questa cosa che è un po’ gay. Renzi ad Arcore c’è già andato, e ha pestato un merda”.  Alla fine la conclusione: “Troppe correnti, serve un capo che ci tenga insieme nel partito democratico, uno che unisca le diversità. Tra tutti i mille non ci sta. Per comandare le opposizioni resta solo Berlusconi, chissà che per tornare in pista non diventi comunista”.

Il pezzo su Berlusconi (mai nominato, qui: il coraggio è come Cenerentola) forse prende in giro gli italiani e il vizio eterno di fare spallucce. O forse vuol essere un così fan tutti. Più verosimilmente, uno sketch sull’indignazione democratica. Più o meno fa così: “Che vergogna…  Un uomo così. Alla sua età, fare dei festini, con delle ragazze così giovani. Dei festini, poi diciamolo, tristi. Mah,  tristi… Al suo posto l’avrei fatto anch’io. L’errore vero è stato approfittarsi di una carica pubblica. Questo è vergognoso. Vergognoso? È il do ut des. È la parte meno grave. Ma aver mentito, mi provoca sdegno e indignazione. Che poi c’è mentire e mentire. Lui ha sempre detto che gli piaceva. L’errore è stato la mercificazione del corpo della donna. Hanno fatto bene a scendere in piazza. Anche se quelle lì dei festini erano consenzienti…le martiri sono diverse. L’errore è stato denigrare le istituzioni. Ma chi è che rispetta le istituzioni? La telefonata la fanno tutti. Ma quindi, dov’è che ha sbagliato? No, non ha sbagliato. È che stavolta gli è andata un po’ di sfiga”.

Una manciata di minuti dopo Morandi premia i giovani. Primo Raphael Gualazzi (bravissimo). La seconda classificata è Michaela, ma non può salire sul palco perché ha diciassette anni, le regole sono regole. È una minorenne anche lei: chissà se le due Iene si sono accorte del cortocircuito.

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