Gli Usa sono pronti ad aiutare gli oppositori al regime di Gheddafi. Si fa sempre più netta la posizione dell’amministrazione americana nei confronti di quanto sta succedendo nel paese nord africano. Un un comunicato il segretario di Stato Hillary Clinton ha preso ufficialmente posizione al fianco degli insorti.
Intanto nelle zone liberate si provano i primi esperimenti di governo del dopo regime. A Bengasi, secondo centro urbano della Libia e capoluogo della Cirenaica si è insediato un consiglio nazionale transitorio per amministrare la città conquistata dai manifestanti.
I ribelli libici che controllano la città di Nalut, a pochi chilometri dal confine con la Tunisia, hanno annunciato la loro adesione al nuovo governo ad interim formato ieri dall’ex ministro della Giustizia libico, Mustafa Abdel Jalil. Secondo quanto riporta il sito informativo libico Libya-news, Nalut è la prima città ad aver aderito ufficialmente all’iniziativa dell’ex ministro libico che sta portando avanti una trattativa con i gruppi di opposizione e con gli ex membri del governo del passato regime per formare un nuovo esecutivo che possa governare le regioni liberate dai rivoltosi in Libia. Ma da Bengasi gli oppositori del rais gli hanno risposto picche, dunque la situazione continua ad essere dominata da una grande incertezza.
Procedono anche i rimpatri e le evacuazione dei cittadini stranieri ancora presenti sul territorio libico. La nave della marina militare italiana San Giorgio è arrivata a Catania, con a bordo 258 passeggeri, tra cui 121 italiani. I 250 uomini dell’equipaggio al comando del capitano Enrico Giurelli hanno tratto in salvo alcune persone ancora presenti sul territorio libico prelevandole dal porto di Misurata.
Si dovrebbe invece risolvere a breve la vicenda dei 25 italiani rimasti bloccati ad Amal, nel sud della Libia. Dopo che ieri un C130 dell’aeronautica militare non ha ricevuto l’autorizzazione all’atterraggio, un cacciatorpediniere della marina militare, il Mimbelli, dovrebbe prelevarli nelle prossime ore nel porto di Al Byraukah.
Intanto a Tripoli si è registrata una mattinata di calma tesa, dopo gli spari della notte scorsa. Colpi singoli e a raffica sono stati uditi a più riprese nella notte appena trascorsa. Stamattina la situazione in città appare calma, le strade sono piene di auto e non si notano particolari misure di sicurezza. La capitale sembra saldamente nelle mani dei governativi, che hanno concentrato le proprie forze alla periferia di Tripoli.
Nella notte violenti combattimenti si sono registrati nella città occidentale di al-Zawiyah. Secondo quanto riferisce il quotidiano arabo al-Quds al-Arabi, che cita alcuni testimoni, “le forze fedeli a Muammar Gheddafi hanno sferrato un duro attacco provocando il ferimento di molte persone. I doganieri libici hanno lasciato i propri posti a Ras Jedir, al confine con la Tunisia, da dove ieri sono fuggite oltre 10.000 persone. Molte sono ora in una tendopoli sovraffollata a pochi chilometri dal confine.