Ma per l'opposizione non è stato il Raìs a parlare
Il governo svizzero ha comunicato che bloccherà tutti i beni di Gheddafi. La decisione avrà effetto immediato, ha spiegato ancora il portavoce sottolineando comunque che non è ancora appurato se il leader libico abbia ancora beni in Svizzera e che il governo ha avviato un’inchiesta per verificarlo. Nel 2008 ai tempi della tensione scoppiata tra Berna e Tripoli, dopo l’arresto del figlio del colonnello Hannibal accusato di aver maltrattato i suoi domestici in un albergo di lusso di Ginevra, i libici affermarono di aver ritirato tutti i beni dalle banche svizzere, minacciando di scatenare una jihad contro la Svizzera. Nelle scorse settimane, Berna ha bloccato i beni dell’ex presidente tunisino Zine El Abidine Ben Alin e dell’esautorato presidente egiziano Honsy Mubarak.
Gheddafi parla in tv – “Voglio chiedere alla gente di Zawia di cessare le attività militari”. E’ quanto ha affermato oggi pomeriggio Gheddafi nel corso di una telefonata alla tv pubblica di Tripoli, riferendosi ai violenti scontri che si stanno registrando nella città 50 chilometri a ovest di Tripoli. “Sono criminali, non è accettabile chiedere riforme in questo modo. I manifestanti non hanno vere richieste”.
Secondo il colonnello le richieste dei ribelli “sono dettate da Bin Laden. I vostri figli sono manipolati da Bin Laden”. E ancora: “Bin Laden ha distribuito delle pillole stupefacenti e droghe agli abitanti di Zawya per combattere contro il nostro caro Paese”. La rivolta in Libia ”è una farsa portata a cui dovremmo porre fine, una farsa portata avanti dai giovani” che “vengono manipolati anche attraverso l’uso di droghe”. “Non c’è nessuna rivolta nel Paese, ma è tutta una messa in scena di Al-Qaeda, che vuole mettere le mani sulla Libia”. Un Paese che secondo il Raìs è “vittima di un malocchio lanciato dagli invidiosi”.
Il Raìs si è rivolto direttamente ai ribelli: “Vedete cosa è successo in Iraq, in Afghanistan, se continuate succederà lo stesso, voi state distruggendo la storia del vostro Paese”. Secondo Gheddafi: “Dicevano che dietro Saddam Hussein c’era al-Qaeda e hanno attaccato l’Iraq. Poi la Nato ha attacato anche l’Afghanistan e il Pakistan con la stassa motivazione. Gli americani potrebbero venire anche da noi con la scusa che ci sono i terroristi di al-Qaeda”. L’auspicio del colonnello libico è che il Paese torni “alla normalità”. Per questo si rivolge al suo popolo, invitandolo a non sostenere la rivolta contro di lui.
Gheddafi ha esortato i libici ad una jihad contro i rivoltosi così come “quando gli italiani colonizzarono una nostra terra ci fu una jihad contro gli italiani”. Il leader libico ha elencato i successi ottenuti dal suo governo e ha spiegato che “il potere nel paese è nelle mani del popolo, perché io ho lasciato il potere nel 1977. In Libia non ho altro che un potere di indirizzo”. E poi si lamenta: “Ci sono persone al potere da più tempo di me, come la regina Elisabetta, ma a lei non accade nulla”.
Poi una minaccia agli interessi economici dell’Occidente: “Se la situazione peggiorerà si interromperà anche il flusso del petrolio”. Gheddafi è anche tornato a promettere riforme: “Tutte le province avranno i loro diritti politici e amministrativi, noi abbiamo bisogno della stabilità e di non cadere nelle mani di chi complotta contro di noi”. In Libia “ci sarà forse una revisione dei salari”.
Per l’opposizione non è Gheddafi a che ha parlato in tv – ”Non è Gheddafi che sta parlando alla tv di Stato, conosco la sua voce da 42 anni, non è la sua”. E’ quanto ha affermato Karim Bengharsa, presidente del Comitato Libia democratica, riferendosi al discorso via telefono del colonnello in tv. “Ho sentito anche testimoni a Tripoli e ho avuto i medesimi riscontri”, ha aggiunto Bengharsa.