Diceva Daniele Luttazzi – quindi chissà chi lo diceva prima di lui… :) – che i limiti della satira li stabilisce la Legge. Punto.
E virgola, aggiungerei io.
Negli ultimi 17 anni, in Italia, la satira ha avuto un unico grande limite: Berlusconi.
Il risultato? Una satira ad personam, monopolizzata, berlusconizzata – e quindi berlusconiana, anche se contro.
17 anni di satira che non è satira, ma luogo comune.
Piove, governo ladro = Piove, governo Berlusconi
Berlusconi è diventato un tormentone.
E la colpa è anche un po’ mia: 10 anni fa scrivevo le battute a Marco Travaglio quando lui ancora faceva il personaggio di Kruska a Zelig vestito da donna. Fui io a suggerirgli di cambiare il tormentone “Chi è Tatiana?!?” in “Chi è Berlusconi?!?”.
Il resto è storia.
17 anni di “battute su Berlusconi” (ormai è diventato un genere, come le “battute sulla suocera” o le “battute sui froci”) alla stregua delle sue proverbiali barzellette: tutte le battute su “Berlusconi nano”, “Berlusconi ladro”, “Berlusconi puttaniere”, “Berlusconi mafioso” valgono tanto quanto una su “Obama abbronzato”. Con la differenza che gli stessi che si sono scandalizzati per la battutaccia su Obama, a “psiconano” hanno riso e l’hanno trovata addirittura geniale!
Si è fatto un gran parlare di censura in questi anni, senza mai dire che il problema, semmai, è che in Italia si censura troppo poco!
Dov’è la censura quando un comico pseudo-scorretto (o chi per lui) spaccia per satira la “Taranta del centro-destra”?
Dov’è la censura quando un comico testa di Bisio si fa giullare alla corte di Ballarò?
Dov’è la censura quando un premio Oscar pretende di far ridere solo perché ogni due parole dice Berlusconi? -il suono della parola “Berlusconi” fa ridere? Chi lo dice? Neil Simon? Allora è Berluskoni, con la k!
Dov’è la censura quando Luca&Paolo fanno i “comici di regime”?
Dov’è la censura ogni volta che ce n’è bisogno???
Io istituirei una censura di qualità: epurati tutti coloro che fanno satira da bar.
Ma la colpa di questa satira di basso profilo non è di Berlusconi; così come Berlusconi non è colpa sua, ma di chi lo vota.
La colpa è di chi la satira la fa – male! – e del pubblico che clicca “mi piace”. E questa gente, satirici e pubblico, il giorno delle elezioni non si candidano, peggio: vanno a votare!
Non siamo in un regime, anche se ci piace tanto dirlo perché dà la colpa ad uno solo e ci auto-assolve tutti; siamo in una democrazia. E in democrazia la satira non deve tanto attaccare il Primo Ministro di turno, ma gli stronzi che l’hanno votato.
Perché i politici passano, gli elettori no. E se “i politici sono tutti uguali”, è perché gli elettori sono tutti uguali.
Basta battute su Berlusconi, basta battute sui politici: facciamo satira sull’elettorato!