La Borsa italiana si è rotta. E non ha funzionato per diverse ore. Il sistema informatico è andato in tilt alle 9 di mattina e le contrattazioni sono ripartite solo alle 15.30. E l’avvio per Piazza Affari è stato subito negativo, con il Ftse Mib che ha segnato – 1,75%, calo ridotto dopo mezz’ora a – 0,74%. A colpire è ancora oggi l’effetto Libia: nel mirino i titoli Eni, Impregilo e Finmeccanica.

A causare il blocco degli scambi è stato un problema al sistema informatico che gestisce tutti i listini di Piazza Affari, oltre alle azioni anche titoli di stato, obbligazioni e strumenti derivati. Risultato: il mercato è rimasto chiuso. L’avviso è stato dato con un laconico comunicato della società che gestisce gli scambi: “Borsa Italiana prosegue le verifiche del problema tecnico all’informativa DDMPlus. Seguiranno comunicazioni”.

Lo stop, accolto con comprensibile sconcerto da migliaia di operatori è arrivato all’indomani di una seduta in forte ribasso (oltre 3,5 punti percentuali), segnata dalle vendite legate alla crisi libica.

Nelle sale operative sono circolate le ipotesi più disparate. C’è anche chi ha lega l’improvviso guasto ai forti ribassi di ieri. E a quelli prevedibili anche oggi, in una giornata in cui la crisi libica sembra aggravarsi e si parla già di sospensione delle forniture di gas da parte di Tripoli.

Una notizia che potrebbe colpire pesantemente i titoli dell’Eni, una delle società a maggiore capitalizzazione del listino milanese. Negli anni scorsi si erano già verificati stop improvvisi delle contrattazioni legati a guasti tecnici. Il 7 maggio dell’anno scorso il sistema informatico si era fermato per alcune ore nel pomeriggio.

Blocchi più lunghi si ricordano il 26 aprile e il 5 luglio del 2000. Sarà un caso però anche in quelle occasioni la Borsa era andata in tilt durante o subito dopo sedute in ribasso.

Nel frattempo anche gli altri listini europei hanno aperto in negativo, con Londra in calo di oltre l’1 per cento, Parigi giù del1,5 e Francoforte di circa lo 0,8 per cento.

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