La decisione di rinviare l’esame del caso a settimana prossima non arriva inaspettata: Castagnetti infatti aveva chiesto, con una lettera al presidente della Camera Gianfranco Fini, di poter mettere in condizione i commissari di conoscere tutti gli atti giudiziari relativi al ‘caso Ruby’. Non si tratterebbe più di atti segreti, infatti, visto che sono stati allegati alla lettera dei tre capigruppo di maggioranza della Camera con la quale si chiedeva di sollevare conflitto di attribuzione. Il Pd aveva poi chiesto “congruo tempo”, in attesa che escano le motivazioni della sentenza con cui la Corte di Cassazione ha stabilito che, in merito alla vicenda dell’ex Guardasigilli Clemente Mastella, a decidere la natura ministeriale o meno del reato è la stessa autorità giudiziaria.
Una volta che la giunta per le Autorizzazioni avrà espresso il parere che è stato richiesto da Fini, la palla passerà all’Ufficio di presidenza. E’ probabile che all’organo presieduto dallo stesso Fini arrivi un’opinione favorevole al voto dell’Aula sul conflitto di attribuzione. In giunta infatti Pdl e Lega hanno la maggioranza. L’Ufficio di presidenza potrebbe però decidere di respingere il parere della giunta. Ipotesi non da scartare, visto che l’opposizione è in maggioranza, con undici voti a nove. Che diventerebbero dieci a nove, se Fini, come annunciato, non voterà.
A questo punto, di fronte al muro contro muro tra giunta e Ufficio di presidenza, Fini potrebbe decidere di far votare la Camera sulla decisione di sollevare il conflitto di attribuzione o meno. In tal caso l’esito del voto è scontato, perché Pdl e Lega hanno i numeri per far approvare la loro richiesta. La decisione di Fini sarebbe motivata dal non voler andare alla guerra con Berlusconi. E dal fatto che il conflitto di attribuzione sollevato dalla maggioranza potrebbe essere inutile. Infatti secondo Antonio Lo Presti, componente di Fli nella giunta per le Autorizzazioni, “pronunciarsi sulla ministerialità dei reati è compito della magistratura giudicante e non del parlamento”. Una volta investita della questione, la Corte Costituzionale potrebbe quindi respingere il conflitto sollevato alla Camera da Pdl e Lega, giudicandolo “inammissibile”.