“Licio Gelli sarebbe stato più democratico”. Il finiano Fabio Granata apre così una nuova giornata di polemiche con il Governo sulla riforma della giustizia annunciata dal premier per giovedì prossimo in Consiglio dei ministri. “Pensare a un pm sottomesso al Governo o alla fine della obbligatiorietà dell’azione penale significa andare oltre le leggi ad personam”, secondo l’esponente di Fli. E poco dopo il capogruppo alla Camera dei futuristi, Carmelo Briguglio, rincara la dose: “Se Berlusconi vuole fare una riforma della giustizia con l’intento di intimidire giudici alla vigilia dei suoi processi, di epocale ci sarà solo la battaglia per bloccarla, sarà un Vietnam parlamentare”.
E mentre Umberto Bossi garantisce il suo sostegno alla riforma, specificando però che “non è merce di scambio perché il federalismo Berlusconi ce lo doveva dare comunque”, l’Italia dei Valori parla di “deriva fascista”. Secondo Felice Belisario, presidente dei senatori dell’Idv, non si può “non pensare a un attentato alla democrazia quando oggi giorno il presidente del Consiglio attacca i poteri dello Stato”.
Immediata la repilica di Fabrizio Cicchitto: “Quando l’Idv parla di deriva fascista è chiaro che si riferisce a se stessa”, afferma il presidente dei deputati del Pdl. Il Terzo Polo valuta la possibilità di presentare una riforma. “Io penso che il Terzo polo debba presentare una proposta di riforma sistematica dello giustizia”, ha detto Francesco Rutelli favorevole “a una più marcata divisione delle funzioni tra giudici e pm”. Ma, aggiunge, “Se per la centesima volta il governo riproporrà leggine nell’interesse di una sola persona, la porta è chiusa. In Italia c’è bisogno di riforme della giustizia. Se il governo proporrà riforme si può e si deve discutere nell’interesse di tutti. Ma se per la centesima volta riproporrà leggine nell’interesse di una sola persona, la porta è chiusa”.
Il presidente della Camera tenta di distendere le tensioni. “Se e quando sarà presentata la valuteremo, ha detto Gianfranco Fini, senza entrare nel giudizio della riforma. Ma che sia su posizioni critiche è cosa nota. Il Pdl sta realizzando una riforma “epocale”, ha annunciato Berlusconi. E Maurizio Gasparri entra nel merito. “E’ tempo di una ampia e organica riforma della giustizia. Che riguardi anche la Costituzione”, ha detto il presidente dei senatori del Pdl.. “Parità tra le parti, fine della lotta tra correnti-partito all’interno della magistratura, certezza della pena, tempi certi per la giustizia: questi ed altri gli obiettivi da raggiungere”. Gasparri sottolinea inoltre la necessità di denunciare “l’uso politico della giustizia contro Berlusconi. I fatti – osserva – parlano da soli. Si cancellano i testimoni, si nega il giudice naturale, si alterano i tempi di prescrizione. Non staremo zitti di fronte alle violazioni”.