L'ex ministro della Giustizia si guadagna il ruolo di candidato sindaco del centrosinistra con oltre il 50% dei voti. In totale oltre 50mila persone si sono recate alle urne. Soddisfazione anche per il perdente Davide Gariglio: "Ora ripartiamo da qui"
A Torino tutti cantano vittoria. Canta vittoria Piero Fassino, che con il 55,28% dei voti ha battuto il suo principale rivale Davide Gariglio, il quale, a sua volta, ha ottenuto una percentuale definita buona dai suoi sostenitori (27,39%) e pensa di aver posto delle questioni essenziali. Ma soprattutto canta vittoria il Pd che ha messo insieme, tra i due candidati, l’80% dei voti. Vince il popolo degli elettori della coalizione, 53.185 accorse nelle sedi, nelle bocciofile, nei gazebo per scegliere (pagando due euro). Più dei voti raccolti durante le primarie per eleggere il segretario nazionale, circa 39mila, pochi meno di quelli che portarono alle scelta di Romano Prodi, quasi 58mila. Questa, in numeri, la sintesi delle primarie del centro-sinistra nel capoluogo piemontese dove l’ex segretario dei Ds sembra essere tornata l’armonia all’insegna di un motto: “Ora tutti uniti verso le elezioni”.
Prima gli exit polls e poi gli scrutini hanno dato quasi per certo la vittoria di Fassino al punto che, intorno alle 21, Gariglio ha chiamato il rivale per complimentarsi. Un clima di cordialità, ma anche di inevitabile delusione che si respira nel suo ufficio al quarto piano di uno stabile in in via Roma, non distante dalla centrale piazza Castello. Alle 22.15 i volti dei sostenitori e dei volontari della campagna elettorale annunciano l’esito. Il loro candidato ha perso. “Alla fine il partito ha preso moltissimi voti e Gariglio è arrivato quasi al 30% – afferma Mimmo Carretta – . Avevamo stimato quasi 35mila votanti totali, ma la cifra è stata superata. Questo dato giustifica chi le primarie le voleva e non chi era contrario. Ma noi siamo per il centro-sinistra e da domani siamo tutti per Fassino”. Quindi verranno accantonate le polemiche di questi giorni: “È stata una competizione vera, sennò sarebbe stata fasulla”, dice Francesca Mezzomo.
A poche centinaia di metri, in via Pietro Micca, nell’open space del comitato di Fassino, il clima è ben diverso. “Le primarie per noi volontari sono sempre una gran sfacchinata – sostiene Paolo Cugini, che veltronianamente aggiunge – ma sono anche una delle più grosse soddisfazioni. Stai in mezzo a gente che ci crede ed è motivata”. Alle 20,10, raccontano, alcune persone telefonavano per sapere il seggio più vicino in cui votare, ma dopo la chiusura molti sono rimasti fuori mentre altri erano ancora in fila. Tutto bene anche se, rincalza un amico, alcuni protestavano per i due euro da pagare. Anche qui, come da Gariglio, si sottolinea il risultato del Pd: “Si afferma perché i primi sono i suoi esponenti”, afferma Andrea Gavazza. “È il suo rilancio ed è la riconciliazione del partito con le primarie”, aggiunge Fabio Caserta. Un segnale positivo anche per chi ha lavorato bene, è l’analisi di Fabrizio Conrado, riferendosi alle altre primarie in Italia: “È un omaggio a Valentino Castellani e Sergio Chiamparino. Dove il Pd governa riesce a creare più consenso. Dove è all’opposizione si spacca”. Nessun rancore verso Gariglio le cui esternazioni “erano l’unica strategia possibile per farsi notare contro Fassino”.
Ci si sposta ancora alcune centinaia di metri, in via San Francesco, negli uffici del Pd piemontese dove arrivano gli scatoloni coi voti e i soldi raccolti. Fuori c’è una folla di gente. A fianco del muro Gariglio: “Ho incanalato i voti di chi chiede un cambiamento, un terzo di quelli avuti dal partito – dichiara a ilfattoquotidiano.it -. Ripartiamo da qui. Ciò che abbiamo sostenuto su rinnovamento, urbanistica, welfare e società partecipate va ascoltato”. Dentro agli uffici c’è Gianguido Passoni, assessore al bilancio e uno dei candidati di Sinistra e Libertà, forte dei suoi 6.585 voti, pari al 12,42%: “È il frutto di un autentico sudore di chi ha lavorato sulla città e sui temi che sono mancati alla campagna, come i beni pubblici e i diritti, che ora sono al centro del dibattito. Da domani discutiamo del programma per creare una coalizione solida”. Molti giovani hanno votato per lui e per Michele Curto, anche lui vicino a Sinistrà e Libertà. Ed è al leader di Sel che Passoni lancia un messaggio: “Ha perso una grande occasione su Torino e sul Piemonte. A Napoli Sel ha preso il 15% e Vendola è stato lì 4 volte. Qui a Torino, non è mai venuto e ci danno al 12%”.
Poi arriva Fassino. “L’altissima affluenza – commenta – alle urne fa sì che il candidato scelto dai cittadini sia più forte nella competizione contro il centrodestra. Sarà credibile, affidabile, in grado di raccogliere il consenso per permettere al centrosinistra di governare la città” .
E ora si mette in moto il centro-destra, che, dopo aver aspettato con timore la scelta del centro-sinistra, oggi deciderà chi lanciare come avversario: “Gariglio e Fassino sono le due facce della stessa medaglia. L’alternativa è il centro-destra”, dichiara il coordinatore regionale del Pdl Enzo Ghigo. Lui è dato con uno dei possibili candidati, anche se si ipotizza una sfida tra gli assessori regionali Michele Coppola e Barbara Bonino, entrambi del Pdl.