Tutti all’incasso. La Lega nord, quelli che si definiscono responsabili, il nascituro nuovo gruppo parlamentare che sta mettendo in piedi la Svp insieme agli autonomisti valdostani e un paio di parlamentari del gruppo misto, tra cui spiccano i nomi di Giulio Andreotti e quello di Adriana Poli Bortone.
In fila dal premier. Dopo le prove di forza fatte a colpi di numeri, Silvio Berlusconi si trova un’agenda super affollata e una lunga fila di persone che reclamano posti di governo, ministri, sottosegretari, aziende pubbliche. Qualche margine il Cavaliere ce l’ha. Ed è per questo ha chiesto al fedele Sandro Bondi di lasciare la Cultura senza polemizzare più di tanto. L’uscita di uno dei tre coordinatori del Pdl, nonostante l’uomo l’abbia sofferta, permette al premier di spostare Giancarlo Galan all Cultura e offrire su un piatto d’argento il ministero dell’Agricoltura alla Lega che vorrebbe provare a risolvere la questione delle quote latte e assicurarsi un’altra serie di grida e applausi da parte del popolo del Carroccio, già in festa per il federalismo municipale.
La Lega pigliatutto. Il senatùr pare però che non si accontenti della sola Agricoltura. La prova di fedeltà offerta nel momento più difficile della legislatura non si premia con una pochette verde (quella mostrata da Berlusconi il giorno del voto sul federalismo), ma adesso occorrono poltrone pesanti. Soprattutto nelle spa pubbliche, visto che il 4 aprile scadono i termini per le candidature. Così Umberto Bossi punterebbe dritto al cuore delle aziende a partecipazione statale, la Finmeccanica, dove vorrebbe piazzare Giuseppe Orsi, non propriamente un tesserato, ma gradito al movimento e soprattutto pupillo del ministro Giulio Tremonti, pronto ad appoggiare la volata. Unico ostacolo Gianni Letta che, invece, vorrebbe la conferma di Pier Francesco Guarguaglini. Se Bossi non dovesse farcela, sposterebbe il mirino sulle Poste, obiettivo minore, ma azienda strategica per alcune questioni care al Carroccio, visto che già oggi gli sportelli sono anche terminali per gli immigrati e le domande di soggiorno.
Nel rimpasto, invece, Bossi oltre all’Agricoltura (il prescelto sarebbe il capogruppo al Senato Federico Bricolo) vuole una promozione per l’economista del movimento Massimo Garavaglia, papabile vice di Tremonti, e per Sonia Viale, destinata al Viminale con la delega all’Immigrazione.
Responsabili all’incasso. Saverio Romano ha già fissato la quota d’ingresso dei responsabili al governo: “Mi aspetto, oltre al ministero, cinque posti da sottosegretari, ma l’ultima parola spetta a Berlusconi”. Una frase che tradisce un certo nervosismo nelle file del gruppo di Iniziativa responsabile che da tempo attende “segnali concreti” dal premier sul rimpasto. Berlusconi, ieri sera, da Helsinki, ha detto che il rimpasto non è così imminente. Può essere, ma giovedì ci sarà un Cdm straordinario per il varo della riforma costituzionale sulla giustizia proposta dal Guardasigilli, Angelino Alfano, e fortemente voluta dal Cavaliere, un vertice durante il quale si parlera anche di rimpasto.
La Svp e gli autonomisti. I senatori della Suedtiroler Volkspartei a sorpresa lascerebbero il gruppo misto e creerebbero, insieme ad altri parlamentari di area centrodestra, un nuovo gruppo per le autonomie che, a detta del centrosinistra, sarà molto più vicino a Berlusconi, a dispetto della dichiarata neutralità della Svp. L’annuncio è stato dato della senatrice Helga Thaler Ausserhofer, ma poi ha ricevuto uno stop momentaneo dai vertici del partito di Luis Durnwalder. Ma la strada da percorrere, per incassare ancora gettoni d’oro, sarebbe quella: lasciare con gli altri senatori della Svp il gruppo parlamentare unitario di cui fa parte insieme con l’Udc, l’Union Valdtaine, Maie, Io Sud, Movimento Repubblicani Europei per dare vita a un nuovo gruppo per le autonomie. Gruppo nel quale potrebbero confluire anche Andreotti e la Poli Botrone. Al momento l’ipotesi è in congelatore, ma pronta a essere riproposta da un momento all’altro.