“Possibile che l’ultimo libro di Umberto Eco in versione elettronica costi poco meno del cartaceo? E che quindi abbia in realtà un prezzo addirittura più alto, perché almeno il 10% di sconto qualsiasi libraio me lo farebbe? Questo è il “mal di pancia” degli editori che pensano così di frenare il fenomeno eBook. Senza rendersi conto che così facendo non fanno altro che alimentare la pirateria.”

E’ questa la prima questione messa sul piatto da Antonio Tombolini, ideatore di Simplicissimus, e di STEALTH®, una piattaforma di distribuzione eBook, e organizzatore della prima edizione di Ebook Lab Italia, una tre giorni dedicata interamente all’editoria digitale in Italia, che si chiude oggi a Rimini.

Proprio in questi giorni l’Unione Europea ha sguinzagliato i suoi ispettori in varie case editrici per capire se ci siano accordi illegali per fissare i prezzi dei libri elettronici. “La Commissione ha ragione di credere che le società coinvolte possano aver violato le norme europee antitrust che proibiscono cartelli e altre pratiche restrittive dell’attività economica”, si legge in un comunicato. Al momento è ancora tutto da verificare, ma i dubbi dell’Antitrust sono nati proprio dalla confusione generale che domina un settore in continua evoluzione.

In Italia il comparto ha anche i suoi problemi specifici. Secondo Gino Roncaglia (autore di La quarta rivoluzione – Sei lezioni sul futuro del libro, Laterza) la situazione qui da noi è molto complessa il mercato è piccolissimo a fronte di una quantità già troppo grande in proporzione di distributori e mediatori: ho l’impressione che qualcuno si farà male. E’ necessario fare subito una distinzione per categorie”, spiega Roncaglia, “ci sono le opere ‘fuori diritti’, che sono digitalizzate attraverso vari progetti, come Google Books;  le opere ‘orfane’, su cui non è certa l’assenza di diritto – verosimilmente classici che risalgono ai primi del novecento – e, infine, quelle digitalizzate per fini commerciali”.

Per quanto riguarda le opere fuori diritti è stato firmato un accordo tra il Ministero dei Beni e Attività Culturali e Google nel 2010 che prevede la digitalizzazione del patrimonio librario delle Biblioteche Nazionali di Roma e Firenze ma al momento è partita solo la fase di individuazione dei testi da digitalizzare.

Per le opere orfane Roncaglia parla di “buco nero”: se negli Stati Uniti è sempre Google ad aver stipulato un accordo con autori ed editori per la creazione di un fondo monetario dal quale attingere nel caso di rivalsa dei diritti,  iniziativa per cui Germania e Francia hanno storto il naso, in Italia non si muove nulla.

l’Aie, Associazione italiana editori, ci fornisce i numeri degli e-book in vendita:  “A inizio 2010 i titoli a disposizione erano 1.600”, spiega Cristina Mussinelli, “mentre a fine novembre eravamo già saliti a 5.900. Centotrentuno gli editori in campo, con 37 grandi marchi collegati con una media di 149  titoli a testa”.

I piccoli editori indipendenti sono 94 con una media di 16 titoli ognuno, in maggior parte narrativa per adulti, con un prezzo medio di 7.90 euro ad eBook. Secondo l’Ufficio Studi dell’Aie quindi, la fetta di mercato che il digitale si sta accaparrando sarebbe solo lo 0.1%.

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