Aumento progressivo dei tassi di interesse a partire da aprile? Giovedì il presidente della Banca centrale europea ha lasciato invariato il livello dei tassi, ma ha parlato della possibilità di un rialzo il mese prossimo. Un quarto di punto in più (0,25%), che non sarebbe “l’inizio di una serie di rialzi”, nonostante – commentava ieri il Financial Times – Trichet abbia usato le stesse parole nel dicembre del 2005, alla vigilia dell’ultima stretta monetaria. La Bce è preoccupata per i rischi di inflazione, che si fanno ogni giorno più concreti a causa dell’aumento dei prezzi del petrolio e delle materie prime in generale. Ma gli economisti non sono convinti che un rialzo dei tassi, in una fase così fragile del ciclo economico, sia la soluzione più adatta. “La Banca centrale europea non sta considerando gli impatti delle misure di austerità fiscale, che devono ancora manifestarsi in tutta la loro intensità”, ha osservato Julian Callow, analista di Barclays Capital. “A Francoforte danno per scontato che tutto sia tornato alla normalità – cosa che non è vera”.
Sembra che Trichet abbia voluto dare prima di tutto un segnale, perché, come ha dichiarato giovedì, “è essenziale che il recente aumento del tasso di inflazione non dia luogo a pressioni inflazionistiche ad ampio raggio nel medio-termine”. La Bce vigila sull’euro e lo protegge. E dopo gli annunci di giovedì la valuta europea ha risposto con un apprezzamento dello 0,5% nei confronti del dollaro e dello 0,83% verso la sterlina. Ma non sono pochi – e il quotidiano finanziario britannico è in prima fila – a puntare il dito anche su uno degli effetti collaterali più evidenti del discorso di Trichet di giovedì, che potrebbe creare una frattura tra paesi europei più forti e economie “periferiche”, come quelle di Spagna, Italia e Portogallo, dove un aumento dei tassi potrebbe “invertire il ciclo di crescita economica” e rendere ancora più accidentata la via d’uscita dalla crisi.
In Italia, un aumento progressivo del costo del denaro peserebbe come un macigno su uno stock di debito che ha quasi raggiunto il 120% del prodotto interno lordo. Al momento non è possibile sapere se la mossa della Bce, in aprile, rimarrà un atto isolato, un “vaccino antinfluenzale”, come ha dichiarato Peter van den Houten di Ing – per vedere come rispondono le economie dei paesi europei. Ma il pericolo che un rialzo dei tassi si trasformi in un brutto sogno per i conti pubblici italiani è reale. Tra la primavera e l’estate avremo la possibilità di capire se l’incubo dei tassi potrà trasformarsi in realtà.