Sarà che ci hanno preso gusto dopo le manifestazioni di dicembre, sarà per il clima di ribellione che proviene dal nord Africa ma gli studenti universitari, una grande manifestazione contro il governo Berlusconi, vorrebbero proprio farla. E infatti la stanno proponendo, in queste ore, a tutti i movimenti “che hanno animato e riempito le piazze italiane in questi ultimi mesi”. E’ il senso dell’appello promosso dai Collettivi studenteschi universitari che sta circolando in rete e che è stato recapitato a sindacati, centri sociali, associazioni studentesche, alle donne ed altri soggetti ancora.
“Dalla sponda meridionale del Mediterraneo ci arriva una lezione importante, un urlo troppo a lungo strozzato in gola: ‘uniti/e si può vincere!'” scrivono gli studenti di Atenei in Rivolta secondo i quali “è giunto il momento di sviluppare un percorso condiviso e dal basso, che veda protagonisti i soggetti sociali nella prospettiva di una grande mobilitazione unitaria”. La proposta è dunque quella di organizzare, per la metà di marzo, “una grande assemblea all’università La Sapienza di Roma” per lanciare “una grande manifestazione nazionale nel mese di aprile“. Una manifestazione caratterizzata “dalla richiesta decisa e radicale delle dimissioni di questo governo” e dalla importanza di rimettere al centro “le questioni sociali e le rivendicazioni dei diritti”.
L’appello degli universitari sarà discusso domani 2 marzo dall’assemblea di “Uniti contro la crisi”, l’associazione che è stata formata da sindacalisti della Cgil (tra cui il portavoce della minoranza “Cgil che vogliamo”, Gianni Rinaldini) e i centri sociali capeggiati da Luca Casarini. Un primo sì è venuto, però, sabato scorso dall’assemblea di lavoratori e lavoratrici autoconvocati che si è svolta a Roma, presenti delegati di tutte le sigle sindacali, dalla Cgil all’Usb ai Cobas e in cui è intervenuto, tra gli altri, anche Giorgio Cremaschi, che si dice molto favorevole alla proposta soprattutto per il metodo scelto: il protagonismo dei movimenti e la democrazia dal basso, fuori dalle logiche di vertice.
La proposta, in ogni caso, incrocia il dibattito interno alla Cgil dove è in discussione l’ipotesi dello sciopero generale. La Cgil lo ha deciso nel corso del suo ultimo direttivo nazionale, ma non ha ancora fissato la data timorosa di una mancanza di efficacia della mobilitazione stessa, ma anche di rompere del tutto i rapporti con Cisl e Uil. Tuttavia il recente accordo separato nel Commercio, dove la Filcams non ha firmato l’intesa, fa pensare che il dialogo con gli altri due principali sindacati confederali sia sempre più esiguo. E da diverse parti dell’organizzazione sindacale si scalpita per scendere in piazza.
Salvatore Cannavò
Giornalista
Società - 1 Marzo 2011
In piazza tutti insieme
dal basso
Sarà che ci hanno preso gusto dopo le manifestazioni di dicembre, sarà per il clima di ribellione che proviene dal nord Africa ma gli studenti universitari, una grande manifestazione contro il governo Berlusconi, vorrebbero proprio farla. E infatti la stanno proponendo, in queste ore, a tutti i movimenti “che hanno animato e riempito le piazze italiane in questi ultimi mesi”. E’ il senso dell’appello promosso dai Collettivi studenteschi universitari che sta circolando in rete e che è stato recapitato a sindacati, centri sociali, associazioni studentesche, alle donne ed altri soggetti ancora.
“Dalla sponda meridionale del Mediterraneo ci arriva una lezione importante, un urlo troppo a lungo strozzato in gola: ‘uniti/e si può vincere!'” scrivono gli studenti di Atenei in Rivolta secondo i quali “è giunto il momento di sviluppare un percorso condiviso e dal basso, che veda protagonisti i soggetti sociali nella prospettiva di una grande mobilitazione unitaria”. La proposta è dunque quella di organizzare, per la metà di marzo, “una grande assemblea all’università La Sapienza di Roma” per lanciare “una grande manifestazione nazionale nel mese di aprile“. Una manifestazione caratterizzata “dalla richiesta decisa e radicale delle dimissioni di questo governo” e dalla importanza di rimettere al centro “le questioni sociali e le rivendicazioni dei diritti”.
