La repressione in Libia ha già causato 10mila morti, almeno secondo quanto un membro della Corte penale internazionale dell’Aja ha riferito alla tv al-Arabiya. E secondo l’agenzia Ue per il controllo delle frontiere Frontex, dal Nordafrica potrebbero fuggire in Europa addirittura 1,5 milioni di persone. Queste le conseguenza delle rivolte che stanno sconvolgendo la Libia.

A denunciare l’elevato numero di vittime è stato oggi Sayed al Shanuka, componente libico e presidente della Commissione Giustizia e Sviluppo della Corte dell’Aja: “A Tripoli ci sono fosse comuni con 10 mila morti“, ha dichiarato, parlando anche di 50mila feriti in tutto il paese da quando è partita la rivolta. Diverse fosse comuni scavate a Tripoli sono state mostrate da un video amatoriale trasmesso da Onedayonearth. Il filmato mostra una spiaggia della capitale dove molti uomini sono intenti a costruire un cimitero di grandi dimensioni. In un altro video del quotidiano inglese Telegraph, sono state mostrate le operazioni di scavo di altre fosse comuni. Testimoni riferiscono poi attraverso internet che molti cecchini stanno sparando contro qualsiasi persona si trovino davanti: “Non si può aprire una finestra né la porta. I cecchini sparano alla gente, siamo sotto assedio”. Intanto le strade e le piazze delle città libiche, dopo una notte e una mattinata tranquille, hanno ricominciato a riempirsi di manifestanti che gridano contro il regime di Gheddafi.

Il Raìs controlla ancora Tripoli, ma ormai ha perso Zauia, Zentan, la Cirenaica e l’est del paese. Gheddafi oggi ha pianificato di bombardare alcuni pozzi di petrolio, ma il pilota a cui è stato dato l’ordine si è rifiutato di eseguirlo. Lo afferma il capo della brigata di sicurezza di Tobruk, che si è unito ai manifestanti, secondo quanto riferisce la televisione satellitare al-Arabiya. Da Bengasi si è poi avuta notizia di un caccia-bombardiere Sukhoi-22 dell’Aeronautica Militare libica che si è schiantato al suolo nei pressi della città. Pilota e co-pilota lo hanno abbandonato e si sono paracadutati al suolo pur di non obbedire all’ordine di attaccare la città, in mano ai rivoltosi: lo riferisce sul proprio sito online il quotidiano filo-governativo Quryna, che cita un anonimo colonnello in servizio presso una base aerea della zona.

Le conseguenze degli scontri in Libia saranno duraturi. Secondo l’agenzia europea Frontex, le rivolte nel Nordafrica potrebbero spingere in Europa tra 500.000 e 1,5 milioni di immigrati che “si dirigeranno principalmente in Italia, Malta e Grecia”. E’ quanto riferiscono fonti di Bruxelles secondo cui “si tratta di persone di origine subsahariana che lavorano in Libia e Nordafrica”.

Intanto la rappresentante per la politica estera dell’Ue Catherine Ashton ha annunciato che “l’Unione europea ha deciso di sospendere i negoziati con la Libia per l’Accordo quadro ed è pronta a prendere ulteriori misure”. La Ashton nella nota accoglie “la dichiarazione del Consiglio di sicurezza dell’Onu di ieri che chiede al governo della Libia di rispettare la responsabilità di proteggere il suo popolo chiedendo alle autorità libiche di rispettare i diritti umani e la legge internazionale”. Inoltre, secondo l’Alta rappresentante, “l’Ue è pronta a dare aiuti umanitari se è necessario”.

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