Gli inglesi hanno un problema, o meglio, da oggi ne hanno uno in più. Si chiama Rupert Murdoch e famiglia, dato che l’80enne magnate sta opportunamente preparando la successione alla figlia Elisabeth e al figlio James, già chief executive di News Corporation in Europa.
Ecco qual è il problema in più. A fine primavera 2010 il gruppo di Murdoch ha fatto sapere di voler possedere interamente Sky (BSkyB, per l’esattezza), di cui controllava formalmente solo il 39%. C’è stata sì qualche opposizione da parte dei Liberal-democratici – e ovviamente dei Laburisti, ma ci torneremo tra un attimo -, e il parere negativo di Ofcom, l’autorità garante delle telecomunicazioni nel Regno Unito, che segnalava senza mezzi termini i rischi per il pluralismo dell’informazione. Ma l’amicizia conclamata con i conservatori di David Cameron ha spianato la strada. Persino la Commisione europea, a dicembre, ha sentenziato che il controllo su Sky non è rischioso per la libera stampa. Se lo dice Bruxelles…
Per capire l’entità del problema ci vogliono i numeri. Con i giornali e Sky messi insieme, l’impero di Murdoch può raggiungere un fatturato di quasi 7 miliardi di sterline, doppiando i 3,6 della tv di Stato Bbc. La sua estensione è mondiale, Italia compresa, come è noto. Senza considerare il colosso televisivo Fox e il quotidiano finanziario Wall Street Journal negli Usa, proprio in Gran Bretagna sembra concentrarsi la potenza di fuoco del signore dei media. La sola News International, società editrice che dipende dal gruppo di famiglia News Corporation, controlla due dei più importanti quotidiani nazionali, il Times e il tabloid Sun. Insieme, la carta stampata che fa riferimento a News Corporation rappresenta da sola il 37% del totale.
E per venire al sodo. Murdoch, che chiameremo simpaticamente Mr M. fa politica eccome. Solo che non la fa direttamente. E proprio qui che sta la sua astuzia. Appoggia chi lo appoggia, rosso o nero non conta. Il Times, oggi cameroniano, ha tirato la volata al New Labour di Tony Blair, anche se in Usa e Australia i media targati Murdoch sono saldamente conservatori (il che basterebbe a ispirare l’ironia sull’appartenenza di Blair alla sinistra. Ma qui il dibattito sarebbe lungo…).
Insomma. Mentre Mr B. – come cominciano a chiamarlo anche nei paesi anglosassoni – si sputtana da un ventennio, Mr M. preferisce condizionare i governi dalle retrovie. Diversi tra loro per strategie e stile, resta solo un dubbio atroce: chi dei due sarà più pericoloso?