Ogni tanto, nei meandri dei corridoi romani, il senatùr ci prova a indossare lo smoking. Memorabile quando si autoproclama mediatore delle tensioni interne al governo. Ma Umberto Bossi si veste in scuro anche quando affronta – poche volte – problemi di politica internazionali oppure quando dice di non volere la secessione, ma solo il federalismo. Ma se lui gioca a fare l’uomo di governo, i suoi non smettono mai di indossare la canotta e sbraitare. E l’ultima trovata in stile arriva dal Veneto. Un gruppo di parlamentari del Carroccio vuole una legge per reclutare gli alpini al nord. Troppi meridionali tra le penne nere, sarebbe opportuno inserire le quote verdi, come scrive il dorso veneto del Corriere della Sera. Uno scherzo? Neanche per sogno. Anzi, a sorpresa ha aderito alla proposta anche Edmondo Cirielli del  Pdl, eletto a Salerno. La dicitura della proposta chiede “il reclutamento di alpini nelle zone tipiche”. Piemonte, Veneto, Friuli, Lombardia e Trentino. Non come oggi che, in assoluta media con gli altri corpi militari, il 70 per cento dei volontari viene dal sud.

Il testo della proposta – relatore Franco Gidoni, uno dei leghisti della prima ora – prevede anche agevolazioni fiscali e assistenziali ai volontari che risiedono nei territori dove prestano servizio. Gli incentivi comprendono anche una riserva di posti nei concorsi pubblici in relazione ad impieghi nei campi della sicurezza e protezione civile. Il brevetto militare alpino poi varrà come titolo preferenziale.

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