Oltre un miliardo di sterline di perdita nel 2010, ma quasi un miliardo (950 milioni, per la precisione) pagati in bonus ai suoi dirigenti, e 2 milioni solo al suo direttore generale. I numeri si riferiscono a RBS (Royal Bank of Scotland), una delle maggiori banche britanniche. Al pari del gruppo assicurativo e bancario Loyds – che ha appena riportato un profitto di oltre due miliardi di sterline, a fornte del 6,3 miliardi di perdita nel 2009 -, RBS ha subito un processo di parziale nazionalizzazione, unico modo per evitare la bancarotta, che lo avrebbe stroncato nel pieno della crisi finanziaria iniziata negli Stati Uniti nel settembre 2008. Così oggi RBS è a tutti gli effetti una banca pubblica.

Secondo i dati forniti dal Financial Times, la situazione attuale di RBS rappresenta un sicuro progresso rispetto agli anni precedenti, il 2009, in cui le perdite ammontavano a 3,6 miliardi, e soprattutto il 2008, che con 24 miliardi aveva richiesto l’intervento di salvataggio da parte del governo guidato allora da Gordon Brown. Forse per questo il suo direttore generale (cheif executive) Stephen Hester ha fatto sapere di non voler rinunciare al bonus, il cui ammontare supera di poco la rispettabile cifra di due milioni di sterline. Di soldi pubblici, appunto.

Il miglioramento generale della stato di salute della banca, richiama d’altronde gli interessi del primo ministro del Qatar, che solo ieri ha fatto balenare l’ipotesi di un possibile acquisto dei due colossi bancari attualmente in mano al governo, RBS e Lloyds. Lo stesso Hester tuttavia frena, rimandando la possibile ri-privatizzazione a settembre, anche in attesa che le azioni si risollevino dall’attuale prezzo, inferiore a 50 centesimi di sterlina.

Ma non tutti sono d’accordo che Hester e i banchieri vadano premiati sempre e comunque. Dalla newyorkese Wall Street alla City di Londra, la rabbia dei cittadini nei confronti delle conseguenze della crisi finanziaria non si è certo placata. La esprime per tutti Len McClusky, segretario generale di Unite, il maggior sindacato britannico, che al quotidiano The Guardian denuncia: “I contribuenti sono sconcertati dal sapere che mentre possediamo l’84% (di RBS, ndr), la banca continua tranquillamente a premiare i sui investment bankers. Parlo di un’istituzione dove più di 21.000 lavoratori al pubblico e di servizio sono stati licenziati. RBS però continua a rifiutare di prestare i soldi necessari per le piccole attività commerciali, mentre i suoi bonus sono pagati senza problemi”.

“E’ solo grazie ai soldi dei cittadini, ha continuato il leader sindacale, che la banca sta gradualmente emergendo dal disastro provocato dall’avidità dei banchieri. Eppure il Ministro dell’Economia (Gorge Osborne ndr) continua a tollerare questo premio di 950 milioni che vanno agli stessi compevoli di quel disastro”.

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