Ducati mon amour. Mentre è prevista per stasera la festa in piazza Maggiore, a Bologna, per la presentazione dei campioni Valentino Rossi e Nick Hayden, l’azienda simbolo dell’Emilia dei motori si prepara a trasferire una parte della produzione in Thailandia. Il connubio “campione italiano e motore italiano”, chiara strategia d’immagine della rossa di Borgo Panigale, si scontra dunque contro quello che il segretario provinciale della Fiom di Bologna, Bruno Papignani, bolla come una “delocalizzazione”. Infatti, anche se il nuovo stabilimento thailandese sarà destinato al solo assemblaggio delle moto vendute sui mercati orientali – almeno questo sostiene l’azienda – la preoccupazione del sindacato resta: “Abbiamo la sensazione – spiega Papignani – che la questione non riguardi solo il montaggio per il mercato locale, ma che tra qualche anno in Thailandia, e forse in Brasile, potrebbe cominciare anche la produzione dei motori”. Sempre il sindacato ha poi sottolineato che Ducati “ha già cominciato a comprare componentistica proveniente da Vietnam e Slovenia”.
Sembrano essere queste alcune delle mosse strategiche che la rossa di Borgo Panigale sta mettendo in campo per combattere la crisi economica che ha avuto conseguenze importanti sulle aziende del settore motociclistico bolognese, dove i posti di lavoro a rischio, nell’arco di pochi mesi, potrebbero essere qualcosa come 6 mila. Ducati Motors a differenza di altre aziende del settore (come Moto Morini e Malaguti) sta resistendo nonostante una relativa contrazione della produzione. Casse integrazioni, rischi di chiusure e vendite; questo è ciò che sta succedendo in diverse realtà del comparto, tanto che l’assessore regionale alle attività produttive dell’Emilia Romagna Gian Carlo Muzzarelli ha annunciato ieri un tavolo regionale che aprirà i lavori il 18 marzo prossimo per il settore motoristico. “E’ necessario – ha osservato Muzzarelli – un profondo cambiamento di mentalità a tutti i livelli, dalle imprese alla politica al mondo sindacale. Ci vogliono radici profonde e sguardo lontano e l’internazionalizzazione di Ducati va esattamente in questa direzione”.
Tornando a Ducati, è prevista sempre per la festa di stasera la presentazione del progetto per la nuova sede dell’azienda a Borgo Panigale, che occuperà un’area di 62mila mq contro i 115mila attuali, e secondo indiscrezioni riportate dalla stampa nei giorni scorsi potrebbe contenere il 38% in meno di spazi per l’attività produttiva.
Sono passati quasi due anni da quando fu siglato il protocollo di intesa tra Regione, Provincia, Comune e azienda per la costruzione del nuovo stabilimento e dopo qualche blocco burocratico, legato alla variazione del Psc, denunciato dall’ad dell’azienda Gabriele Del Torchio nei giorni scorsi sulla stampa locale, ora la questione sembra essersi risolta.
Grandi novità dunque in casa Ducati, anche se forse bisognerà aspettare ancora qualche giorno e l’apertura del tavolo regionale convocato da Muzzarelli, perché le preoccupazioni della Fiom possano placarsi. “Avevo chiesto un accordo – ha detto nei giorni scorsi Papignani – da siglare anche con la Regione, con l’impegno che nel nuovo stabilimento ci sia tutto il ciclo produttivo, che a Bologna resti la produzione del motore e che gli stabilimenti di Thailandia e Brasile siano destinati solo ai mercati locali, e in cui fossero previste anche delle penali nel caso di mancato rispetto da parte dell’azienda”.
La Fiom inoltre attende ancora che le consorelle Ducati Motors e Ducati Energia rinnovino il contratto collettivo firmato nel 2008 sottoscritto da tutti e tre i sindacati confederati (a differenza di quello del 2009 siglato dalle sole Cisl e Uil), come hanno già fatto altri colossi felsinei come Gd, Ima e Saeco.
di Erika Ferrari e Sara Olivieri