Sophie in't Veld, vicepresidente della commissione Diritti civili e membro del direttivo del gruppo dell'Alleanza dei democratici e liberali all'Europarlamento

“Non ci sono parole per descrivere la condotta di Silvio Berlusconi. E’ scioccante, desolante e triste che con un comportamento così primitivo abbia una simile popolarità in Italia”. Nel giorno della festa della donna, l’europarlamentare olandese Sophie in’t Veld, vicepresidente della commissione Diritti civili e membro del direttivo del gruppo dell’Alleanza dei democratici e liberali (terzo gruppo europeo dopo Popolari e Socialisti), descrive così l’immagine del presidente del Consiglio italiano, alla luce degli scandali in cui è coinvolto: “Ma come fate ad avere un leader simile? Non si può trattare le donne come imbecilli”.

“Purtroppo ci sono molti uomini come Berlusconi, ma lui è un leader e dovrebbe agire diversamente. Così facendo legittima il comportamento di chi vede le donne come degli oggetti”, spiega la in’t Veld. “E’ assurdo che si prenda la libertà di trattare come imbecille metà della popolazione italiana”. Sophie in’t Veld è una “liberale” nel vero senso del termine, membro del partito olandese Democrats 66 che fa da sempre delle libertà civile uno dei suoi cavalli di battaglia.

“Conosco e amo l’Italia, la sua arte, la sua lingua e la sua gente. Proprio non capisco come facciate ad aver scelto un leader di questo tipo che rovini la vostra reputazione in tutto il mondo”, si chiede l’eurodeputata, riproponendo la domanda che un italiano all’estero si sente fare quasi tutti i giorni: “Ma perché Berlusconi?”

“In Italia ci sono delle donne fantastiche, come Emma Bonino, un vero esempio di donna forte e determinata che ho conosciuto proprio qui a Bruxelles. Nessun paese ha il diritto di trattare così le proprie donne”. Sul Rubygate, però, in’t Veld preferisce non giudicare: “Spetta alla legge italiana accertare se è stato commesso un reato. Certo che, anche nel rispetto della privacy della propria vita personale, è brutto e sfortunato avere un simile capo di Governo, perché danneggia tutto il paese”. Coerente con i valori liberali tipici dei Paesi Bassi, secondo l’eurodeputata “la vita privata è privata finché non si verifica un reato. Ma se la condotta del leader minaccia la governabilità del paese allora non si può più parlare di privacy”.

Nella giornata europea dei diritti delle donne, in’t Veld non ha dubbi, “in Europa Berlusconi è il campione del sessismo, ma è difficile che venga imitato da altri capi di stato. Piuttosto il problema è che, così facendo, la reputazione degli italiani minaccia la fiducia tra europei e quindi l’integrazione stessa dell’Ue, e questo non possiamo permettercelo”.

Sull’elezione di veline e soubrette nei consigli regionali o al parlamento (anche europeo), l’in’t Veld preferisce non fare nomi: “Ci sono anche molti uomini che non hanno posizioni che meritano. Penso si debba giudicare in base al loro lavoro, ma la questione della scelta della classe dirigente è molto importante”. In Olanda, ad esempio, a decidere le liste elettorali sono gli attivisti dei partiti e non i vertici, e poi il voto passa alla gente.

“Sembra che in tutta Europa ci siano governi che non sono in grado di governare, dal caso del Belgio all’estrema destra in Olanda. Berlusconi è il frutto di una certa politica cultura, non italiana ma di una certa fascia politica. Gli stessi compagni di partito dovrebbero svegliarsi e fare quello che è bene per il paese. L’Ue ha bisogno di avere un’Italia in forma e non malata com’era la Grecia”.

Infine, sulla crisi con la Libia, Sophie invita i politici italiani a “considerare l’interesse dei loro cittadini e non i loro affari con Gheddafi”. E non risparmia una critica all’Unione europea, rea di aver dimostrato “poca solidarietà ai Paesi meridionali sul fronte immigrazione”. “E’ ridicolo che la divisione dei profughi dal Nord Africa tra i paesi UE avvenga su base volontaria”. Sulla proposta della Lega di “mandare i libici in Aspromonte”, Sophie rivolge un invito al collega al Parlamento europeo Mario Borghezio: “Vada a visitare Ellis Island nella baia di New York, l’isolotto che ha accolto fino al 1954 circa 12 milioni di immigrati negli Stati Uniti, poveri, disperati e in buona parte italiani”.

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