Fini ha scelto il “suo” uomo milanese: Manfredi Palmeri. Dopo mesi di dialogo tra Fli, Udc e Api, con nomi che si sono rincorsi e personalità che hanno declinato la proposta (Gabriele Albertini e Umberto Ambrosoli su tutti), il Terzo polo ha indicato il proprio candidato sindaco a sfidare, il prossimo 15 maggio, Letizia Moratti e Giuliano Pisapia. Sarà l’attuale presidente del Consiglio comunale, il 37enne politicamente cresciuto in Forza Italia e in Pdl, Manfredi Palmeri. Entrato a il 20 ottobre scorso in Futuro e Libertà, Palmeri è riuscito a conquistarsi la fiducia di Gianfranco Fini che da tempo lo indica come possibile candidato. L’Udc avrebbe preferito una personalità di maggior rilievo, e soprattutto maggiore notorietà. Fino a pochi giorni fa l’alternativa era infatti Bruno Tabacci, oggi deputati dell’Api. Ma alla fine è prevalsa la scelta di Palmeri. Oggi i vertici dei partiti del Polo della Nazione hanno trovato l’accordo. Palmeri sarà sostenuto da due liste: quella dell’Udc e da un cartello che raccoglierà Futuro e Libertà, Api e una formazione sostenuta da Massimo Cacciari.
Ed è stato proprio Tabacci il primo a commentare positivamente la scelta. “Dal punto di vista politica è stata una scelta buona”, ha detto. “Palmeri ha il merito di aver rotto con il sindaco Letizia Moratti come, fatte le debite proporzioni, Gianfranco Fini ha rotto con Silvio Berlusconi”. Tabacci ha rilevato di essere stato l’ideatore della candidatura di Manfredi, proponendola a Gianfranco Fini e a Pierferdinando Casini. “Sono stato io a fare quella proposta a Fini e a Casini – ha osservato Tabacci – e questa mattina ho chiesto a Palmeri se era disponibile a candidarsi: ho valutato che a Milano ci fosse lo spazio per il Nuovo Polo. Certo – ha aggiunto – se avessimo avuto la spinta di qualche mese fa, forse si sarebbe potuta trovare una soluzione più forte nel rapporto con la società civile”.
Approdato alla formazione di Gianfranco Fini non dalle fila di Alleanza Nazionale ma da Forza Italia, dove per qualche anno è stato uno dei giovani azzurri milanesi più vicini a Silvio Berlusconi, Manfredi Palmeri si presenterà agli elettori che il 15-16 maggio dovranno scegliere il sindaco di Milano anche tra Letizia Moratti, Giuliano Pisapia e lui. Classe 1974, con due figlie piccole avute dalla sua compagna, Palmeri è entrato nel consiglio comunale di Milano nel 2001 e per due anni, dal 2004 al 2006, è stato capogruppo del partito azzurro. Dopo la sua rielezione nel 2006 è stato nominato presidente del consiglio comunale – carica che tuttora ricopre – grazie anche all’intercessione di Silvio Berlusconi che, nel ruolo di consigliere comunale anziano, nel 2006 riuscì a far convergere i voti dei suoi sul nome di Manfredi Palmeri per lo scranno più alto dell’assemblea di Palazzo Marino. Palmeri oggi siede anche nel consiglio di amministrazione della Fondazione Iulm e nel consorzio Stadio di San Siro e presiede la commissione Cultura dell’Anci.
Nato a Palermo da madre milanese, Palmeri è arrivato nel capoluogo lombardo per gli studi universitari alla Bocconi, ateneo che lo ha visto sedere nel cda come rappresentante degli studenti con il gruppo Università Liberale ma che non lo ha coronato dottore per via di una tesi di laurea non ancora discussa. Aderisce a Forza Italia nel 2000 e alla fine del decennio è tra i giovani del partito su cui Berlusconi sembra scommettere di più.
Ma negli stessi anni iniziano a raffreddarsi i rapporti tra Palmeri e il sindaco Letizia Moratti che culminano in una contrapposizione istituzionale sull’opportunità di istituire una commissione comunale antimafia. Dopo averla sostenuta il sindaco Moratti ne sancisce la fine sulla scorta di un parere del prefetto Gian Valerio Lombardi, mentre Palmeri continua a difendere a spada tratta l’organismo consiliare.
Dopo lo scisma finiano dell’estate del 2010, Palmeri resta per qualche mese in attesa di giocare le sue carte e scioglie le riserve solo il 20 ottobre 2010, quando aderisce ufficialmente a Futuro e Libertà. Il suo approdo in Fli è subito salutato con favore da Fini che decide di affidargli il coordinamento cittadino del partito: una decisione che indispettirà così tanto l’assessore Giampaolo Landi di Chiavenna, futurista della prima ora, da spingerlo a tornare nel Pdl.