“Film esagerato, inopportuno, ci farà perdere voti, apocalittico, per fortuna le cose non stanno così, Nanni Moretti non capisce nulla di politica, il finale è irrealistico, l’Italia non è il Cile di Allende, un Berlusconi improbabile e caricaturale..“, queste ed altre dichiarazioni di non pochi esponenti del centrosinistra di allora e di oggi, accolsero l’uscita nelle sale del film “Il Caimano” di Nanni Moretti.
Per non parlare degli epiteti scagliati contro i cosiddetti girotondini, gli antiberlusconiani di professione, come venivano chiamati dai cerchiobottisti di ogni colore.
Eravamo alla vigilia delle elezioni del 2006, si dava per sicura una larga vittoria di Prodi e della coalizione, e questo film diede fastidio, anzi qualcuno arrivò a ricordare che i democratici americani erano stati sconfitti anche per “colpa” di registi alla Moore che demonizzando Bush ne avrebbero favorito la vittoria.
Purtroppo Moretti aveva ragione e persino in quelle elezioni il conflitto di interessi fu determinante, tanto è vero che Berlusconi recuperò il dieci per cento degli indecisi nell’ultima settimana. Non lo fece solo grazie alle tv, ma se non fosse stato il proprietario di un impero mediatico non lo avrebbe mai potuto fare.
Ci piacerebbe davvero sapere da tutti costoro, quelli che non sopportano gli “antiberlusconiani di professione” come li chiamano loro, quali parole userebbero oggi per definire le ultime esternazioni del presidente del Consiglio?
Come si dovrebbe reagire all’annuncio di una nuova legge bavaglio? Oppure alle minacce sferrate contro la Corte costituzionale, alle quali seguiranno quelle contro il presidente Napolitano?
Bisogna forse confidare in quella Lega che, sino ad oggi, è stata un fedele barboncino da compagnia e che adesso, con il ministro Calderoli, arriva persino a chiedere la soppressione della festa del lavoratori: il primo maggio?
Cosa altro deve accadere per tentare di riunire tutte le opposizioni, di qualsiasi natura e colore, politiche e sociali, e dar vita a un coordinamento per presidiare le istituzioni democratiche e la costituzione, dentro e soprattutto fuori dalle aule parlamentari?
Se qualcuno pensa ancora che Berlusconi possa cadere per una congiura di palazzo o per una scomunica papale si sbaglia di grosso, perché, e qui sta l’essenza del suo conflitto di interessi, per lui l’interesse generale coincide solo e soltanto con se stesso e questo è e sarà l’unica stella polare che orienterà le sue scelte.
Per queste ragioni bisognerebbe ringraziare tutti coloro che continuano ad animare le piazze e a tenere vivo l’orgoglio costituzionale e la legalità repubblicana promuovendo iniziative, ovunque sia possibile, dentro e fuori la rete.
L’ultima si è svolta a Parma dove, chiamate dai Viola e da decine di altre associazioni, si sono ritrovate migliaia di persone che hanno urlato il loro no ad ogni bavaglio, a ogni oscuramento della pubblica opinione, a ogni tentativo di fare a pezzi la costituzione.
Lo hanno fatto in modo unitario, mettendo insieme chiunque abbia nel cuore questi valori, hanno messo tra parentesi ogni interesse di bottega per mettere al centro il tricolore e la carta fondamentale della Repubblica.
Non a caso lo hanno fatto a Parma, città martire della resistenza, lo hanno fatto nel nome di una eroica partigiana, e ci hanno ricordato che proprio Parma fu una delle poche città italiane che, per giorni, riuscì a impedire alle squadracce fasciste di entrare nella città vecchia.
Lo hanno fatto senza retorica, ma con la convinzione che esistono beni non contrattabili, non commerciabili, valori universali senza i quali l’ordinamento democratico diventa un regime oligarchico condizionato solo e soltanto dai media, dal denaro e dalla corruzione.
Grazie, dunque, a chi ha pensato e promosso la manifestazione di Parma e a chiunque altro sia già impegnato a promuovere una “staffetta democratica” che dovrà concludersi solo con la caduta del molestatore della cosa pubblica.
Da Parma è ripartito l’appello a promuovere per il prossimo 12 marzo una giornata nazionale per la costituzione e contro ogni forma di bavaglio, di riduzione della funzione dei poteri di controllo e, dunque, di oscuramento della pubblica opinione, premessa indispensabile per tentare il colpo finale.
Ci sembra una idea condivisibile, forse non basterà solo un corteo per le vie di Roma, ma ci vorrebbero decine e decine di iniziative davanti i ai luoghi simbolici della unità nazionale, della resistenza, della lotta per la legalità, per la libertà, per l’inclusione sociale.
Perchè non andare anche davanti alla casa dei fratelli Cervi, oppure davanti ai luoghi, per fare solo qualche esempio, che ricordano Peppino Impastato, Pippo Fava, Gioacchino Alfano, Falcone e Borsellino, le madri e i padri costituenti, le donne e gli uomini caduti per l’unità d’Italia e per riscattare la dignità nazionale?
Naturalmente si tratta solo di spunti, quello che importa è che, anche in quella giornata, così come è già accaduto il 13 febbraio grazie alla passione civile di un gruppo di donne, si ritrovino davvero tutti quelli che amano la Costituzione, lasciando a casa, almeno per una volta, rancori, gelosie di sigla, bandiere di parte o di partito.
Di fronte ad un signore che si appresta a mettere le mani anche sulla corte costituzionale non c’è tempo da perdere, chiunque abbia voglia di partecipare alle prossime iniziative, o abbia dei suggerimenti da dare, o voglia suggerire luoghi simbolici dove ritrovarsi , usi anche questo spazio per le sue segnalazioni
Ci piacerebbe infine sapere da: ” Quelli che Moretti ha esagerato, Berlusconi non va preso troppo sul serio, le tv non spostano voti..” se, almeno in cuor loro, abbiano finalmente compreso di aver detto e scritto monumentali idiozie!