Al centro dell'indagine cinque capannoni trasformati in una villa ispirata all'eroe dei fumetti. Ma il piano regolatore del Comune di mamma-sindaco ha condonato tutto
I militari della Guardia di Finanza di Milano sono entrati ieri nella casa di Gabriele Moratti, figlio del sindaco, Letizia Moratti, per svolgere tutta una serie di accertamenti, tra cui l’acquisizione di documenti e rilievi fotografici, relativi proprio alla stessa villa alla periferia nord-ovest della città, che sarebbe stata realizzata con una maxi-ristrutturazione di cinque capannoni avvenuta senza tutti i regolari permessi. Contestualmente gli è stato notificato un avviso di garanzia: l’accusa è di violazione edilizia. Della villa di Gabriele Moratti Il Fatto Quotidiano ne aveva dato notizia lo scorso luglio (leggi l’articolo).
I finanzieri stanno svolgendo accertamenti su delega del procuratore aggiunto di Milano, Alfredo Robledo, titolare anche dell’inchiesta sull“affittopolì milanese del Pio Albergo Trivulzio e di altri enti pubblici.
Moratti avrebbe trasformato, senza tutti i permessi necessari cinque capannoni in via Cesare Ajraghi 30, in una villa ispirata a quella di Batman, e il nuovo piano regolatore del Comune di Milano avrebbe di fatto condonato tutto.
In particolare, Gabriele Moratti ha comprato i cinque capannoni per un totale di 447 metri quadri, coperti da vincolo di destinazione industriale, e il 4 agosto 2009 ha chiesto di accorparli in un unico laboratorio, pagando al Comune oneri per 6.687 euro. A lavori quasi ultimati poi, il gruppo Hi-Lite/Brera 30, specializzato in interni per case di lusso, ha accusato Moratti di non aver pagato l’ultima rata pattuita e l’architetto Gian Matteo Pavanello avrebbe ottenuto un decreto ingiuntivo per 127 mila euro, portando in Tribunale carte dove sarebbe risultato che al posto dei capannoni c’era una villa, ispirata alla casa di Batman.
Ieri in Procura a Milano è stato sentito dagli inquirenti, che stanno indagando sulla vicenda, proprio Pavanello, che ora sta accompagnando i militari nello svolgimento dei loro accertamenti e rilievi. Il nuovo Pgt milanese, approvato in febbraio, avrebbe inserito l’immobile di via Ajraghi in uno degli “ambiti di rinnovamento urbano” in cui cadono i vincoli di destinazione.
Non è tardata ad arrivare la replica degli avvocati del giovane Moratti. “I lavori nell’immobile di Gabriele Moratti “sono tuttora in corso” e “contrariamente a quanto riferito dagli organi di informazione, la destinazione d’uso del fabbricato è di tipo commerciale-espositiva e direzionale e non è stata affatto mutata”. E’ quanto contenuto in una nota di precisazione inviata all’Ansa. “La pratica edilizia relativa all’immobile in Milano alla via C. Ajraghi n. 30, ricondotto alla proprietà del dott. Gabriele Moratti – scrivono i legali -, è stata predisposta, presentata e istruita dagli incaricati del nostro assistito nel pieno e oggettivo rispetto delle norme previste, in particolare, dagli strumenti urbanistici vigenti nel Comune di Milano”. “I lavori nell’immobile sono tuttora in corso – viene precisato – e non è stata ancora depositata la prevista corrispondente dichiarazione di fine lavori da parte del direttore degli stessi. I lavori finora eseguiti non sono in contrasto con gli strumenti urbanistici e con i titoli edilizi abilitativi. Contrariamente a quanto riferito dagli organi di informazione la destinazione d’uso non è stata affatto mutata”.
Intanto sulla vicenda è intervenuto, attraverso il suo portavoce, anche il candidato del centrosinistra alle prossime elezioni, Giuliano Pisapia. Che si aspetta “massima chiarezza e trasparenza da parte di Letizia Moratti, nell’interesse della città”.