Cronaca

“Trecentomila profughi?<br>Non potremo respingerli”

Qualunque sia il numero dei migranti che arriverà dalle coste libiche, l’Italia dovrà farsene carico. Niente più espulsioni di massa né respingimenti in mare. Lo prevede una direttiva comunitaria già recepita dal nostro Paese. Se davvero “siamo sull’orlo di una guerra civile”, come ha dichiarato il ministro Frattini, chi scappa dalle minacce del colonnello Gheddafi potrà richiedere la cosiddetta “protezione sussidiaria”.

“E’ probabile che il numero degli arrivi aumenterà, ma l’Italia dovrà affrontare l’emergenza valutando individualmente ogni singolo caso”, spiega l’avvocato Livio Neri, membro dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione. “Gli accordi tra Italia e Libia hanno bloccato oltremare migliaia di persone provenienti dall’Africa subsahariana. I recenti sviluppi – spiega Neri – spingeranno queste persone a partire. Ma è probabile – aggiunge – che la novità sarà rappresentata dagli arrivi degli stessi libici”. Fuggendo da una guerra civile, chi viene dalla Libia potrà accedere con tutta probabilità alla cosiddetta ‘protezione sussidiaria’. “L’Italia ha già recepito la direttiva – sottolinea Neri – che ormai è parte del nostro ordinamento”. Di cosa si tratta? La direttiva europea prevede uno status e una protezione particolare per quanti rischiano di subire e torture nel paese d’origine e per tutti coloro che provengono da zone di guerra o in stato di guerra civile. Questo tipo di protezione si aggiunge a quella garantita a chi è perseguitato nel paese d’origine e fa domanda per lo status di rifugiato”.

Ma c’è una novità. Il 24 dicembre è scaduto il termine per il recepimento della cosiddetta “direttiva rimpatri”, una direttiva europea che modifica radicalmente le politiche comunitarie sull’immigrazione. L’Italia non l’ha ancora attuata, se ne sta ancora discutendo. Ma nel frattempo la norma è comunque entrata in vigore. “Con questa nuova direttiva, anche ai fini dell’espulsione – precisa l’avvocato Neri – i casi dovranno essere valutati individualmente”. Insomma, niente più espulsioni di massa o respingimenti in mare in accordo con la Libia. La politica sull’immigrazione attuata dal governo Berlusconi e in particolare quella vuluta dal ministero di Roberto Maroni, dovrà vedersela con le nuove direttive provenienti da Bruxelles. Se “l’invasione” ci sarà, l’Italia non potrà ne fermarla né respingerla. Dovrà affrontarla. Gli africani provenienti dalle tante zone calde, teatro di scontri e rivolte, saranno profughi provenienti da zone di guerra la cui situazione andrà analizzata caso per caso, anche se i numeri dovessero essere quelli paventati dal nostro ministro degli Esteri: “Prevedo flussi epocali e inimmaginabili”.