L'organizzazione di estrema destra ha indetto una manifestazione nazionale per protestare contro le prese di posizione del governatore altoatesino sulla partecipazione della provincia autonoma ai festeggiamenti per l'unità d'Italia e sui monumenti fascisti della città
Nuove grane in arrivo per Luis Durnwalder. Dopo le ire di Giorgio Napolitano per la decisione di non fare partecipare l’Alto Adige alle celebrazioni per l’unità d’Italia, ora il governatore della provincia autonoma di Bolzano deve fare i conti con un altro cliente, ma molto meno istituzionale. Casapound Italia ha infatti indetto una manifestazione nazionale per sabato prossimo a Bolzano per protestare contro le decisioni del governatore sudtirolese e contro “l’accordo scellerato” stretto con il ministro della Cultura Sandro Bondi. “Gli italiani di lingua tedesca si ricordino che l’Alto Adige è Italia”, tuona Simone Di Stefano, vicepresidente dell’organizzazione di estrema destra che annuncia che la partecipazione al corteo sarà imponente: “Saremo almeno un migliaio di attivisti provenienti da tutto lo Stivale e contiamo sull’adesione di molti cittadini di lingua italiana”.
Le pietre dello scandalo, secondo Casapound, sono due. Innanzitutto la decisione di Durnwalder di non fare partecipare la provincia che amministra ai festeggiamenti per il centocinquantesimo anniversario dell’unità d’Italia. “Siamo stati annessi a Roma contro la nostra volontà – aveva detto a inizio febbraio il governatore – e quindi non abbiamo niente da festeggiare”. Parole che avevano suscitato un vespaio di polemiche ivi compreso il richiamo del Capo dello Stato. Che però Durnwalder aveva rispedito al mittente.
Ma quello che ha mandato su tutte le furie “i fascisti del terzo millennio” è l’astensione a Montecitorio dei due deputati della Südtiroler volkspartei, il partito di governo altoatesino, alla mozione di sfiducia contro Bondi il 26 gennaio. In cambio di quella decisione, il partito di Durnwalder ha incassato un’importante contropartita: l’impegno del governo a rimuovere e/o modificare i monumenti fascisti sudtirolesi, come quello contestatissimo intitolato alla Vittoria a Bolzano.
I manifesti che annunciano il corteo sono più che chiari. Sopra un enorme faccione di Bondi troneggiano diversi slogan in finta chiave anti-italiana: da “Danke” a “Italiano pizza mafia e mandolino”. E su tutti la scritta: “Ho venduto i monumenti italiani di Bolzano e il sangue dei tuoi nonni per due voti austriaci in Parlamento”.
Secondo Di Stefano, la decisione della Svp e del presidente della provincia autonoma di mettere mano ai monumenti del Ventennio sono “solo un pretesto per colpire l’italianità” di quei territori e Bondi, pur di salvare la sua poltrona, si è prestato a questo mercanteggio.
“Chi adora Mussolini non ha capito niente della nuova Europa”, ribatte Durnwalder che sottolinea come, secondo lui, l’unico obiettivo della manifestazione sia quello di seminare discordia nella provincia. “Chi in Germania difende Hitler viene bollato come un provocatore – continua il presidente – in Italia invece si può difendere il duce in nome dell’italianità”.
A chi fa notare a Durnwalder che la manifestazione di Casapound poteva essere evitata con un atteggiamento più responsabile e rispettoso dei cittadini di lingua italiana (a partire dalla decisione di non far partecipare la provincia al centocinquantesimo anniversario), lui risponde semplicemente che non è vero. E sbaglia. Perché se è vero che in Alto Adige c’è una maggioranza della popolazione che per lingua e tradizione giustamente non si sente italiana, Durnwlader ha il dovere di rappresentare tutti i cittadini, italiani e ladini compresi. E’ la posizione di Lionello Bertoldi, presidente dell’Associazione dei partigiani di Bolzano: “E’ giusto che il Durnwalder cittadino non abbia niente da festeggiare, ma è inammissibile che il presidente della provincia non partecipi alle celebrazioni dell’Unità”.
In risposta all’iniziativa di Casapound, l’Anpi ha organizzato una manifestazione “per la pacifica convivenza” che partirà da un luogo simbolico della città: una piazzetta intitolata alla memoria di Franz Innerhoffer, “la prima vittima sudtirolese del fascismo – spiega Bertoldi – ucciso nel 1921 da una squadraccia”. Secondo lui, i monumenti che per la Svp sono solo vecchi arnesi del regime devono rimanere al loro posto “come monito per le giovani generazioni sulla barbarie del fascismo”.
L’esponente dell’associazione dei partigiani difende l’autonomia della provincia, “è il livello più alto di democrazia” e i buoni rapporti fra le culture italiane e tedesche, “solo così nascerà l’uomo nuovo”. Parole che hanno convinto addirittura Ronald Lang, esponente della Süd-Tiroler Freiheit, formazione politica della destra germanofona che predica l’annessione di Bolzano all’Austria, a chiedere di partecipare alla manifestazione.
Sia da destra che da sinistra assicurano che le manifestazioni saranno pacifiche e tranquille. La questura ha dato l’autorizzazione a entrambe le piazze e gli organizzatori assicurano che qualsiasi contatto fra i due cortei è fuori discussione.
Anzi, su una cosa sono pure d’accordo. Durnwalder ha sbagliato e sarà solo sua la responsabilità se sabato o in futuro accadrà qualche cosa di spiacevole all’ombra delle Dolomiti. E se i fragili equilibri fra italiani e tedeschi ne usciranno compromessi.