Berlusconi mette mano a quella che chiama la grande, grande, grande riforma della giustizia. Con disegni di leggi costituzionali e ordinarie, ripescaggio del bavaglio alle intercettazioni, ripescaggio del processo breve, con l’aggiunta della prescrizione brevissima ad personam per gli incensurati (non sembrerebbe possibile, ma l’acrobata dei tribunali risulta ancora tale) e ripristino dell’immunità parlamentare. Programmi velleitari per una legge costituzionale soggetta a referendum, se va bene fra un paio d’anni, e leggi ordinarie già ampiamente osteggiate dal capo dello Stato.
Ma vale l’annuncio: per abbellire il panorama per i migratori, ormai stagionali come le rondini, dare coraggio ai servitori che stanno pensando al loro triste futuro ed eccitare la parte di opinione pubblica che si informa solo con Minzolini e con Mediaset.
Nessun dorma, arriva la riforma!
Il vil mercante di parlamentari,
della politica il corruttore
a difesa dei propri lerci affari
della giustizia si fa difensore.
Falsifica, cancella, taglia, cuce,
fa, disfa, cambia leggi sol per sé,
mussoliniano il volto, o ancor più truce
per la gioia dei suoi turpi lacché.
Bipartizione del Csm,
per il guardasigilli più poteri,
controllo del governo sui pm,
immunità totale ai masnadieri
dal poter destinati alle poltrone.
Inappellabile il primo grado
nel caso di ottenuta assoluzione,
sulle intercettazioni un gran tornado
col più dittatoriale dei bavagli.
Separazion brutal delle carriere,
processo così breve che si squagli
con prescrizione corta ch’è un piacere.
Consulta comunista resa muta
e la civil respònsabilità
dei biechi magistrati assai accresciuta.
Sono sparate da quaraquaquà
che solo grazie alla Costituzione,
a un capo dello Stato un po’ risorto
e al meglio della pubblica opinione
il caiman non potrà portare in porto.
Non certo del Pd grazie ai buffoni…
Grida Bersani: “Il premier se ne vada!”,
fingendo che cacciare Berlusconi
non tocchi a lui ed alla sua masnada.