L’appello degli universitari sarà discusso domani 2 marzo dall’assemblea di “Uniti contro la crisi”, l’associazione che è stata formata da sindacalisti della Cgil (tra cui il portavoce della minoranza “Cgil che vogliamo”, Gianni Rinaldini) e i centri sociali capeggiati da Luca Casarini. Un primo sì è venuto, però, sabato scorso dall’assemblea di lavoratori e lavoratrici autoconvocati che si è svolta a Roma, presenti delegati di tutte le sigle sindacali, dalla Cgil all’Usb ai Cobas e in cui è intervenuto, tra gli altri, anche Giorgio Cremaschi, che si dice molto favorevole alla proposta soprattutto per il metodo scelto: il protagonismo dei movimenti e la democrazia dal basso, fuori dalle logiche di vertice.
La proposta, in ogni caso, incrocia il dibattito interno alla Cgil dove è in discussione l’ipotesi dello sciopero generale. La Cgil lo ha deciso nel corso del suo ultimo direttivo nazionale, ma non ha ancora fissato la data timorosa di una mancanza di efficacia della mobilitazione stessa, ma anche di rompere del tutto i rapporti con Cisl e Uil. Tuttavia il recente accordo separato nel Commercio, dove la Filcams non ha firmato l’intesa, fa pensare che il dialogo con gli altri due principali sindacati confederali sia sempre più esiguo. E da diverse parti dell’organizzazione sindacale si scalpita per scendere in piazza.
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Roma, 30 gen (Adnkronos) - "Io candidata premier? C'è tempo, intanto costruiamo la coalizione e il progetto condiviso per l'Italia". Lo ha detto Elly Schlein a Piazzapulita.
Roma, 30 gen (Adnkronos) - "Sembra che parliamo di cose astratte o di fantasie ma le alleanze le abbiamo già fatte e abbiamo vinto due elezioni in Regioni in cui governava la destra, costruendo una coalizione attorno a un programma di cose concrete". Lo ha detto Elly Schlein a Piazzapulita, a proposito del centrosinistra.
"Sento anche io questo ritornello dell'opposizione che manca, ma non tiriamoci più sfiga di quella che c'è. Lavoriamo per unire le opposizioni su cose concrete. In Parlamento sono più le cose che votiamo insieme di quelle che su cui dividiamo", ha spiegato la leader del Pd.
Roma, 30 gen (Adnkronos) - "Io continuo a insistere, sono testardamente unitaria, ce lo chiede la gente. Rispetto il dibattito di questi giorni, l'aspetto positivo è che siamo tutti d'accordo sul fatto che non può andare come l'altra volta. Ma prima degli accori tattici ho una ambizione più alta, unire su una prospettiva comune l'Italia che vuole mandare a casa la destra". Lo ha detto Elly Schlein a Piazzapulita sul dibattito innescato dalle parole di Dario Franceschini.
Roma, 30 gen (Adnkronos) - "L'attacco giudiziario è un altro modo di Giorgia Meloni di spostare l'attenzione dall'economia che è ferma, dalla produzione industriale che cala da 20 mesi, dai salari che calano. Cosa sale, mentre la Meloni cerca di farci parlare d'altro? Le accise, le liste d'attesa, le bollette". Lo ha detto Elly Schlein a Piazzapulita parlando del caso Almasri.
Roma, 30 gen (Adnkronos) - "Una vergogna, dichiaravano guerra ai trafficanti in tutto il globo terracqueo, hanno fatto il rimpatrio più veloce della storia d'Italia. Meloni deve riferire in aula, si fa vedere solo suo social. La devono smettere di scappare, devono spiegare". Lo ha detto Elly Schlein a Piazzapulita sul caso Almasri.
Roma, 30 gen (Adnkronos) - "Stupiscono le critiche superficiali alle dichiarazioni dell’onorevole Giovanni Donzelli. Le polemiche che imperversano non aiutano la coalizione anche se capisco sono frutto della passione e la gratitudine verso il grande leader che è stato Berlusconi". Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, coordinatore della Direzione nazionale di Fratelli d'Italia.
"Le dichiarazioni di Donzelli invece sono un'analisi elettorale, perché la figura di Berlusconi non è in discussione per nessuno di noi in Fdi; molti hanno militato nel Pdl e molti provengono da Forza Italia. Egli ha conquistato un posto nella storia, è stato il leader della coalizione e ognuno di noi è riconoscente alla sua opera e alla sua azione", ha continuato Cirielli.
"Donzelli ha fatto solo un esame quantitativo. Prima della discesa in campo di Berlusconi nelle comunali del 1993 di Napoli e Roma, il MSI aveva raccolto oltre il 30%; con la discesa in campo di Forza Italia nel 1994 - pochi mesi dopo - il Msi scese al 13.5% -precisa Cirielli-. Se questa è storia, è altrettanto un fatto storico che grazie a Berlusconi nacque la Destra di Governo. La coalizione che seppe mettere in campo e che solo lui poteva creare ancora oggi, con la guida di Giorgia Meloni, è protagonista. Di questo gli saremo grati per sempre".