C’è un’inchiesta, ed è in fase avanzata, sui presunti reati fiscali dell’Aversana Petroli srl. E’ l’azienda capofila dell’impero economico della famiglia di Nicola Cosentino, deputato e coordinatore campano del Pdl, imputato di camorra in un processo che inizierà il prossimo 10 marzo. L’inchiesta è recentemente culminata nel sequestro del deposito fiscale della società di Casal di Principe che tratta carburanti per trazione, agricoltura ed energia.
Il decreto di sequestro è stato firmato dal Gip di Santa Maria Capua Vetere Giovanni Caparco nello stesso giorno in cui gli è pervenuta la richiesta del pubblico ministero. Ed è arrivato al termine di alcune verifiche della Guardia di Finanza integrate da una comunicazione della Agenzia delle Dogane. Nel provvedimento il Gip cita un’informativa della Finanza datata 13 dicembre 2010 e contesta all’azienda dei Cosentino, capitale sociale un milione e mezzo di euro, 98 milioni di fatturato annuo, un’evasione dell’accisa di poco più di 550.000 euro. Nel fascicolo aperto nel 2009 dalla procura si ipotizza una violazione dell’articolo 40 del decreto legislativo 504 del 1995. Un reato punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa dal doppio al decuplo dell’imposta evasa, comunque non inferiore ai 15 milioni delle vecchie lire. Secondo il Gip, il sequestro è necessario perché “vi è la fondata ragione di ritenere che la libera disponibilità del deposito fiscale innanzi citato possa agevolare la commissione di analoghe condotte di reato”.
I legali della famiglia Cosentino hanno presentato ricorso per ottenere il dissequestro e puntano all’archiviazione dell’inchiesta. La Aversana Petroli è stata fondata nel 1975 dal papà di Nick ‘o Mericano ed è gestita da cinque dei sei fratelli dell’ex sottosegretario all’Economia. Nicola Cosentino però è fuori dall’azionariato. Per un paio di anni, tra il 1997 e il 1998, la Aversana Petroli non riuscì a ottenere il certificato antimafia a causa dei legami parentali di alcuni fratelli dell’ex sottosegretario. Ma in seguito la Prefettura di Caserta ha riaperto la pratica e ha concesso il certificato. La Aversana Petroli è quindi tornata a partecipare alle gare pubbliche. E a vincerle.
Nell’ottobre del 2009 le aziende dei Cosentino sono state oggetto di un controllo a tappeto. Dodici finanzieri passarono al setaccio tutte le società del gruppo, analizzando i conti, spulciando le compravendite dei suoli e l’uso del patrimonio immobiliare. La notizia filtrò sui quotidiani e fece molto scalpore perché all’epoca Cosentino era sottosegretario all’Economia in carica, dunque in qualche modo “diretto superiore” della Finanza che in quel momento indagava sugli interessi economici della holding della sua famiglia.