”In Italia la crescita stenta da 15 anni”, aggiunge Draghi. E i tassi di sviluppo del nostro paese “sono attorno all’1%” mentre la domanda interna rimane “debole”. E ora sull’economia potrebbe influire negativamente anche la crisi in Libia: ”Nella nostra economia un aumento del 20% del prezzo del petrolio determina una minor crescita del prodotto di mezzo punto percentuale nell’arco di tre anni”, ha detto il governatore mettendo in evidenza come “le drammatiche vicende” nell’Africa settentrionale, “a cui stiamo assistendo possano indebolire gli investimenti nell’industria petrolifera dell’area, far rincarare l’energia, con ripercussioni sulla crescita mondiale”.
Secondo Draghi, “a beneficio della crescita di tutta l’economia andrebbe un assetto normativo ispirato pragmaticamente all’efficienza del sistema”. Poi la richiesta di riforme: “Si è già cominciato, ma azioni riformatrici più coraggiose migliorerebbero le aspettative delle imprese e delle famiglie e aggiungerebbero per questa via impulsi alla crescita”. Su questo punt il numero uno di Bankitalia è fiducioso: “L’Italia dispone di grandi risorse, ha molte aziende, una grande capacità imprenditoriale, la sua gente è laboriosa e parsimoniosa”.