Oggi per Vendola tira un’altra aria, quella della festa e di quell’Italia migliore più volte ricordata dal presidente di Sinistra ecologia e libertà che ha riempito un teatro di 4 mila posti. Ma i partecipanti erano molti di più: almeno seimila, solo per ascoltare le “Idee per un Paese migliore”. Rosso, blu e giallo sono i colori a fare da sfondo a una scenografia costata poco più di cento euro. I tre colori primari, un richiamo preciso alle primarie più volte menzionate dal governatore pugliese che è stato preceduto nel suo lungo discorso da una canzone composta dalla Cantante Tosca e da Massimo Venturiello: il bel Paese degli animali, ispirato a “La fattoria degli animali” di Orwell, potente dipinto satirico di una società oppressa dalla dittatura. “Il brano, composto per l’occasione, spiegano gli artisti, non ha altri obiettivi se non quello di esprimere il nostro doloroso dissenso nei confronti di chi ha messo alla berlina il nostro Bel Paese”.
“Obiettivo della manifestazione – come spiega lo stesso Vendola quando prende la parola – è quello di aprire la fase del confronto programmatico in modo da portare in dote alla futura coalizione di centrosinistra il contributo di questo movimento”. Un contributo che certo il Pd non può permettersi di ignorare visti i molti sondaggi che accreditano sinistra e libertà tra il 6 e il 10 %. Vendola non manca infatti di ricordare, ancora una volta, l’importanza delle primarie, e si rivolge a Bersani con chiarezza: “Non sono un capriccio, ma sono forma e sostanza di una nuova stagione che vogliamo costruire. Penso a un compromesso tra la cultura di sinistra e di centro. Con il Pd non deve esserci equivoco: sul terreno del liberismo non ci avrete mai”.
Tanti i riferimenti alla questione immigrazione e alla situazione della Libia. “Il vento di libertà debba spirare dall’Iran alla Cina senza distinzione alcuna, perché – si infiamma Vendola – dobbiamo guardare con attenzione alla situazione del Mediterraneo, non c’è alcun fondamentalismo islamico, non c’è alcun ricatto di Al Quaeda, la libertà cammina con le gambe dei popoli e si costruisce con la pace non con la guerra”. Con un chiaro attacco alle attuali politiche di governo sull’immigrazione e al rapporto diretto tra Berlusconi e Gheddafi ricorda: “Una parte della classe dirigente del Paese è educata alla scuola dei diritti umani in modo particolare, c’è l’abitudine a far fare il lavoro sporco a qualcun altro, a reprimere le richieste di aiuto con la forza a mettere in mano questioni così delicate a veri e propri criminali”.
Il perché della crisi internazionale “è da ricercare in una situazione di difficoltà non solo economica, ma antropologica e ambientale”. Applicando il discorso ai guai di casa nostra, Vendola se la prende anche con il Ministro dell’Ecomonia Giulio Tremonti, colpevole di chiedere sacrifici “sempre e solo alle solite categorie, senza indicare prospettive di crescita: Falcidiare il welfare ci porta solo verso un avvitamento economico”.
Vendola è un fiume in piena e attacca il governo anche sulla scuola: “Ci vuole un Paese che investe nella scuola pubblica perché è il cuore della crescita economica. Capisco – ha aggiunto Vendola rivolgendosi a Silvio Berlusconi – che lei sente inimicizia verso la scuola pubblica perché è stata proprio la crisi della scuola pubblica nel quindicennio delle sue televisioni a creare un’egemonia culturale che serve a questa classe dirigente ad avere una generazione narcotizzata dal trash e dalla pornografia”.
Tra applausi e cori contro Berlusconi non poteva mancare un riferimento al caso Ruby: Vendola ricorda al premier che il destino dei coetanei delle ragazze coinvolte nelle inchieste non può essere quello del bunga bunga, ma serve una politica che finalmente dia risposte ai giovani. Parte da qui, il leader di Sinistra e libertà, per affrontare la questione morale. Vendola ha parlato del premier “che va a cospargersi il capo di cenere a un congresso semisacrestanico, per farsi perdonare il bunga bunga”. E sulle dichiarazioni di Berlusconi contro i diritti agli omosessuali, il presidente pugliese dice: “Se avesse un figlio gay che sofferenza regalerebbe a quel figlio questo suo modo di essere intollerante e di vedere la vita senza rispetto per gli altri”.
E sorride Vendola ricordando 32 anni fa quando furono scattate quelle foto pubblicate da Il Giornale: “ Quelle foto censurate con un pecetta sul mio costume adamitico suggeriscono una ricerca di volgarità che è negli occhi di vuole vedere pruderie ed alimentare un sistema scandalistico di ricatto, una macchina del fango ormai collaudata. Ma – conclude – il nuovo soggetto per una sinistra davvero democratica è la percezione del valore aggiunto, del rispetto e dell’accettazione delle diversità come base di crescita e non di discriminazione, per un dialogo aperto è questo il messaggio che deve passare per cambiare il mondo e che deve rimanere anche se io non sarò più leader di questo partito. La manifestazione si chiude tra applausi e cori e c’è anche chi accenna al nuovo tormentone della solita Sora Cesira che spopola sul web: “Vani Nichi vai”.