“Si nota una rimarchevole diminuzione delle denunce che potrebbe dare conto di una certa assuefazione al fenomeno verso una vera e propria ‘cultura della corruzione'”. Così il procuratore generale della Corte dei Conti, Mario Ristuccia, nella sua relazione alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario. Allo stesso tempo, Ristuccia evidenzia come “estesi settori della pubblica opinione chiedono al Governo e al Parlamento forti e duraturi interventi perché sia data attuazione alla norma già prevista nella finanziaria del 2007 sulla confisca e il riutilizzo sociale dei patrimoni sottratti ai corrotti e l’adeguamento dei nostri codici alle leggi internazionali anticorruzione”.
Per la magistratura contabile “i positivi risultati connessi allo svolgimento di incisive ed estese indagini giudiziarie sono assolutamente temporanei ed effimeri, se non accompagnati da un’adeguata politica di prevenzione che miri a cambiare il quadro di riferimento che ha resto possibile i comportamenti corruttivi”.
La procura generale della magistratura contabile, nella parte della relazione dedicata al fenomeno della corruzione nella pubblica amministrazione, critica una serie di scelte legislative. Tra cui la legge Cirielli del 2005 che, nell’aver dimezzato i termini di prescrizione per il reato di corruzione da 15 a 7 anni e mezzo, ha avuto come risultato che “molti dei relativi processi si estingueranno poco prima della sentenza finale, sebbene preceduta da una o due sentenze di condanna e con conseguenze ostative per l’esercizio dell’azione contabile sul danno all’immagine”. Dal 2009, infatti, il danno all’immagine perseguito dalla magistratura contabile è stato circoscritto ai soli reati contro la pubblica amministrazione (corruzione, concussione, peculato etc) ed è perseguibile solo in caso di sentenza penale definitiva.
E ancora: la Corte dei Conti auspica che il ddl sul processo breve “non costituisca un ulteriore ostacolo alla lotta contro la corruzione” : “da rispettosi osservanti delle norme varate dal Parlamento – aggiunge il pg – si resta perplessi di fronte a recenti leggi che consentono una profonda alterazione di principi di certezza del diritto”. Per questo governo e Parlamento vengono sollecitati a dare corso a serie di interventi: il ddl anticorruzione del marzo del 2010 che, “sebbene appaia per molti aspetti carente”, è ancora fermo al Senato; la ratifica della Convenzione europea di Strasburgo sulla corruzione, già da tempo sottoscritta dall’Italia, ma ancora non ratificata. Quanto alle intercettazioni, Ristuccia le indica come “uno dei più importanti strumenti investigativi utilizzabili” nel contrasto alla corruzione. E chiosa sul governo: non appare ”indirizzato a una vera e propria lotta alla corruzione il disegno di legge governativo sulle intercettazioni”.