L'accusa ieri aveva chiesto una pena fino a tre anni. Oggi la sentenza. Nel frattempo il legale del deputato del Pdl annuncia: "Faremo ricorso in Cassazione"
La corte di appello di Milano ha condannato il deputato del Pdl, Massimo Maria Berruti, a 2 anni e 10 mesi di reclusione per l’accusa di riciclaggio. Si è concluso così il processo di appello bis dopo che la Cassazione aveva annullato la sentenza di secondo grado, con cui aveva in parte assolto nel merito e in parte dichiarato prescritte le accuse contro l’ex consulente della Fininvest.
“Faremo ricorso in Cassazione e cercheremo di ottenere l’assoluzione, perché questa non è una sentenza buona”, ha annunciato il legale di Berruti, l’avvocato Giorgio Perroni, dopo la lettura della sentenza che ha condannato il suo assistito a due anni e dieci mesi per riciclaggio.
“La Corte d’appello non ha stabilito pene accessorie. Se la Cassazione accoglierà il nostro ricorso, le accuse saranno prescritte”, ha detto Perroni. Perroni fa riferimento al rischio che il tribunale potesse stabilire l’interdizione dai pubblici uffici per il suo assistito che, quindi, sarebbe stato costretto a dimettersi dalla carica di parlamentare del Pdl. Ma l’interdizione scatta soltanto quando la pena è almeno di 3 anni di reclusione. In linea teorica, domenica 27 febbraio scatta la prescrizione per l’accusa mossa a Berruti. Tuttavia, se la Corte di Cassazione decidesse di dichiarare inammissibile il ricorso della difesa di Berruti, la sentenza di condanna passerà in giudicato.
Ex uffciale della Guardia di Finanza e consulente legale della Fininvest, Berruti era accusato di riciclaggio in uno stralcio del processo sui presunti fondi neri creati da Mediaset attraverso la compravendita dei diritti televisivi e cinematografici. Assolto in parte nel merito e in parte per la prescrizione in primo (febbario 2010) e secondo grado (ottobre 2010), Berruti si è visto riaprire la partita giudiziaria dalla Corte di Cassazione che, l’11 gennaio scorso, ha annullato il proscioglimento e ordinato un nuovo processo d’appello per riciclaggio “limitatamente alle operazioni in uscita dal conto svizzero Jasran di somme di denaro provenienti da Image Ltd e da Sport Management Group Ltd tra il 10.10.95 e il 21.11.95”.
Stando ala ricostruzione dell’accusa, sul conto Jasran, del quale Berruti sarebbe stato intestatario e beneficiario, sarebbero transitati i presunti fondi neri creati dal Biscione, oggetto anche del processo che si riaprirà lunedì prossimo e che vede tra gli imputati Silvio Berlusconi per frode fiscale. Per Berruti, ieri, il sostituto pg Laura Bertolè Viale ha chiesto la condanna a tre anni di carcere senza le attenuanti generiche, sottolineando la sua “preoccupante inclinazione a delinquere”. Espressione con la quale la rappresentante dell’accusa si riferiva al turbolento passato nelle aule di giustizia di Berruti.
L’attuale esponente del Pdl è stato arrestato due volte. Prima di dimettersi dalla Guardia di Finanza per andare a lavorare nelle società del Cavaliere finì in manette con l’accusa di corruzione nell’ambito dell’inchiesta per lo scandalo Icomec, una storia di tangenti scoppiata prima di Mani pulite (al processo fu assolto). Uscito dalle Fiamme gialle e diventato avvocato e consulente Fininvest, fu di nuovo arrestato e poi condannato a 8 mesi per favoreggiamento nel processo per le tangenti alla Guardia di finanza.